Risolta la «grana» dei sottosegretari
Risolta la «grana» dei sottosegretari Scendono da 66 a 64. A Passigli viene affidata una nuova delega: quella dell'innovazione tecnologica Risolta la «grana» dei sottosegretari Scambio dipoltrone tra Morgando e Palumbo Francesco Grignetli ROMA Il gran movimento dei sottosegretari è fatto. Como annunciato, la prima riunione del consiglio dei ministri ha affrontato e risolto la grana. Innanzitutto sono state accettate formalmente le dimissioni di Roberto Pinza, popolare, che nei giorni scorsi aveva sbattuto la porta per delusione, e di Romano Misserville, rnastelliano, fuoriuscito da Alleanza Nazionale ma fascista non pentito, che invece aveva mollato sotto l'urto delle polemiche. Al loro posto, anche in questo rispettando le previsioni della vigilia, non è stato nominato nessun nuovo viceministro. Il numero complessivo dei sottosegretari scende dunque da 66 a 64: una risposta alle polemiche dei giorni scorsi. Il valzer delle poltrone ha interessato sei sottosegretari. Porse meno di quanto si era immaginato. E dunque il popolare Gianfranco Morgando, responsabile economico del ppi, lascia il ministero del Commercio Estero e va all'Industria. In realtà è un ritorno perdio è il ministero dove aveva lavorato durante il D'Alema uno. Il posto gli viene lasciato libero da un collega popolare, il senatore Amelio Palumbo, che dall' Industria si trasferisce agli Esteri. E con questo scambio di poltrone, tutto in famiglia, i popolari ottengono di essere reintegrati alla Farnesina dove negli ultimi quattro anni avevano avuto come sottosegretario Patrizia Toia, promossa a ministro per le Politiche comunitarie. La fretta, come ha ammesso il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di ieri mattina, ha prodotto molti errori: l'assenza di popolari dal dicastero retto da Lamberto Dini era considerato fórse il più grave a piazza del Gesù. Ma si muove anche un altro esponente popolare: Armando Veneto, penalista calabrese, lascia il ministero dei Lavori Pubblici (dove c'era un secondo sottosegretario popolare, Salvatore Ladu) e va alle Finanze. In senso esattamente inverso, l'esponente dell'Udeur Mauro Fabris, com- mercialista, lascia il ministero delle Finanze e va ai Lavori Pubblici. La diossina Adriana Vigneri, esperta in materie giuridiche, che negli ultimi quattro anni si è occupata di enti locali al ministero dell'Interno, e inopinatamente era finita al ministero dei Beni Culturali, viene ripescata per rafforzare la squadra di Franco Bassanini al ministero della Funzione Pubblica. Al suo posto va Raffaele Cananzi, deputato ppi, avvocato dello Stato nonché presidente uscente della commissione Affari costitu¬ zionali della Camera, che percorre il tragitto in senso opposto: dalla Presidenza del consiglio (con delega preassegnata alla Funzione Pubblica) ai Beni Culturali. A dimostrazione che il pasticcio delle sovrapposizioni era letteralmente insormontabile, Cananzi tra i sottosegretari ai Beni culturali raggiunge il collega di partito Giampaolo D'Andrea. Importante, poi, il capitolo delle deleghe affidate ai sottosegretari alla presidenza. Il popolare Dario Franceschini, che aveva corso invano per la segreteria del partito come avversario di Castagnetti, ha avuto la delega per le riforme istituzionali. Il diessino Stefano Passigli, professore universitario, ha ottenuto la delega per l'innovazione tecnologica: annunciata nei giorni scorsi, questa delega nuova di zecca avrà a che fare con la diffusione di Internet nel Paese e con le interconnessioni tra banche dati della burocrazia statale. Lui, Passigli, ha subito annunciato di voler correre verso la nuova frontiera «dal commercio elettronico al controllo dei contenuti su Internet, all'istruzione informatica delle nuove generazioni, alle tariffe, a facilitare l'accesso ai dati della pubblica amministrazione». La delega per la protezione civile, in ultimo, è stata affidata dal presidente del consiglio al ministro dell'Interno, Enzo Bianco, che a sua volta la girerà al sottosegretario Franco Barberi, ormai esperto del settore e prossimo direttore dell'Agenzia per la Protezione civile. Non è stato affrontato, a quanto si sa, il problema della delega forse più delicata di tutte: il controllo sui servizi segreti. Nonostante un appello di Franco Frattini, FI, presidente del comitato parlamentare di controllo sui servizi, a favore di Franco Bassanini, D'Alema