I clandestini cercano nuove vie

I clandestini cercano nuove vie I trafficanti avrebbero individuato altri punti di sbarco (si parla di Venezia) per sfuggire ai controlli in Puglia I clandestini cercano nuove vie Ma oggi potrebbero arrivare due navi di curdi OTRANTO DAL NOSTRO INVIATO La mafia turca lo ha capito: il gioco è stato scoperto, occorre organizzarsi in maniera diversa. Oggi potrebbero arrivare almeno due delle tre navi partite nei giorni scorsi da Istanbul e invano cercate ancora ieri dalle motovedette italiane, ma potrebbero essere le ultime a trasportare profughi nelle stive, stipati come sacchi di cemento fino in Puglia. «Nuovi canali si stanno aprendo», annuncia Ahmet Yaman, rappresentante italiano del Fronte di liberazione del Kurdistan. Secondo le prime notizie giunte dalla Turchia al Fronte, profughi e clandestini potrebbero non avere più come destinazione finale la Puglia, ma altri porti dell'Adriatico come Venezia, molto più vicina all'Europa sognata dai curdi. Una via alternativa studiata dalla mafia turca prevede un coinvolgimento sempre più deciso della malavita albanese. Le grandi navi partite dalla Turchia si ancorerebbero al largo delle coste greche e sbarcherebbero lì il loro carico, già suddiviso in piccoli gruppi. Via terra, clandestini e profughi raggiungerebbero Valona. Di lì il viaggio proseguirebbe attraverso i normali canali finora utilizzati con successo dagli albanesi: gommoni e rotta sul tratto di costa compreso tra Brindisi e il capo d'Otranto. VIA TIR. Il viaggio di Reis è iniziato a Dyarbekir, capitale del Kurdistan turco. Vestiti, risparmi e indirizzi a fargli da bagaglio. Il primo indirizzo, un'agenzia di Istanbul, gli è venuto utile pochi giorni più tardi. Al titolare ha versato 5 mila marchi e, come tutti gli altri, si è messo in attesa. Settimane e settimane sono trascorse mentre la mafia prendeva gli accordi necessari con le mafie albanese e greca per eludere i controlli lungo la frontiera. Poi, una notte è giunto il via libera. Reis è stato fatto salire su un autobus. Gliaccordi della mafia hanno funzionato alla perfezione: nessuno ha fermato l'autobus di Reis alla frontiera, il viaggio è proseguito senza alcun problema in Grecia. Lo stesso è accaduto alla frontiera con l'Albania. Giunto a Valona, di fronte al mare, l'autobus si è dovuto fermare e Reis si è ritrovato chiuso in un Tir. Da quel momento i suoi ricordi si confondono. Ricorda il puzzo di orina e il senso di soffocamento, ma non è in grado di dire esattamente quanto tempo abbia trascorso all'interno del Tir. In ogni caso gli è andata bene. Una buona scorta di pillole e sostanze medicinali di vario genere, e profughi e clandestini possono resistere per settimane in una scatola di ferro senza bisogno di uscire per i bisogni fisici. La durata del tragitto dipende dagli scali lungo il tragitto, dalle soste imposte dalle necessità di sdoganamento, dal porto di partenza. Il gruppo di curdi cattolici giunti in Puglia poco più di due settimane prima di Reis aveva trascorso un mese all'interno del Tir, partendo dalla Turchia. Qualcun altro parte dalla Grecia, da Patrasso. In quel caso può bastare anche una sola notte in Tir per giungere in Italia. Anche Reis di notti non può averne trascorse molte nel Tir: Valona è a un paio d'ore dalla costa pugliese. Sarà durata, dunque, al massimo una notte la sua prigionia, ma è stata sufficiente a confondergli del tutto le idee. Quando ha rivisto la luce del sole, era convinto di essere a Roma. E' stata la polizia a dirgli la verità: si trovava in Pugna. La Germania era ancora molto lontana. VIA GOMMONE. Per Jalil la decisione della mafia turca è stata diversa. Era anche lui a Istanbul, in attesa di partire. Quando la mafia turca ha dato il via libera, si è ritrovato su un autobus come Reis e ha attraversato il confine greco. Ma quando è stato il momento di lasciare la Grecia, non è stato un autobus, ma un gommone a permettergli di farlo. Da un piccolo porto poco a Nord di Patrasso ha raggiunto Valona. Non si era ancora spenta l'eco del conflitto a fuoco di venerdì sera. Lo stesso capo della polizia di Valona era rimasto gravemente ferito nel tentativo di im¬ pedire uno sbarco di clandestini provenienti dalla Grecia. La notte seguente, intorno all'una, il gommone con a bordo Jalil, altri sei curdi e una decina di altri clandestini di nazionalità diverse si è messo in mare. Intorno all'alba, Jalil e i compagni sono stati ritrovati a Torre San Gennaro e Porto Badisco, tra la costa di Brindisi e quella di Lecce. Del gommone e degli scafisti, nessuna traccia. Flavia Amabile Un percorso alternativo via Grecia e Albania prevede che i profughi (divisi a piccoli gruppi) raggiungano l'Italia sui gommoni Sempre più chiaro il coinvolgimento tra clan turchi e albanesi Ieri senza esito i controlli in mare «Per rimanere in Italia abbiamo bisogno delle stesse garanzie che offrono gli altri Paesi europei» LE 2 ROTTE ^ Da Istanbul a Canolckale via, terra, poi via mare fino in Puglia e Calabria Da Istanbul in Grecia via terra, fino a Patrasso o Atene. Prosecuzione via terra fino in Albania, a Valona. Continuazione in gommone per la costa pugliese. LE FORZE IN CAMPO CAPITANERIE DI PORTO • CROTONE: 2 elicotteri • CATANIA: % ricognitori • BRINDISI: 6 motovedette • Tra CROTONE e REGGIO CALABRIA: 5 motovedette • ALBANIA: 3 motovedette GUARDIA DI FINANZA • BRINDISI e TARANTO: 1 ricognitore, 2 elicotteri • Tra BARI e la CALABRIA: 20 guardacoste e 50 motovedette, più alcuni pattugliatori • Tra TARANTO, GALLIPOLI e OTRANTO: 18 tra guardacoste e motovedette, una decina di elicotteri e 4 aerei .- : : :..«.■... Il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano