«Presidente, sia chiaro a chi si sta riferendo?» di Ale. Mon.

«Presidente, sia chiaro a chi si sta riferendo?» «Presidente, sia chiaro a chi si sta riferendo?» L'EXPM ALL'ATTACCO SROMA IGNOR Presidente, sia più chiaro». Antonio Di Pietro prende carta e penna e invia una lettera aperta a Scalfaro chiedendogli di ritornare sul messaggio di fine anno, di tradurre a lui e a quanti condividono il suo disorientamento le dichiarazioni in materia di Giustizia pronunciate in tv la sera del 31 dicembre. Affermazioni troppo generiche, quelle del capo dello Stato, prive di riferimenti precisi e per questo soggette ad ogni possibile strumentalizzazione contro gli ex compagni di strada e di avventura tuttora in trincea, i magistrati del Pool: non ha gradito il messaggio, l'ex pm, o meglio non ha gradito quello che del messaggio ha potuto comprendere. Nè è il solo a nutrire dei dubbi, a chiedersi se sono gli inquirenti milanesi e lui medesimo i bersagli delle parole di Scalfaro contro il ((tintinnar di manette» o piuttosto, come lascia intendere qualcuno, se quelle parole si riferiscono alla vicenda Previti. In ogni caso è la Giustizia il tema che ieri ha suscitato le maggiori reazioni e polemiche, scatenando in serata - un violento aumento della temperatura nel Palazzo ma non solo. Valutazioni discordanti e posizioni diverse, infatti, si registrano anche sul fronte giudiziario, dove al plauso di alcuni si contrappongono richieste di chiarimento da parte di altri, più intransigenti. Ma c'è anche chi si trincera dietro un «no comment» aperto a tutte le interpretazioni, come quello opposto ai cronisti dal procuratore di Palermo Giancarlo Caselli, ora in vacanza. Decisamente insoddisfatto Di Pietro, che in tema di carcerazione preventiva e avvisi di garanzia si è sentito particolarmente toccato dalle parole di Scalfaro. L'ex pm affida i suoi interrogativi ad una lettera aperta pubblicata oggi su Repubblica. «A chi e a quale caso si ri ferisce, signor Presidente? Quale carcerazione preventiva per Lei è stata un eccesso? Perché lancia Tal larme proprio e solo adesso? E ancora, signor Presidente, a quale avviso di garanzia si riferisce? A quello ricevuto da Berlusconi alla fine del '94 o ai tanti altri casi, magari riguardanti i signori Nessuno, pubblicizzati anzitempo?», scrive Di Pietro. Un approccio più che diretto, quello dell'ex magistrato, che nella sua richiesta di precisazioni non lesina riferimenti a nomi e a date innescando la miccia di ulteriori reazioni. «Su una questione incalza ancora - sento il bisogno di intervenire per chiederle di essere più chiaro: mi riferisco a ciò che Lei ha detto a proposito della carcera¬ zione preventiva e degli avvisi di garanzia. Anzi, a ciò che non ha detto lasciando così alla libera interpretazione dei soliti noti la possibilità di adattare le sue parole ai propri interessi». Bando agli equivoci, insomma, o a farne le spese saranno i soliti noti, ovvero i magistrati del Pool milanese il cui lavoro Di Pietro, in chiusura, difende a spada tratta: lavoro che, ribadisce, «ha subito e continua a subire in questi anni ogni sorta di insulti e di ingiuste critiche». Freddezza condivisa da Federico Orlando ed Elio Veltri, entrambi deputati «dipietristi». «Scalfaro e i politici che oggi scagliano fulmini contro certi giudici non mossero un dito quando vittime di costoro non erano politici e imprenditori, ma solo cittadini comuni», attacca Orlando. Affermazioni, quelle sulla Giustizia, che Scalfaro «poteva ri- sparmiarsi», rincara Veltri, se non altro per una questione di prudenza. Una sollecitazione «forte» - quella avanzata dall'ex pm e dai suoi supporter in Parlamento -, che però non esaurisce in sé la molteplicità di valutazioni ed interpretazioni con cui il mondo giudiziario soppesa le parole del Presidente. A ben vedere, persino nel Pool milanese c'è chi non condivide la severità di Di Pietro e la sua richiesta di chiarezza. «Non si può che plaudire alle parole di Scalfaro in tema di carcerazione preventiva e informazione di garanzia», prende le distanze (e non è la prima volta) Francesco Saverio Eorrelli, procuratore della Repubblica di Milano, per nulla deluso. «Sono convinto che se il Presidente avesse voluto fare riferimento a qualche episodio specifico lo avrebbe fatto, mentre invece ha il¬ lustrato principi di cai-attere generale assolutamente condivisibili aggiunge Bórrelli, escludendo riferimenti diretti o semplici allusioni all'attività del Pool -, Inoltre i miei rapporti con il Presidente sono da sempre impostati sulla reciproca stima». Un discorso «importante», «in un momento di trasformazione e di riforma - gli fa eco Paolo Gior-. dano, vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anni) -. Il Presidente ha riconosciuto il ruolo di rappresentanza dell'Anni e il ruolo di moderazione che ha avuto, di critica costruttiva e di dialogo con le forze politiche». La condanna degli eccessi della carcerazione preventiva «è una vecchia storia che appare e riappare secondo corsi e ricorsi, così come il fatto di vituperare le presunte manette facili», riflette il gip veneziano Carlo Mastelloni. «Però nessuno ha mai dimostrato la strumentalizzazione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere - aggiunge Mastelloni - se ne parla in certi momenti e poi vi sono dei silenzi perché nessuno porta degli elementi validi per supportare queste tesi». [ale. mon.]

Luoghi citati: Milano