«Asilo individuale, non collettivo»

«Asilo individuale, non collettivo» Vertice tra Prodi e i ministri. Dopodomani incontro fra i capi delle polizie. Smentita la partenza di 10 mila prodighi «Asilo individuale, non collettivo» Il governo: per i curdi serve la collaborazione dell'Europa ROMA. «L'Italia è un pezzo dell'Europa, e la sua azione e la sua responsabilità sono a nome di tutti i Paesi europei. Siamo disponibili a concedere asilo politico a situazioni degne, ma l'asilo si concede su basi individuali e non collettive». Romano Prodi, con Dini, Napolitano e Andreatta ha tenuto una riunione a Palazzo Chigi per fare il punto sull'emergenza dell'immigrazione curda, e su come affrontare il problema dell'ingresso di clandestini: le fontiere dell'Italia, che si allungano nel Mediterraneo, espongono inevitabilmente non solo il nostro Paese, ma tutta l'Unione Europea, le cui frontiere interne sono state aperte dall'applicazione degli accordi di Schengen. E' stato Napolitano ad informare che i ministri degli interni europei sono in contatto, e si è anche detto «assolutamente favorevole» alla proposta olandese di riunire nuovamente il comitato dei Paesi firmatari dell'accordo di Schengen. L'emergenza degli immigrati curdi era stata agitata soprattutto da un'intervista nella quale il capo della polizia tedesca Gerhard Hoppe aveva il giorno prima dichiarato al quotidiano Welt am Sonntag che 1 Ornila curdi erano in procinto di partire dai porti turchi per l'Italia. Ieri, dalla Germania sono arrivate le smentite, e il ministro degli esteri Kinkel le ha diramate personalmente anche via tv. Ma intanto, Prodi da Bologna ieri mattina telefonava a Dini e Napolitano, convocando un vertice di governo cui ha partecipato anche il ministro della difesa Andreatta. Un vertice sollecitato dall'opposizione, con alcuni parlamentari di Alleanza nazionale che avevano depositato un'interrogazione parlamentare sulT «inerzia» del governo. Ancora ieri, il colonnello berlusconiano alla Camera Beppe Pisanu sollecitava il governo: «Da soli non possiamo risolvere il problema dei curdi: se Prodi ha davvero credito internazionale, deve coinvolgere l'Europa». Il vertice si era reso necessario anche perché stamane Prodi partirà per l'India, e quando l'8 gennaio arriverà a Madras, Dini e Napolitano saranno in Parlamento, davanti alle commissioni estere in seduta congiunta, per illustrare i provvedimenti del governo. Dunque, il vertice di ieri sera aveva tre obiettivi: rassicurare l'opinione pubblica, informare il presidente del Consiglio e concertare ulteriormente i provvedimenti in atto, coordinare l'iniziativa prima della audizione di Dini e Napolitano alla Camera. Ma, sullo sfondo, c'era anche un messaggio da lanciare agli alleati europei. Dini, che già aveva scritto al suo omologo turco Ismail Cem sollecitandone la collaborazione per il problema degli emigrati curdi, ha ricevuto risposta, e l'ha resa pubblica: Cem sottolinea come il traffico di curdi sia gestito dalla criminalità, come si tratti di un'operazione malavitosa «ammantata sotto il romanticismo dei diritti umani». Prodi, rilasciando pubbliche dichiarazioni, ha risposto contemporaneamente ai tedeschi e ai turchi: l'Italia darà asilo politico non ad un'etnia, per quanto perseguitata, ma a singoli cittadini. Infatti, come in seguito ha precisato Napolitano, degli 839 curdi giunti in Calabria il 27 dicembre solo 375 hanno chiesto asilo politico. L'Italia, esposta per tutte le sue lunghe frontiere lungo il Mar Mediterraneo ai flussi di clandestini, sente la propria responsabilità rispetto agli accordi di Schengen, che aprono le frontiere interne a tutta l'Europa. E, «rispetto alle dichiarazioni di alcuni rappresentanti politici turchi», il presidente del Consiglio ha ribadito «che l'Italia è sempre stata favorevole ad un dialogo forte e profondo tra Unione Europea e Turchia». A margine del vertice, è poi arrivata la notizia che mercoledì prossimo, su iniziativa di Ferdinando Masone, ci sarà a Roma un vertice dei capi delle polizie di Italia, Turchia, Grecia, Olanda, Francia e Germania. Dunque, come lo stesso Prodi ha riconosciuto, «dopo un primo momento di smarrimento, l'azione europea è rinsaldata, e ciò darà vita a forme di coordinamento». Una risposta, questa, al ministro degli esteri Kinkel che ieri aveva esortato ad un più stretto controllo lungo i confini dell'Unione Europea per bloccare l'immigrazione clandestina. Come dire, italiani siate più attenti. A Kinkel, ha risposto, in difesa del governo italiano, il portavoce del partito socialdemocratico tedesco, ricordando che anche la Germania ha avuto problemi di questo tipo, dopo la caduta del muro di Berlino, lungo i propri confini orientali, e che «anche l'Italia, se le si darà il tempo, farà altrettanto». Antonella Rampino Il premier Prodi e il ministro degli Esteri Lamberto Dini Nella foto grande una immagine di Istanbul Sotto donne e bambini curdi a Santa Foca (Lecce) Le «agenzie turistiche» fanno affari d'oro E. tutto avviene alla luce del sole C'è un tariffario preciso: si va dai 2000 dollari per la Grecia ai 6000 della Germania AL«Lnlspmzrid ,,...1. ;*v.<*Vfl' i**. ft, * J»##*» • «».