«Un complotto contro Bonn» di Emanuele Novazio
«Un complotto contro Bonn» ILCASO «Un complotto contro Bonn» Accuse per l'esodo ai Paesi del Mediterraneo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Altri diecimila curdi stanno per imbarcarsi alla volta delle coste calabresi, ina la ioro meta finale è la Germania Mentre il ministro degli Esteri Klaus KniKel invita l'Italia a rafforzare i controlli alle frontiere ma esorta contemporaneamente a risolvere il problema curde politicamente e «alia radice», in Turchia, un nuovo allarme rilancia i timori tedeschi sull' inaffìdabilità dei controlli italiam alle frontiere esterne a Schengen. Secondo il capo della polizia di contine Bavarese, Geihard Hoppe, venti navi sono infatti pi onte a salpare dai porti turchi. Responsabili del nuovo massiccio esodo sarebbero il Pkk, il partito comunista curdo messo ai bando in Germania, e le autorità turche che - afferma Hoppe sulla We.lt airi Sonntag di starna ne lascerebbero le ((bande di trafficanti» libere di agire. Ancora una volta, l'Italia sarebbe soltanto una «stazione di transito», dunque secondo Hoppe. il vero obiettivo dei clandestini e la Germania per almeno tre motivi. Perche nella Repubblica Federale vive quasi mezzo milione di curdi perché la percentuale delle domande di asilo che vengono accolte e, in Germania, più alta che in altri Paesi (l'anno scorso e stato accettato u 2ù pei cento delle io mila domande presenta te), e perché Buim garantisce aiuti economici ai profughi che vengono ospitati. Proprio per eliminare questa agevolazione e scoraggiale l'immigrazione extracomunitana, il rninistro degli Interra Manfred Kanther ha annunciato l'altro giorno mi «catalogo di provvedimenti in 9 pun ti», che limita ulteriormente la concessione dei benefici dello Stato sociale ai profughi. Se l'allarme tedesco non si placa, la posizione del ministro Kinkel mostra tuttavia mia nnportante novità, rispetto a quelle finora espresse da altri esponenti del governo. Secondo il capo della diplomazia federale, infatti, Bonn ha certamente il diritto di pretendere il rispetto degli accordi internazionali dall'Italia, che deve difendere i propri confini «affinchè non venga messa in pericolo l'importante conquista dello spazio europeo della sicurezza e della libertà di movimento». Ma aggiunge Kinkel, prendendo le distanze dal suo collega Kanther sarebbe un errore illudersi di risolvere il problema curdo soltanto intensificando i controlli di polizia, e dando la caccia alle bande di trafficanti che prosperano organizzando «le navi della disperazione». «11 problema dei flussi di profughi attraverso l'Adriatico va affrontato alla radice», sottolinea il nunistro degli Esteri; con una efficace collaborazione di ((tutti gli Stati coinvolti, soprattutto la Turchia». Il governo di Ankara sa infatti molto bene, sottolinea il capo della diplomazia federale, che l'Europa lo appoggia nella sua lotta contro il terrorismo del Pkk. In cambio, è il sottinteso, l'Europa si aspetta il suo aiuto nella soluzione del problema dei profughi: perché «la questione curda è risolvibile nel suo complesso soltanto con mezzi politici, economici, sociali e culturali» che solo Ankara può garantire. Ma le diffidenze nei confronti della posizione italiana restano profonde, in Germania. Se il quotidiano popolare Bild (quasi cinque milioni di copie vendute) scrive che «l'Italia ha fallito ii tentativo di rendere sicuri i suoi confini, con una chiara violazio¬ ne dell'accordo di Schengen», l'autorevole quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung avanza accuse molto gravi nei confronti dei governi «dell'area mediterranea». La decisione turca di non concedere asilo politico ai curdi viene considerata dalla Faz il sintomo di «una concertazione fra le autorità» di questi Paesi e «le organizzazioni criminah senza scrupoli che guadagnano denaro» dal traffico di clandestini. La scelta italiana di concedere asilo ai curdi appare invece una «soluzione particolarmente elegante»: in questo modo, nota il giornale, si lascia a migliaia di persone entrate illegalmente in Italia la libertà di movimento necessaria per raggiungere le loro mete finali (la Francia e soprattutto la Germania), senza violare gli accordi di Schengen. Del complotto ai danni della Repubblica federale approfittereb¬ bero anche le organizzazioni di soccorso, italiane ed europee: tanto pronte a intervenire, nota il giornale di Francoforte, «quasi fossero contente» di avere altri «clienti» per garantirsi «sovvenzioni statali». Neanche in una delle roccaforti della diffidenza tedesca verso l'Italia, la Baviera, si cerca comunque di trarre dalla crisi curda conseguenze negative suU'affidabilità del risanamento finanziario italiano. «Non si possono estendere all'Unione monetaria i problemi che nascono da Schengen», ammette il portavoce del governo regionale bavarese Helmut Schuetz. «I nostri timori sul trattato si sono rivelati fondati. Ma una cosa è Schengen, un'altra sono i criteri di convergenza: in proposito, l'Italia ha fatto fenomenali progressi». Emanuele Novazio La «Frankfurter Allgemeine»: «Alcuni governi sono d'accordo con gruppi criminali» Attacco anche alle organizzazioni di soccorso A destra, mamme e bambini curdi sbarcati ad Otranto A sinistra una famiglia si sottopone alle procedure di identificazione davanti a un poliziotto
Persone citate: Hoppe, Kanther, Kinkel, Klaus Knikel, Manfred Kanther, Sonntag
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