Millennium Bug, ultimi consìgli contro i rischi di Luigi Grassia

Millennium Bug, ultimi consìgli contro i rischi Dall'America all'Europa tutti con il fiato sospeso. A mezzanotte computer e trasporti alla grande prova Millennium Bug, ultimi consìgli contro i rischi In Italia 100 mila chiamati a vigilare Luigi Grassia Se qualcuno rischia davvero di sbiancarsi i capelli per il millennium bug, domani notte, sono i militari Usa del «Centro per la stabilità strategica e il Y2K» rintanati nella base aerea di Peterson, Colorado: assieme a una ventina di esperti informatici della Difesa russa, coordineranno il monitoraggio globale russo-americano sui falsi allarmi missilistici che il «baco» potrebbe scatenare nei computer degli Stati Uniti, ma soprattutto in quelli ex sovietici residuati dall'era Breznev. Domani notte, in nessun posto come nei bunker e nei sottomarini nucleari, dove la differenza tra pace e Apocalisse sta in un pulsante da premere o no, l'angoscia da fine del millennio e il rischio vero della fine del mondo saranno così concreti. In confronto, che le linee aeree statunitensi abbiano cancellato centinaia di voli previsti per la notte fatidica o che ieri le carte di credito britanniche siano già andate in tilt possono sembrare cose da poco; eppure in queste stesse ore, in Italia e nel mondo, ognuno nutre legittimamente preoccupazioni sue proprie su quel che potrebbe capitargli o già gli è capitato per questo maledetto «bug». In Italia, dove il problema è stato affrontato dalle pubbliche autorità piuttosto tardivamente (solo dall'inizio del '99, mentre le imprese si sono mosse con un paio d'anni di anticipo), il tempo è stato recuperato in fretta e adesso il lavoro fatto sarà verificato dal Centro decisionale nazionale insediato a Forte Braschi dalle 9 di domani fino a data da definire. Il passaggio al 2000 sarà presidiato da 48 postazioni microfoniche, 11 monitor e apparecchiature speciali collegate con la presidenza del Consiglio, con i ministeri dell'Interno, degli Esteri e della Difesa e con grandi compagnie fornitrici i servizi essenziali: Eni, Enel, Rai impianti, Tim, Wind, Telecom. In tutto, il 31 dicembre 100 mila persone veglie ranno nel Paese (tra uffici e imprese) per assicurare una morbida transizione informatica al nuovo millennio. Ma gli italiani fino a che punto temono i rischi del «bug»? Un'indagine Doxa-Gallup resa pubblica ieri rivela che circa la metà di loro non ne ha mai sentito parlare. Ricordiamo dunque che il problema nasce dal limite di due cifre che avevano i computer, fino a poco tempo fa, per indicare l'anno nelle date: il 19 era sottinteso, si citava solo 80, 81, 82 ecc. Lo 00 del Duemila era destinato a mettere in imbarazzo gli elaboratori che lo leggevano come 1900, ma nessuno se ne è preoccupato fino a pochi anni fa. Per evitare tilt generalizzati, sono stati compiuti lavori di ripulitura che nel mondo sono costati (si stima) l'equivalente di un milione e 200 mila miliardi di lire. Per fare un confronto, pare che la guerra del Vietnam sia costata «solo» un milione di miliardi. Ciononostante, come si diceva, il problema non è troppo ben inquadrato e c'è anche chi lo ritiene irrilevante: la Doxa dice che il «baco» fa paura solo al 23% degli italiani e fra essi solamente il 5% dice di essere «molto preoccupato» (il 18% «abbastanza preoccupato). Alla fine è probabile che gli ottimi¬ sti abbiano ragione, cioè che succedano pochi guai, ma solo perché nel frattempo si è compiuto un gigantesco sforzo globale per prevenire i guai medesimi. Settore per settore, in Italia il traffico aereo sarà ridotto dell'80% nell'ultima notte dell'anno