Tanti Re Maghi per l'Italia '98 di Filippo Ceccarelli

Tanti Re Maghi per l'Italia '98 — IL PALAZZO Tanti Re Maghi per l'Italia '98 UON anno, buon anno, ma al dunque come sarà il 1998? Messo da parte Nostradamus (del quale si è scoperta una quartina che suona un po' jettatoria nei confronti di Bossi), la Lega ripiega sull'astrologa Magliano. E dunque: «Il 1998 sarà un anno formidabile per la Padania; nata sotto il segno del Toro, crescerà insieme alla tenacia della sua gente». A stretto giro, l'Avvenire ha risposto con Frate Indovino. Silenzio su Bossi, preoccupazione per Berlusconi («Temo che si ritiri»), cautela sull'Europa, giudizio sospeso a proposito di Prodi: «E' un buon uomo, ma gli manca la stoffa». Per ottenere qualcosa di più bisognerebbe chiedere a Barbanera, Malachia, Rasputin e alla monaca di Dresda; quindi incrociare le previsioni delineando così una griglia interpretativa a beneficio dei diversi re e aspiranti maghi della vita pubblica. Non è detto che prima o poi non si faccia. Magari con il contributo del neosenatore Di Pietro, cui Borrelli riconobbe a suo tempo «un intuito medianico delle situazioni e dei nessi occulti tra indizi». Perché sarà l'ennesima concessione all'intrattenimento o la prova di un'autentica regressione culturale, però mai come in questi tempi il Palazzo è apparso così scopertamente affascinato, se non dominato da' quel complesso di credenze e pratiche che hanno il nome di magia. Così, restando agli ultimi mesi, si viene a sapere che Casini contesta il suo oroscopo, Dini strofina il corno, Maccanico gira la clessidra, Fini convoca l'astrologa, Rauti l'arruola, D'Alema colleziona civette (come la Parenti), Rifondazione invita alla sua festa lo sciamano azteco, Ciampi fa le doppie corna, Berlusconi tripli scongiuri televisivi, Rutelli articola scaramanzie, Cito si accorda con «professionisti del malocchio» e altri, sia pure dilettanti, ne compaiono davanti ai gazebi per «gufare» le elezioni padane. Il tutto in un costante tripudio giornaI listico di spiritismi, millena I rismi, profezie, talismani, vaticini, fatture e superstizioni di vario genere. Su Prodi, intanto, il gioco degli eventuali suoi influssi benefici o delle possibili «negatività» s'è fatto molto più serio di quel che lascino trasparire articoletti e battutine. Nel senso che esistono ormai due scuole che si contendono la più irrazionale e irragionevole delle verità con tanto di supporti cabalistici, essendo nato l'esecutivo dell'Ulivo un venerdì 17 alle ore 13, nella 13° legislatura, presentato al Senato alle 17,17, con 17 minuti di ritardo, a 17 ore dall'investitura... Tanto basta ad alcuni nemici per avvalorare l'ipotesi che il governo porti - «scientificamente», secondo il Giornale - una tale jella da averi causato catastrofi meteorologiche, deragliamenti di Pendolini, affondamenti di albanesi, crollo di Borse nazionali e internazionali, sconfitte sportive. E fin qui tutto normale, o quasi: l'accusa di «governo menagramo» è già documentabile nel caso di Berlusconi. La novità sta semmai nella reazione di chi non solo accetta questa dimensione, ma perfino la ribalta. Per cui «Prodi porta fortuna all'Italia». Così spiega ad esempio D'Alema a Emilio Fede, pure richiamando in tv la leggenda liceal-propiziatoria secondo cui prima di essere interrogati i compagni «grattavano la testa» al futuro presidente. Magari senza neanche rendersi conto che per un (ex?) materialista storico evocare quel rito così primitivo significa confermare che la magia ha un ruolo nella politica evoluta e tecnologica di questo tempo. Filippo Ceccarelli elli | I

Luoghi citati: Dresda, Europa, Italia