Giustizia, il Palano sì schiera con Scalfaro di Alberto Rapisarda
Giustizia, il Palano sì schiera con Scalfaro Costa lancia un allarme: tante polemiche faranno diventare Tonino «uomo dell'anno» nel '98 Giustizia, il Palano sì schiera con Scalfaro Nessuno contro Mani pulite, ma pochi con Di Pietro ROMA. Tace Scalfaro, parlano tutti gli altri tuffandosi nella «telenovelas politica di inizio anno, pronti ad offrirsi come arbitri nel presunto duello di Di Pietro col presidente della Repubblica. Le dichiarazioni vengono valutate a peso, per quante sono. Messi sulla bilancia i pacchi di dispacci delle agenzie, prevale largamente la condanna della lettera con la quale Antonio Di Pietro chiede conto a Scalfaro di quel che ha detto sulle «manette facili». Ma non tutti pensano di avere così battutto per ko l'ex pubblico ministero. Tra i politici più navigati serpeggia ora una sottile inquietudine. Il timore di far crescere la popolarità del neosenatore dell'Ulivo attaccandolo, come stanno facendo da tutti i fronti, dal centro-destra e dal centro-sinistra. «Liberaldemocratici e ulivisti - avvisa Raffaele Costa, segretario dell'Unione di centro - stanno lavorando attivamente per far sì che il 1998 diventi l'anno di Antonio Di Pietro». Si coglie preoccupazione anche nelle parole di Dario Franceschini, vicesegretario del partito popolare, che cerca di ridimensionare la polemica in corso, come se temesse che Di Pietro sia l'unico che se ne possa avvantaggiare presso l'opinione pubblica. «Mi pare eccessivo parlare di scontro Scalfaro-Di Pietro - dice Franceschini ai giornali che ieri hanno quasi tutti titolato così -. Vorrei che si riconducesse la questione ai termini reali. Da una parte c'è un discorso, ormai istituzionale, del capo dello Stato degli italiani. Dall'altra c'è la reazione istintiva di un singolo parlamentare che, evidentemente, si è sentito chiamato in causa ed ha una reazione sopra le righe». Timori che i parlamentari vicini a Di Pietro, come il «verde» Pecoraro Scanio, si premurano di confermare. «La lettera di Di Pietro spiega Pecoraro Scanio - è un appello agli italiani che vogliono il rispetto della legalità e delle regole della buona amministrazione». Cioè, un invito agli italiani a schierarsi con lui o con Scalfaro. Il problema è che nessuno (salvo Forza Italia) vorrebbe apparire come quello che vuole indebolire o cestinare il benemerito lavoro dei magistrati guidati da Borrelli. I quali tentarono di stroncare la corruzione che ha coinvolto in passato tanti partiti, politici e imprenditori. L'operazione «Mani pulite» travolse nella vergogna la già potentissima de e il partito socialista di Craxi. Particolarmente imbarazzati sembrano, su fronti opposti, Alleanza nazionale di Fini e il Pds di D'Alema. Entrambi hanno sostenuto fortemente l'azione del pool di Milano ma ora si sentono stretti in una tagliola che potrebbe scattare entro il 25 gennaio. Quando la Camera dovrà decidere se concedere o no l'autorizzazione all'arresto di Cesare Previti (Forza Italia) chiesta dai magistrati di Milano. Se mandate Previti in carcere le riforme alle quali tanto tenete, non si faranno, manda a dire Forza Italia. Scalfaro pensava al caso Previti quando ha parlato contro la carcerazione preventiva? La maggioranza respinge il sospetto ma Ignazio La Russa (An), presidente della commissione per le autorizzazioni a procedere della Camera, dice che «richiami del genere Scalfaro ne ha fatti diversi. Ma, obiettivamente, questo cade in un momento tale per cui mi effetto sul caso Previti potrebbe averlo». E aggiunge che «se i riferimenti erano veramente a Di Pietro, forse Scalfaro avrebbe dovuto parlare un po' pri¬ ma». «Scalfaro ha parlato della giustizia soltanto per parlare male del pool di Milano, invece di accennare alla ragione che hanno determinato lo sfascio della giustizia» aggiunge Raffaele Bertoni, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati e ora senatore del pds. Il partito della Quercia, nel complesso, cerca di spegnare l'incendio sostenendo che sono «forzate» le interpretazioni date del discorso di Scalfaro. Con Di Pietro ci sono numerosi magistrati ed anche la solitaria voce di Pino Rauti, che si leva da destra per dire che «Di Pietro ha pienamente ragione». Questo, mentre il nuovo coordinatore di An, Alfredo Mantovano, denuncia i metodi inquisitori di Di Pietro. Forza Italia ieri Oscar Luigi Scalfaro (FRA ILI COI contenuQuadei LavLE INMAGGIO 1994. Tensioni furono durante la formazione del governo Bquando Di Pietro, si disse, era canViminale. Fu lo stesso Berlusconi, tpo, a confermare la presunta contScalfaro a questa ipotesi «Non ho a ha parlato con i toni più moderati di La Loggia, dopo aver proposto una inchiesta parlamentare sull'operato dei giudici di Milano. «Molto opportuno Scalfaro» e «molto inopportuna» la reazione di Di Pietro. Mentre l'ex presidente della Repubblica, Cossiga, dice di Di Pietro: «Chi si adombra, vuol dire che ha peccato». Alberto Rapisarda
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