LA LUNGA MARCIA DEL DENARO

LA LUNGA MARCIA DEL DENARO DAL 1900AL 1999 LA LUNGA MARCIA DEL DENARO Guido Ceronetti CERCAVO un'idea per parlare del Denaro - la sua lunga marcia tra l'inizio e la fine del secolo - ora mi arrischio a esporla. Ma non si tratta di economia: di quel che va oggi sotto questo nome io non capisco nulla, neppure le cose più abbecedario. Posso parlare invece del denaro scindendolo dall'economia, anche da quella detta domestica, la più inafferrabile. Il misterioso attacco alla specie in atto nel mondo per disumanizzare e rendere schiavi gli esseri parlanti (faccenda di cui ogni giorno mi dà conferme) ha due laboratori sperimentali che mai riposano: la casa fissa e il letto del malato. La casa è il luogo dove il denaro, sgocciolio o Mississippi, scorre incessantemente, e ogni suo punto è il letto di questo fiume; la casa è il luogo dove si trasforma in anima, rivelandosi affine o identico a questa. Il denaro sostiene la casa, perché (è un proverbio di Blake) ila dannazione sostiene». Il denaro si è impadronito del mondo durante il secolo XIX: America dopo Lincoln, Inghilterra vittoriana, Europa dopo Waterloo, invenzioni, sono i suoi campi di battaglia e mai ne ha persa una. Taumaturgo denaro, come una pagina di Germinai di Zola (p. II, cap. I) racconta: nel 1760 un modesto amministratore di casa nobile investe - angosciato gli scudi che nasconde in una calza (circa diecimila franchi) in qualche azione di una Compagnia che sfrut- ascetatra Dante e DA PAta il carbone appena costituita: un secolo dopo, epoca del romanzo, la famiglia Grégoire, sua discendenza, vive in una grande tenuta, nel magico riverbero di quel risparmio sfruttatore, senza far nulla: la rendita gli piove in casa puntuale, il denaro viene estratto per questi onesti borghesi dalle generazioni di affamati che si succedono nella mimerà. Da un pezzo, quando il Millenovecento entra in scena, il denaro dirige,e domina l'orchestra, ma quale Jules Venie o Wells o Kafka avrebbe immaginato il Bancomat? La slot-machine, idolo luciferino, è vecchia demonologia: il Bancomat senza volto è una banalità rituale come il caffè alle dieci. Eppure... C'è là, ad ogni ora del giorno e della notte, una fessurina che ti mette in mano, in risposta a un segnale, denaro contante... Davvero è così normale? La tasca era vuota, eccola piena. Ma a mezzanotte, in una piazza senza passanti, è più giusto che qualcuno ti tolga dalla tasca il denaro, che non te ne introduca un cenno fatto ad una penombra. E li avrebbe immaginati, un contemporaneo di Conrad, di Kipling, i pagamenti con la Cartagli acquisti via Internet, le «tigri asiatiche» di colpo senza dentipoi coi denti che ricrescono, Wall Street che nel 1929 mette K.Ol'intera America, i giornali di Berlino venduti con l'inflazione a un miliardo' o più "di marchi la copia, le Borse del mondo che sgonfiano coi titoli del virtuale, la malavita che, dopo secoli di buon artigianato del coltello, plana Su tutti gli affari e manovra le leve egiscrittori Don Chisciotte NA 19 finanziarie? E l'euro? E il commercio al minuto, figlio primogenito del denaro, sradicato, fatto morire da un padre infanticida? Tutto il commercio al minuto mette il «si liquida»: la bottega si è fatta video... Anche le tasse le puoi pagare senza uscire di casa... Tutto dentro casa, perché è la casa, non la banca, il luogo del denaro e dell'attentato alla specie. Il nuovo secolo prepara il chip sotto la pelle della mano: il cavo vuoto della mano potrà comprare Harrod's, Mediassi, i Faraoni... L'avaro, l'accumulatore di denaro fermo, che faceva sghignazzare i satirici, si è sciolto nell'acido di questi cento anni. Allo stesso modo è sparito dagli archetipi lo scialacquatore di patrimoni. Nell'immaginario che crea il reale è subentrata la figura tutta nuova e centrale del Consumatore. In lui e per lui denaro diarroico procura e disperde immense quantità di beni diarroici. Il consumatore consuma mondo in cambio di nulla. E' una trottola folle in una foresta stregata. Il consumatore viene incessantemente consumato dai beni che consuma e lo sbiancarsi del suo sangue è schedato da chi glieli imbocca. La pubblicità, che per ogni prodotto lo vuole arrapato come una cagna, non lo abbandona un momento. E tutti i consumatori girano insieme nella rotonda, come i prigionieri di Newgate nell'incisione di Dorè. Dove non ha distrazioni militari, ogni politica ' economica si concentra nella produzione in serie di consumatori, i quali disponendo di ciberdenaro adeguato perdano ogni resto di autocontrollo. E sui limiti travolti li aspetta il nemico occulto, che non muove il profitto per profittarne, che dell'utile e degli utili se ne infischia, che non ha fame di denaro ma di libertà umana, dì abbagliata anima umana. La questione è difficile e ogni generico moralismo anticonsumistico brancica nella facilità. E' ridicolo condannare il profitto, quando ne resta al buio l'essenza. E' un luogo comune dire che il profitto teme e cerca di sgominare le povertà, le sacche di penuria, le depressioni, gli effetti bellici e ogni resistenza alle occasioni offerte perché ne frenerebbero l'insaziabilità... Tutti i mercati sono pallidi spettri, per un rosso occhio che mira al battito interno, al ventre della monte. Trappola è anche credere migliore, rispetto al 1900, quando era immorale, l'azione del denaro a partire dal 1950, quando ha fatto girare tutte le pale del rivolgimento sociale, suscitando su scala immensa i più cattivanti benefìci. E ancora li estende per meglio riprenderseli e alle capsule grigie rendere più assurdo e scottante l'assieparsi su una terra contaminata. Vedere il profilo di un'ombra mostruosa dietro e in ogni metamorfosi di questa potenza incontrollabile è un lume crudele, ma libera da molto tormento inutile. Questa un po' scabrosa analisi, in giorni di spesa e consumi che attanagliano, e di indefinito suspense bancario, offro come un collirio.

Persone citate: Don Chisciotte, Dorè, Faraoni, Guido Ceronetti, Jules Venie, Kafka, Kipling, Pata, Wells

Luoghi citati: America, Berlino, Europa, Inghilterra, Lincoln