Assalto al comando di Marcos
Assalto al comando di Marcos L'esercito messicano attacca i ribelli nel Chiapas, mistero sulla sorte del leader Assalto al comando di Marcos Il governo nega, ma anche il vescovo di San Cristobal conferma la notizia CITTA' DEL MESSICO. L'esercito messicano ha occupato ieri il principale acquartieramento militare dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Ezln), a La Realidad, nel Chiapas. Si ignora per ora la sorte del capo dei guerriglieri, il «subcomandante» Marcos. Il centro, situato nella Selva Lacandona, a ridosso del confine con il Guatemala, era divenuto nel 1995 la principale base operativa dell'Ezln. A quanto si è appreso all'operazione hanno partecipato le truppe speciali della 39a zona militare di stanza a Ocosingo. La mossa dell'esercito non è giunta del tutto inattesa: qualche giorno fa, in occasione del quarto anniversario della fondazione dell'Ezln, Marcos aveva accennato al pericolo di un intervento dei militari. La notizia, confermata da un portavoce dei guerriglieri, è stata però destituita di ogni fondamento dalla settima regione militare. I soldati, precisa un comunicato, si sono limitati a svolgere le loro normali attività per tutelare la quiete pubblica. Anche il vescovo di San Cristobal de las Casa, monsignor Samuel Ruiz, ha detto di aver ricevuto notizie sull'occupazione di La Realidad. Difficile prevedere come reagiranno i guerriglieri all'azione dei militari. Le trattative fra il governo e l'Ezln si interruppero nel febbraio dell'anno scorso e da allora non sono più riprese. Proprio in questi giorni, la guerriglia aveva posto delle condizioni per tornare al tavolo dei negoziati. In primo luogo aveva invocato la punizione dei responsabili del massacro perpetrato nel villaggio di Acteal, dove il 22 dicembre furono trucidate 45 persone, per lo più donne e bambini, da parte - si sospetta - di elementi legati forse a militanti del Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri). Aveva moltre preteso lo smantellamento immediato delle bande paramilitari che operano nel Chiapas e il ritiro dell'esercito dalle zone controllate dai guerriglieri. Infine aveva chiesto al governo di recepire l'iniziativa di legge preparata dalla Commissione di concordia e pacificazione (Cocopa), in attuazione degli accordi firmati nel febbraio del 1996. Il massacro di Acteal e la crisi innescata dalla rivolta dell'Ezln ha avuto ripercussioni dirette sul governo messicano. Ieri il presidente Ernesto Zedillo ha annunciato le dimissioni del ministro dell'interno Emilio Chuayffet, un duro. Il sostituto è Francisco Labastida Ochoa, un abile uomo politico già responsabile dell'agricoltura, che si è impegnato a perseguire il dialogo «con tutte le parti» nel Chiapas per favorire la pace. Chuayffet era stato fatto oggetto di aspre critiche per il trattamento riservato alle forze dell'opposizione in Parlamento e agli zapatisti nel Chiapas. La nomina di Labastida, ha sottolineato Zedillo, segna l'inizio di «una nuova strategia» nella gestione del problema Chiapas. L'esercito messicano in questi giorni stava accentuando la pressione nel Chiapas, intensificando le operazioni di pattugliamento e tornando su posizioni che aveva abbandonato nei mesi scorsi quando si cercava di raggiungere un accordo con l'Esercito zapatista di liberazione nazionale. La conferma era venuta dallo stesso generale José Gomez Salazar, comandante della setti¬ ma regione messicana, il quale aveva reso noto che intorno alla Selva Lacandona, santuario della guerriglia zapatista, erano stati costituiti 12 nuovi posti di blocco presidiati dall'esercito. Questa situazione rilancia improvvisamente la tensione nel Chiapas, dopo il massacro del 22 dicembre scorso. Da allora, e sotto la pressione internazionale, il governo centrale e le forze arma¬ te hanno preso il controllo delle operazioni, con l'arresto di decine di persone che sarebbero legate al massacro, e un'aumentata presenza militare nel Chiapas. In particolare, il generale Gomez Salazar aveva ricevuto l'ordine di procedere dopo il ritrovamento di due arsenali di armi, che apparterrebbero a zapatisti e ad un gruppo paramilitare. [Agi-Ansa) La tensione era cresciuta dopo il massacro di quarantacinque indios li comandante Marcos leader degli zapatisti. Dopo il massacro degli indie» aveva lanciato l'allarme su una imminente offensiva dell'esercito nel Chiapas
Persone citate: Emilio Chuayffet, Ernesto Zedillo, Francisco Labastida Ochoa, Gomez Salazar, José Gomez Salazar, Labastida, Samuel Ruiz, Zedillo
Luoghi citati: Citta' Del Messico, Guatemala
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