ma, assicurano gli organi di controllo dell'aviazione civile e del traffico, è normale amministrazione ogni 31 dicembre. Le Fs fermeranno i 48 treni a lunga percorrenza che saranno in circolazione nella notte fra il 31 dicembre e il 1 * gennaio «nella stazione più comoda all'approssimarsi della mezzanotte». L'interruzione durerà (si spera) solo un'ora, dalle 23,30 alle 24,30, e servirà a verificare le linee elettriche. Per i telefoni c'è chi teme che le chiamate a cavallo dei due millenni diano luogo a bollette pazze, ma le compagnie lo negano. Imponenti le misure di emergenza approntate dall'Enel e dagli altri erogatori di energia, mentre per le banche il presidente dell'Ani, Maurizio Sella, ha assicurato che «non ci saranno problemi». Per sicurezza, la Banca d'Italia ha deciso di mettere a disposizione più liquidità nel caso che la gente voglia farsi scorte di denaro superiori al consueto. Per quanto riguarda gli impianti industriali, il passaggio del millennio cade in prossimità di un week-end, il che amplia i tempi per possibili controlli e interventi, Qualche azienda ha comunque comunicato che ci saranno degli stop programmati. La St Microelectronics, ad esempio, fermerà l'attività il 31 dicembre per fare verifiche. La Fiat il 3 gennaio terrà fermi gli stabilimenti. Che cosa si è fatto nel resto del mondo? In Usa e in Europa moltissimo, fuori assai meno. Anche gli evoluti sistemi economici dell'Asia sembrano aver affrontato il problema-baco con una certa flemma. Saggezza orientale o terribile incoscienza? Lo vedremo fra un giorno o due. Mettere al passo gli elaboratori è costato al pianeta un milione e 200 mila miliardi di lire più della guerra del Vietnam 30 DICEMBRE lai .> tutto lido i piarti psr:0^stìffl:Vé'nie:.j: M, inluliaso-v ^m;.v- MrfcatT tlài 2-*<m\ kw* jo:; •■ ■ - Millennium Bug, ultimi consìgli contro i rischi Dall'America all'Europa tutti con il fiato sospeso. A mezzanotte computer e trasporti alla grande prova Millennium Bug, ultimi consìgli contro i rischi In Italia 100 mila chiamati a vigilare Luigi Grassia Se qualcuno rischia davvero di sbiancarsi i capelli per il millennium bug, domani notte, sono i militari Usa del «Centro per la stabilità strategica e il Y2K» rintanati nella base aerea di Peterson, Colorado: assieme a una ventina di esperti informatici della Difesa russa, coordineranno il monitoraggio globale russo-americano sui falsi allarmi missilistici che il «baco» potrebbe scatenare nei computer degli Stati Uniti, ma soprattutto in quelli ex sovietici residuati dall'era Breznev. Domani notte, in nessun posto come nei bunker e nei sottomarini nucleari, dove la differenza tra pace e Apocalisse sta in un pulsante da premere o no, l'angoscia da fine del millennio e il rischio vero della fine del mondo saranno così concreti. In confronto, che le linee aeree statunitensi abbiano cancellato centinaia di voli previsti per la notte fatidica o che ieri le carte di credito britanniche siano già andate in tilt possono sembrare cose da poco; eppure in queste stesse ore, in Italia e nel mondo, ognuno nutre legittimamente preoccupazioni sue proprie su quel che potrebbe capitargli o già gli è capitato per questo maledetto «bug». In Italia, dove il problema è stato affrontato dalle pubbliche autorità piuttosto tardivamente (solo dall'inizio del '99, mentre le imprese si sono mosse con un paio d'anni di anticipo), il tempo è stato recuperato in fretta e adesso il lavoro fatto sarà verificato dal Centro decisionale nazionale insediato a Forte Braschi dalle 9 di domani fino a data da definire. Il passaggio al 2000 sarà presidiato da 48 postazioni