Strasburgo, San Silvestro di furia

Strasburgo, San Silvestro di furia FRANCIA Auto e negozi incendiati, scontri anche a Parigi. Chirac in tv: fermatevi Strasburgo, San Silvestro di furia Giovani scatenati in saccheggi e violenze anti-sistema PARIGI. Più di cinquanta auto incendiate, molotov contro le vetrine dei negozi, barricate, guerriglia, lancio di pietre contro la polizia, dieci fermi, due agenti feriti, pensiline distrutte, cassonetti dell'immondizia in fiamme. Questo è stato il San Silvestro di Strasburgo, il capoluogo dell'Alsazia dove l'eccitazione per l'arrivo dell'anno nuovo ha fatto da detonatore alla violenza latente nelle ultime settimane. Ma anche la periferia di Parigi e i quartieri difficili di altre città della Francia, da tempo teatro ogni notte di scontri e proteste, sono stati protagonisti di un San Silvestro di paura e rabbia, un fenomeno allarmante sul quale non ha potuto sorvolare il capo dello Stato, Jacques Chirac, nel suo discorso aila nazione per la fine dell'anno. I protagonisti dei fatti sono per lo più giovariissimi, metà dei fermati sono minorenni. Spesso l'offensiva si scatena in reazione all'arresto di qualcuno dei «casseurs», i giovani che traducono il disagio sociale in impeto distruttivo. E' stato questo il caso di Tolosa due giorni fa, quando una guerriglia si è protratta per ore in un quartiere periferico dopo la morte di un ragazzo inseguito dalla polizia mentre era al volante di un'auto rubata. Parigi e Strasburgo, a Capodanno, erano città spaccate. Nei centri storici, le tradizionali sfilate festose, con canti e petardi, fuochi d'artificio e balli in piazza. Gli Champs-Elysées percorsi da mezzo milione di persone, il centro della capitale alsaziana in effervescenza festosa. A pochi chilometri, nelle periferie, i coetanei di chi stava allegramente brindando all'anno nuovo impugnavano le molotov e soprattutto l'arma divenuta simbolo di questa protesta: la mazza da baseball, strumento che viene venduto in Francia in 200 mila esemplari l'anno a fronte di 15 mila persone che praticano questo sport. Le autorità cercano il dialogo con i giovani, spesso, come a Tolosa, i giovani vengono ricevuti ed ascoltati anche dopo i fatti di guerriglia. Ma i risultati sembrano finora scarsi, anzi di giorno in giorno si moltiplicano i fenomeni di rabbia e protesta. L'ultimo - dopo settimane di tiro ai bersaglio contro gli autobus - riguarda i postini, costretti in qualche caso addirittura a fare il quotidiano giro dei destinatari con la scorta della polizia. L'uniforme di qualsiasi emanazione dello Stato sembra essere motivo di attacco da parte delle bande dei giovanissimi, che preparano l'agguato, colpiscono con violenza e spariscono. «La sicurezza è la prima tra le nostre libertà», ha detto uno Chirac preoccupato davanti alle telecamere per il messaggio di fine anno. Era per la prima volta in piedi, per questa occasione. Lo Stato - ha insistito - deve certo «comprendere» e «prevenire», senza dimenticare però di «punire quando ce n'è bisogno». Il Prefetto di Strasburgo ha detto che per evitare quanto accaduto ci sarebbe voluto il coprifuoco. Tullio Giannotti

Persone citate: Chirac, Jacques Chirac, Tullio Giannotti