Dopo lo luce, fuori uso i telefoni di Enrico Benedetto
Dopo lo luce, fuori uso i telefoni Dopo lo luce, fuori uso i telefoni In mezza Francia continua Vemergenza Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Doveva essere il giorno della progressiva ripresa dopo un cataclisma dai contorni quasi apocalittici. Eppure, malgrado le intemperie abbiano graziato il Paese per ventiquattr'ore, la Francia ricorderà il 29 dicembre come un «mercoledì nero». Il bilancio delle vittime si aggrava: 80, dieci in più. Manca il pane a Bordeaux, l'acqua minerale è razionata, introvabili gli operai. Su direttiva chiracchiana, scendono in campo 6000 militari, ma l'emergenza inghiottirebbe un'intera Armée. E dopo i black-out elettrici, s'inceppa il telefono. Sono pressoché due milioni, nelle campagne francesi, le famiglie isolate. E i cellulari funzionano a singhiozzo. France Télécom paventa una crisi verticale. Le batterie d'emergenza che alimentano diverse zone stanno esaurendosi e per sostituirle ci vorrebbero ricambi purtroppo non disponibili. Quanto alla luce, torna ma con eccessiva lentezza. Ancora un francese su 10 deve usare torce, candele o gruppi elettrogeni, peraltro rischiosi: gli in- tossicati sono decine. Edf - l'Enel transalpina - rilancia l'sos verso le consorelle europee, ammettendo la disfatta. E se Marea Nera concede una breve tregua, risparmiando in extremis la Lo ira per scivolare a sud, osservatori autonomi lanciano una cifra atroce sulla «morte da petrolio» tra gli uccelli marini: non ventimila, bensì 300 mila esemplari. Ma il numero che oggi troveremo in prima pagina sui quotidiani francesi è un altro. Sessantanove, come i dipartimenti cui il governo Jospin riconosce la «catastrofe naturale». Ossia l'80% del totale. E apre l'elenco la regione parigi¬ na. Con le sue 350 scuole fuori uso, giardini e parchi inagibili, monumenti dai restauri costosi, boschi ormai scheletrici. Scorrendo la lista si misura l'estensione della tragedia. L'armonioso paesaggio francese rischia di essere deturpato per anni. Da Biarritz a Dunkerque solo danni. E non è semplice prendersela con le Ferrovie - criticate per i ritardi e per la disorganizzazione - quando ti spiegano che sulla Parigi-Strasburgo 50 alberi caduti ostruivano la lineri. Adesso va meglio. Ma la rete claudica. E il massiccio flusso di San Silvestro fa temere il peggio. Un Capodanno, in ogni caso, drammatico. Bonjourtristesse. I cenoni saltano a centinaia. Difficile festeggiare tra champagne e cotillon sapendo che il Paese ha ferite ancora fresche. Jacques Chirac, che ha sospeso le vacanze, oggi farà una tournee umanitaria nella Vienne. Rientrato in extremis, il premier Jospin moltiplica le dichiarazioni. E spedisce i ministri, anche quelli più riottosi, in provincia. Che si lascino pure fischiare: meglio la contestazione, di uno Stato che brilli per assenza. Parigi allarga i cordoni: primi fondi straordinari per ricostruire la Francia. Quanto ci vorrà? Esecutivo e assicuratori sono guardinghi. Tantopiù che il bilancio s'ingigantisce a vista d'occhio. Oltre diecimila miliardi, azzarda qualcuno. Il tasso di crescita per il Duemila - record invidiato dagli europartner - se lo mangeranno le tegole, i vivai forestali, le maxi-riparazioni, i programmi per ricostruire la Francia. L'Edf richiederà una fleboclisi monstre. Per i suoi 25 mila uomini che da lunedi solcano il Paese e aggiungiamoci pure gli ex: settantenni presentatisi in sede con un «E se vi dessi una ninno?» cercando in qualche maniera di rappezzare il sistema elettrico messo kappaò dal tornado, occorrerebbe un vero Piano Marshall. E mesi, forse anni, per metterlo in piedi. I guardaboschi, loro, parlano de) Duemilacinquanta. Solo fra mezzo secolo le foreste [xitrcbbero ritrovare il look del 1999. Minore pessimismo, invece, sull'inquinamento di Bretagna e Vandea. Ma la peti oliera Erika continua a perdere combustibili?. .Stasera i Verdi organizzano una glande manifestazione per il boicottaggio Total. Dovrebbero prendersela, semmai, col loro ministro dell'Ambiente, Dominique Voynet, che moltiplica gaffe ed errori |X)litici, catalizzando la collera popolare. Jospin finora l'ha coperta, Ma la tentazione di sacrificarla potrebbe divenire irresistibile. Dopo lo luce, fuori uso i telefoni Dopo lo luce, fuori uso i