Rai, il canone che non c'è di Massimo Gramellini
Rai, il canone che non c'è Code alla Posta, ma resta un mistero la somma da pagare Rai, il canone che non c'è IERI mattina il signor Euro, l'italiano medio che si accinge a entrare in Europa, è stato spedito alla Posta da sua moglie a pagare il canone 1998 della Rai. «Fai presto!», gli ha intimato lei come nello spot televisivo. Mentre scarpinava verso l'ufficio postale, il signor Euro non ha però resistito alla curiosità: superato l'impulso assolutamente umano di farne un simpatico aeroplanino, ha accostato gli occhi al bollettino di pagamento come si offre la gola a un vampiro: «Al fine di agevolare il rinnovo dell'abbonamento», recitava il foglietto, «Lei è tenuto a pagare un importo di lire...». Il nostro amico ha sbattuto gli occhi. L'importo! L'importo da pagare non c'era! Sarà uno scherzo, ha pensato. Un gioco legato alla Lotteria Italia. Se indovini la cifra vinci un invito a cena dal presidente Siciliano (se perdi, il cofanetto con tutti i suoi romanzi). Di balzelli in questi anni il signor Euro ne ha pagati tanti, ma la tassa al buio - u canone vir¬ tuale - mancava alla collezione. Arrivato alla Posta, ha trovato due lunghe file di disperati. La prima cercava di pagare il nuovo bollo per l'auto. Impresa titanica. Le tabelle per ora disponibili indicano solo i kilowattora, il cui numero va moltiplicato per un coefficiente. Stuoli di pensionati con la testa fra le mani ripassavano a voce alta la tabellina pitagorica, facendo le moltiplicazioni in brutta copia sul retro del bollettino. La seconda coda erano quelli che come il signor Euro avevano visto 10 spot della Rai in tv e ricevuto 11 bollettino a casa: adesso sventolavano in aria il suo stesso canone fantasmatico. Gli impiegati, per una volta pazienti, spiegavano a entrambe le code che il governo non aveva ancora preparato le tabelle né fissato gli importi. Che sarà mai questa smania di pagare, signor Euro? Tanto, vedrà, entreremo in Europa il... Massimo Gramellini
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