«Controlli ai confini d'Europa» di Emanuele Novazio

«Controlli ai confini d'Europa» «Controlli ai confini d'Europa» Appello del ministro tedesco degli Esteri BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Germania torna a chiedere «stretti controlli ai confini esterni dell'Unione europea»: per la seconda volta in 24 ore, ieri, il ministro degli Esteri Klaus Kinkel si è rivolto indirettamente all'Italia (in tv, questa volta) per sollecitare il massimo impegno del governo di Roma nella questione curda. Ma pur insistendo sulla necessità di «stroncare l'attività dei trafficanti» che organizzano i convogli in direzione delle coste italiane, Kinkel ha di nuovo invitato la Turchia a risolvere «alla radice», politicamente dunque, il problema dei profughi: un nodo che i mezzi di polizia da soli non possono sciogliere, ha notato Kinkel in larvata polemica con il collega di governo Manfred Kanther, responsabile degli Interni. L'impressione, a Bonn, è tuttavia ohe la crisi curda sia l'occasione per rivedere in senso restrittivo la politica sull'emigrazione, e per mobilitare in proposito l'opinione pubblica, in un anno elettorale nel quale la sicurezza è diventato un tema-chiave, per alcuni settori del governo. Allarmata dall'esodo dei clandestini curdi verso la Germania, per esempio, la Baviera ha messo a punto un piano per limitare in modo drastico - «nella misura massima possibile» - l'afflusso degli stranieri: mercoledì prossimo i vertici della Csu, il partito regionale che a Bonn governa insieme alla Cdu di Helmut Kohl, presenteranno un documento che prevede forti limitazioni al diritto di ingresso dei famigliari degli extracomunitari già residenti in Germania. Non soltanto per le mogli - o i mariti - ma anche per i figli deve diventare più difficile ricongiungersi ai parenti, chiede la Csu: saranno richieste, fra l'altro, «una conoscenza di base del tedesco» e «un determinato grado di istruzione». Il progetto bavarese segue di pochi giorni il «catalogo in 9 punti» presentato dal ministro Kanther per limitare l'ingresso in Germania degli extracomunitari. Secondo il ministro - che ha proclamato il 1998 «anno della sicurezza» - dovranno essere attribuite nuove competenze alla polizia di frontiera, e andranno inasprite le norme per la concessione di aiuti sociali. In tale contesto, la crisi curda diventa dunque esemplare: e non stupisce neanche il balletto sulle cifre del presunto, nuovo esodo di clandestini curdi verso le coste italiane. Sabato il responsabile della polizia di frontiera bavarese, Gerhard Hoeppe, aveva dichiarato alla Welt am Sonntag che «diecimila curdi» sono pronti a salpare dai porti turchi a bordo di «venti navi». Ieri Hoeppe ha smentito: «Mai fatto cifre», ha detto, «ho parlato soltanto di assembramenti di profughi» decisi a partire. Ma la Welt am Sonntag conferma le dichiara¬ zioni attribuite all'alto funzionario bavarese, che ritiene la Germania «obiettivo primario» dei clandestini curdi per la relativa facilità con la quale è possibile ottenere accoglienza, rispetto ad altri Paesi europei, anche dopo le restrizioni al diritto di asilo decise quattro anni fa. Secondo il capo della polizia di frontiera nella Germania meridionale, Dieter Mechlinski, le ci¬ fra di diecimila curdi in partenza per l'Italia «non è comunque improbabile». Ma il sospetto, a Bonn, è che l'allarme sia stato enfatizzato per drammatizzare la crisi curda, e per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla polizia di frontiera di una regione chiave come la Baviera: proprio nel momento in cui, in base agli accordi di Schengen, ci si prepara a scioglierla. Anche dietro la mobilitazione del ministro Kanther ci sarebbero «intenzioni elettorali», secondo l'Spd: il responsabile del partito per la politica interna, Fritz Rudolf Koerper, ha difeso ieri l'Italia, rimpro4 verando al ministro di dimenticare che dopo l'accordo di Schengen la difesa dei confini esterni dell'Unione europea «è un obbligo comune di tutti i Paesi dell'Unione». Dopo la caduta del Muro, ricorda Koerper, alla Germania servì molto tempo per imparare ad intercettare i profughi provenienti dall'Est. Emanuele Novazio E in Baviera c'è un piano per limitare in modo drastico l'afflusso di stranieri, mogli e figli di residenti Un gruppo di donne e bambini appena sbarcati nel porto di Otranto