Cecenia, fermato il marito di Lucia Annunziata di Lucia Annunziata
Cecenia, fermato il marito di Lucia Annunziata I sette, rilasciati nella notte dopo ore di interrogatori, sono stati minacciati di espulsione dal Paese Cecenia, fermato il marito di Lucia Annunziata Inviato del Washington Post, preso dai russi con altri 6 reporter Anna Zafesova MOSCA Sette giornalisti delle maggiori testate internazionali sono stati arrestati a Grozny ieri pomeriggio: i militari russi hanno fermato gli inviati di «Washington Post», «Daily Telegraph», «Boston Globe», «El Pafe», quello della tv spagnola «Ant?na 3» con il suo cameraman ed un fotografo britannico. Secondo il portavoce del comando russo nel Caucaso del Nord, generale Aleksandr Baranov, i sette sono stati fermati perché «erano sprovvisti delle credenziali ufficiali, emesse dal comando militare a Mozdok», la città dell'Ossezia del Nord dove ha sede il comando russo. «Stanno bene, sono a disposizione del capo di stato maggiore», ha assicurato il portavoce. Lucia Annunziata, moglie di Daniel Williams del «Washington Post», aveva saputo solo che il marito ed i colleghi erano stati trasferiti in una base in una località imprecisata. Solo a tarda notte si è saputo che i sette, fermati nelle immediate vicinanze di Grozny, erano stati portati al comando russo e sottoposti a nove ore di interrogatori. Poi, ricevuto «un severo monito», sono stati rilasciati, con la minaccia però di espulsione dalla Russia in caso di recidiva. Intanto l'avanzata russa a Grozny è stata bloccata dalla resistenza dei guerriglieri e i generali non promettono più la caduta della capitale cecena per Capodanno. I federali sono riusciti a muovere qualche passo solo ad Ovest e a Nord della città, mentre a Est hanno incontrato un'accanita resistenza e sono stati costretti a ritirarsi. Perfino il quartiere Staropromyslovskij, già più volte dichiarato «liberato» dal comando russo, risulta ancora panda unente occupato dai eoceni. Gli scontri comunque sono stati violenti: i ceceni paria- no di 50 soldati uccisi nelle ultime 24 ore, mentre i russi dicono di aver eliminato 200 guerriglieri. Il bombardamento d'artiglieria continua senza sosta: di fatto i militari stanno realizzando la minaccia di radere al suolo Grozny, minaccia che a parole avevano ritirato due settimane fa. Ièri la capitale cecena è stata abbandonata da 173 profughi: dall'inizio dell'assedio ne sono usciti 5522. Ma secondo la Croce Rossa, in città rimangono ancora tra i 10 ed i 50 mila civili. Alle bombe, alla fame e al freddo si aggiunge rbiquinamento. Sopra Grozny si è formata infatti una nube tossica: i russi accusano i ceceni di aver fatto saltare una cisterna di ammoniaca per avvelenare gli attaccanti, i ceceni danno la colpa a una bomba nemica. E tuttavia la minaccia lanciata da Clinton, «la Russia pagherà» per il massacro, non è stata messa in pratica. Due giorni fa la Banca mondiale ha stanziato 100 milioni di dollari per ristrutturare il settore carbonifero russo, e ieri un anonimo funzionario americano ha rivelato al «New York 'Times» che gli Usa non fermeranno gli aiuti al Cremlino. La giornalista Lucia Annunziata Cecenia, fermato il marito di Lucia Annunziata I sette, rilasciati nella notte dopo ore di interrogatori, sono stati minacciati di espulsione dal Paese Cecenia, fermato il marito di Lucia Annunziata Inviato del Washington Post, preso dai russi con altri 6 reporter Anna Zafesova MOSCA Sette giornalisti delle maggiori testate internazionali sono stati arrestati a Grozny ieri pomeriggio: i militari russi hanno fermato gli inviati di «Washington Post», «Daily Telegraph», «Boston Globe», «El Pafe», quello della tv spagnola «Ant?na 3» con il suo cameraman ed un fotografo britannico. Secondo il portavoce del comando russo nel Caucaso del Nord, generale Aleksandr Baranov, i sette sono stati fermati perché «erano sprovvisti delle credenziali ufficiali, emesse dal comando militare a Mozdok», la città dell'Ossezia del Nord dove ha sede il comando russo. «Stanno bene, sono a disposizione del capo di stato maggiore», ha assicurato il portavoce. Lucia Annunziata, moglie di Daniel Williams del «Washington Post», aveva saputo solo che il marito ed i colleghi erano stati trasferiti in una base in una località imprecisata. Solo a tarda notte si è saputo che i sette, fermati nelle immediate vicinanze di Grozny, erano stati portati al comando russo e sottoposti a nove ore di interrogatori. Poi, ricevuto «un severo monito», sono stati rilasciati, con la minaccia però di espulsione dalla Russia in caso di recidiva. Intanto l'avanzata russa a Grozny è stata bloccata dalla resistenza dei guerriglieri e i generali non promettono più la caduta della capitale cecena per Capodanno. I federali sono riusciti a muovere qualche passo solo ad Ovest e a Nord della città, mentre a Est hanno incontrato un'accanita resistenza e sono stati costretti a ritirarsi. Perfino il quartiere Staropromyslovskij, già più volte dichiarato «liberato» dal comando russo, risulta ancora panda unente occupato dai eoceni. Gli scontri comunque sono stati violenti: i ceceni paria- no di 50 soldati uccisi nelle ultime 24 ore, mentre i russi dicono di aver eliminato 200 guerriglieri. Il bombardamento d'artiglieria continua senza sosta: di fatto i militari stanno realizzando la minaccia di radere al suolo Grozny, minaccia che a parole avevano ritirato due settimane fa. Ièri la capitale cecena è stata abbandonata da 173 profughi: dall'inizio dell'assedio ne sono usciti 5522. Ma secondo la Croce Rossa, in città rimangono ancora tra i 10 ed i 50 mila civili. Alle bombe, alla fame e al freddo si aggiunge rbiquinamento. Sopra Grozny si è formata infatti una nube tossica: i russi accusano i ceceni di aver fatto saltare una cisterna di ammoniaca per avvelenare gli attaccanti, i ceceni danno la colpa a una bomba nemica. E tuttavia la minaccia lanciata da Clinton, «la Russia pagherà» per il massacro, non è stata messa in pratica. Due giorni fa la Banca mondiale ha stanziato 100 milioni di dollari per ristrutturare il settore carbonifero russo, e ieri un anonimo funzionario americano ha rivelato al «New York 'Times» che gli Usa non fermeranno gli aiuti al Cremlino. La giornalista Lucia Annunziata
Persone citate: Aleksandr Baranov, Anna Zafesova, Clinton, Daniel Williams, Lucia Annunziata
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