telefoni In mezza Francia continua Vemergenza Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Doveva essere il giorno della progressiva ripresa dopo un cataclisma dai contorni quasi apocalittici. Eppure, malgrado le intemperie abbiano graziato il Paese per ventiquattr'ore, la Francia ricorderà il 29 dicembre come un «mercoledì nero». Il bilancio delle vittime si aggrava: 80, dieci in più. Manca il pane a Bordeaux, l'acqua minerale è razionata, introvabili gli operai. Su direttiva chiracchiana, scendono in campo 6000 militari, ma l'emergenza inghiottirebbe un'intera Armée. E dopo i black-out elettrici, s'inceppa il telefono. Sono pressoché due milioni, nelle campagne francesi, le famiglie isolate. E i cellulari funzionano a singhiozzo. France Télécom paventa una crisi verticale. Le batterie d'emergenza che alimentano diverse zone stanno esaurendosi e per sostituirle ci vorrebbero ricambi purtroppo non disponibili. Quanto alla luce, torna ma con eccessiva lentezza. Ancora un francese su 10 deve usare torce, candele o gruppi elettrogeni, peraltro rischiosi: gli in- tossicati sono decine. Edf - l'Enel transalpina - rilancia l'sos verso le consorelle europee, ammettendo la disfatta. E se Marea Nera concede una breve tregua, risparmiando in extremis la Lo ira per scivolare a sud, osservatori autonomi lanciano una cifra atroce sulla «morte da petrolio» tra gli uccelli marini: non ventimila, bensì 300 mila esemplari. Ma il numero che oggi troveremo in prima pagina sui quotidiani francesi è un altro. Sessantanove, come i dipartimenti cui il governo Jospin riconosce la «catastrofe naturale». Ossia l'80% del totale. E apre l'elenco la regione parigi¬ na. Con le sue 350 scuole fuori uso, giardini e parchi inagibili, monumenti dai restauri costosi, boschi ormai scheletrici. Scorrendo la lista si misura l'estensione della tragedia. L'armonioso paesaggio francese rischia di essere deturpato per anni. Da Biarritz a Dunkerque solo danni. E non è semplice prendersela con le Ferrovie - criticate per i ritardi e per la disorganizzazione - quando ti spiegano che sulla Parigi-Strasburgo 50 alberi caduti ostruivano la lineri. Adesso va meglio. Ma la rete claudica. E il massiccio flusso di San Silvestro fa temere il peggio. Un Capodanno, in ogni caso, drammatico. Bonjourtristesse. I cenoni saltano a centinaia. Difficile festeggiare tra champagne e cotillon sapendo che il Paese ha ferite ancora fresche. Jacques Chirac, che ha sospeso le vacanze, oggi farà una tournee umanitaria nella Vienne. Rientrato in extremis, il premier Jospin moltiplica le dichiarazioni. E spedisce i ministri, anche quelli più riottosi, in provincia. Che si lascino pure fischiare: meglio la contestazione, di uno Stato che brilli per assenza. Parigi allarga i cordoni: primi fondi straordinari per ricostruire la Francia. Quanto ci vorrà? Esecutivo e assicuratori sono guardinghi. Tantopiù che il bilancio s'ingigantisce a vista d'occhio. Oltre diecimila miliardi, azzarda qualcuno. Il tasso di crescita per il Duemila - record invidiato dagli europartner - se lo mangeranno le tegole, i vivai forestali, le maxi-riparazioni, i programmi per ricostruire la Francia. L'Edf richiederà una fleboclisi monstre. Per i suoi 25 mila uomini che da lunedi solcano il Paese e aggiungiamoci pure gli ex: settantenni presentatisi in sede con un «E se vi dessi una ninno?» cercando in qualche maniera di rappezzare il sistema elettrico messo kappaò dal tornado, occorrerebbe un vero Piano Marshall. E mesi, forse anni, per metterlo in piedi. I guardaboschi, loro, parlano de) Duemilacinquanta. Solo fra mezzo secolo le foreste [xitrcbbero ritrovare il look del 1999. Minore pessimismo, invece, sull'inquinamento di Bretagna e Vandea. Ma la peti oliera Erika continua a perdere combustibili?. .Stasera i Verdi organizzano una glande manifestazione per il boicottaggio Total. Dovrebbero prendersela, semmai, col loro ministro dell'Ambiente, Dominique Voynet, che moltiplica gaffe ed errori |X)litici, catalizzando la collera popolare. Jospin finora l'ha coperta, Ma la tentazione di sacrificarla potrebbe divenire irresistibile.
Persone citate: Dominique Voynet, Jacques Chirac, Jospin, Vienne
Luoghi citati: Bordeaux, Dunkerque, Francia, Parigi, Strasburgo
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