microfoniche, 11 monitor e apparecchiature speciali collegate con la presidenza del Consiglio, con i ministeri dell'Interno, degli Esteri e della Difesa e con grandi compagnie fornitrici i servizi essenziali: Eni, Enel, Rai impianti, Tim, Wind, Telecom. In tutto, il 31 dicembre 100 mila persone veglie ranno nel Paese (tra uffici e imprese) per assicurare una morbida transizione informatica al nuovo millennio. Ma gli italiani fino a che punto temono i rischi del «bug»? Un'indagine Doxa-Gallup resa pubblica ieri rivela che circa la metà di loro non ne ha mai sentito parlare. Ricordiamo dunque che il problema nasce dal limite di due cifre che avevano i computer, fino a poco tempo fa, per indicare l'anno nelle date: il 19 era sottinteso, si citava solo 80, 81, 82 ecc. Lo 00 del Duemila era destinato a mettere in imbarazzo gli elaboratori che lo leggevano come 1900, ma nessuno se ne è preoccupato fino a pochi anni fa. Per evitare tilt generalizzati, sono stati compiuti lavori di ripulitura che nel mondo sono costati (si stima) l'equivalente di un milione e 200 mila miliardi di lire. Per fare un confronto, pare che la guerra del Vietnam sia costata «solo» un milione di miliardi. Ciononostante, come si diceva, il problema non è troppo ben inquadrato e c'è anche chi lo ritiene irrilevante: la Doxa dice che il «baco» fa paura solo al 23% degli italiani e fra essi solamente il 5% dice di essere «molto preoccupato» (il 18% «abbastanza preoccupato). Alla fine è probabile che gli ottimi¬ sti abbiano ragione, cioè che succedano pochi guai, ma solo perché nel frattempo si è compiuto un gigantesco sforzo globale per prevenire i guai medesimi. Settore per settore, in Italia il traffico aereo sarà ridotto dell'80% nell'ultima notte dell'anno ma, assicurano gli organi di controllo dell'aviazione civile e del traffico, è normale amministrazione ogni 31 dicembre. Le Fs fermeranno i 48 treni a lunga percorrenza che saranno in circolazione nella notte fra il 31 dicembre e il 1 * gennaio «nella stazione più comoda all'approssimarsi della mezzanotte». L'interruzione durerà (si spera) solo un'ora, dalle 23,30 alle 24,30, e servirà a verificare le linee elettriche. Per i telefoni c'è chi teme che le chiamate a cavallo dei due millenni diano luogo a bollette pazze, ma le compagnie lo negano. Imponenti le misure di emergenza approntate dall'Enel e dagli altri erogatori di energia, mentre per le banche il presidente dell'Ani, Maurizio Sella, ha assicurato che «non ci saranno problemi». Per sicurezza, la Banca d'Italia ha deciso di mettere a disposizione più liquidità nel caso che la gente voglia farsi scorte di denaro superiori al consueto. Per quanto riguarda gli impianti industriali, il passaggio del millennio cade in prossimità di un week-end, il che amplia i tempi per possibili controlli e interventi, Qualche azienda ha comunque comunicato che ci saranno degli stop programmati. La St Microelectronics, ad esempio, fermerà l'attività il 31 dicembre per fare verifiche. La Fiat il 3 gennaio terrà fermi gli stabilimenti. Che cosa si è fatto nel resto del mondo? In Usa e in Europa moltissimo, fuori assai meno. Anche gli evoluti sistemi economici dell'Asia sembrano aver affrontato il problema-baco con una certa flemma. Saggezza orientale o terribile incoscienza? Lo vedremo fra un giorno o due. Mettere al passo gli elaboratori è costato al pianeta un milione e 200 mila miliardi di lire più della guerra del Vietnam 30 DICEMBRE lai .> tutto lido i piarti psr:0^stìffl:Vé'nie:.j: M, inluliaso-v ^m;.v- MrfcatT tlài 2-*<m\ kw* jo:; •■ ■ -

Persone citate: Braschi, Breznev, Gallup, Maurizio Sella, Peterson