pare aver deciso di tenerla per sé. | <m Il diessino Stefano Passigli ha ottenuto | la delega per l'innovazione tecnologica <m Risolta la «grana» dei sottosegretari Scendono da 66 a 64. A Passigli viene affidata una nuova delega: quella dell'innovazione tecnologica Risolta la «grana» dei sottosegretari Scambio dipoltrone tra Morgando e Palumbo Francesco Grignetli ROMA Il gran movimento dei sottosegretari è fatto. Como annunciato, la prima riunione del consiglio dei ministri ha affrontato e risolto la grana. Innanzitutto sono state accettate formalmente le dimissioni di Roberto Pinza, popolare, che nei giorni scorsi aveva sbattuto la porta per delusione, e di Romano Misserville, rnastelliano, fuoriuscito da Alleanza Nazionale ma fascista non pentito, che invece aveva mollato sotto l'urto delle polemiche. Al loro posto, anche in questo rispettando le previsioni della vigilia, non è stato nominato nessun nuovo viceministro. Il numero complessivo dei sottosegretari scende dunque da 66 a 64: una risposta alle polemiche dei giorni scorsi. Il valzer delle poltrone ha interessato sei sottosegretari. Porse meno di quanto si era immaginato. E dunque il popolare Gianfranco Morgando, responsabile economico del ppi, lascia il ministero del Commercio Estero e va all'Industria. In realtà è un ritorno perdio è il ministero dove aveva lavorato durante il D'Alema uno. Il posto gli viene lasciato libero da un collega popolare, il senatore Amelio Palumbo, che dall' Industria si trasferisce agli Esteri. E con questo scambio di poltrone, tutto in famiglia, i popolari ottengono di essere reintegrati alla Farnesina dove negli ultimi quattro anni avevano avuto come sottosegretario Patrizia Toia, promossa a ministro per le Politiche comunitarie. La fretta, come ha ammesso il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di ieri mattina, ha prodotto molti errori: l'assenza di popolari dal dicastero retto da Lamberto Dini era considerato fórse il più grave a piazza del Gesù. Ma si muove anche un altro esponente popolare: Armando Veneto, penalista calabrese, lascia il ministero dei Lavori Pubblici (dove c'era un secondo sottosegretario popolare, Salvatore Ladu) e va alle Finanze. In senso esattamente inverso, l'esponente dell'Udeur Mauro Fabris, com- mercialista, lascia il ministero delle Finanze e va ai Lavori Pubblici. La diossina Adriana Vigneri, esperta in materie giuridiche, che negli ultimi quattro anni si è occupata di enti locali al ministero dell'Interno, e inopinatamente era finita al ministero dei Beni Culturali, viene ripescata per rafforzare la squadra di Franco Bassanini al ministero della Funzione Pubblica. Al suo posto va Raffaele Cananzi, deputato ppi, avvocato dello Stato nonché presidente uscente della commissione Affari costitu¬ zionali della Camera, che percorre il tragitto in senso opposto: dalla Presidenza del consiglio (con delega preassegnata alla Funzione Pubblica) ai Beni Culturali. A dimostrazione che il pasticcio delle sovrapposizioni era letteralmente insormontabile, Cananzi tra i sottosegretari ai Beni culturali raggiunge il collega di partito Giampaolo D'Andrea. Importante, poi, il capitolo delle deleghe affidate ai sottosegretari alla presidenza. Il popolare Dario Franceschini, che aveva corso invano per la segreteria del partito come avversario di Castagnetti, ha avuto la delega per le riforme istituzionali. Il diessino Stefano Passigli, professore universitario, ha ottenuto la delega per l'innovazione tecnologica: annunciata nei giorni scorsi, questa delega nuova di zecca avrà a che fare con la diffusione di Internet nel Paese e con le interconnessioni tra banche dati della burocrazia statale. Lui, Passigli, ha subito annunciato di voler correre verso la nuova frontiera «dal commercio elettronico al controllo dei contenuti su Internet, all'istruzione informatica delle nuove generazioni, alle tariffe, a facilitare l'accesso ai dati della pubblica amministrazione». La delega per la protezione civile, in ultimo, è stata affidata dal presidente del consiglio al ministro dell'Interno, Enzo Bianco, che a sua volta la girerà al sottosegretario Franco Barberi, ormai esperto del settore e prossimo direttore dell'Agenzia per la Protezione civile. Non è stato affrontato, a quanto si sa, il problema della delega forse più delicata di tutte: il controllo sui servizi segreti. 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