La tentata fuga dei clandestini finisce in tragedia

La tentata fuga dei clandestini finisce in tragedia Avevano appiccato il fuoco nel centro di accoglienza come diversivo, ma il piano si è rivelato una trappola La tentata fuga dei clandestini finisce in tragedia Trapani, in tre muoiono in mézzo lamme Antonio Ravicià TRAPANI Tre extracomunitari morti carbonizzati e quattro dei loro compa; gni gravissimi trasportati nel centro ustionati di Palermo: questo il bilancio dopo il tentativo di fuga in massa, in tre riprese, dal cèntro per l'accoglienza di mamigrati clandestini «Rosa Serraino Vulpitta» di Trapani II centro è a 100 metri dal mare, davanti alle tre isole Egadi. Il bilancio è ancora più allarmante, se si considerano altri sei nordafricani ricoverati per ustioni all'ospedale trapanese «Sant'Antonio Abate», più i nove poliziotti coni quattro carabinieri accompagnati d'urgenza con sintomi di asfissia. L'incendio doloso è stato appiccato verso le 3 della notte di ieri da un pugno di disperati, che volevano conquistare la libertà a tutti i costi, anche a prezzo della vita. Il fomentatore della sommossa - la quinta in un anno e mezzo nell'ala deH'edificio dell'opera pia che ospita anche un ospizio per vecchi e che è stata sernidistrutta dalle fiamme - è un tunisino di 32 anni, Fqih Lakhder fermato su ordine della procura della Repubblica. L'uomo è fra i quattro immigrati trasferiti a Palermo. «Soggetto turbolento», dicono gli investigatori dopo che la polizia scientifica è risalita a lui attraverso le impronte digitali acquisite in precedenti e sanguinosi soggiorni in Italia. Lakhder è approdato a Pantelleria il 4 dicembre e ora è formalmente accusato di omicidio colposo, lesioni colpose e incendio doloso. Trasferito in ospedale a Palermo (è uno dei nove feriti) su ordine del pubblico ministero Cristina Macchiusi sarà rinchiuso in carce- I re. Secondo la ricostruzione investigativa, suffragata dalle testimo- j manze di alcuni degli illegali in- li trappolati tra le fiamme, Fcrih ! Lakd" ( avrei Un primo allarme è scattato alle 18 e ben presto è rientrato. Ma una quarantina degli 85 ospiti, ritenuti i più a rischio, non demordono e tentano nuovamente di innescare una fuga. Divelta l'inferriata di un locale in disuso, sette o otto di loro si calano all' esterno OTn'Improvvisate corde ricavate da lenzuoli di fibra artificiale. Ven- gono quasi tutti riacciuffati, tranne due, ancora irreperibili. A questo punto il cordone di sicurezza diventa più incisivo. Alla quindicina di agenti e carabinieri m servizio ne vengono affiancati altri per chiudere in tre stanze i piùscalma- nati. _\ In uno di queste ?|Mjg|Hl& Lakdher, con altri 11 compagni, prova una prima volta a dare fuoco a un materasso per provocare un diversivo che consenta al gruppo di fuggire. Il focolaio è spento, ma il tunisino min :si da per vinto, ammassa altro magnale vicino alla porta e appicca ancora una volta il fuoco (sono già le 2 di nottèTOje1 forze dell' ordine accoiTono^ondan» e con estinto- ri neutralizzano l'incendio. Ma tre clandestini sono già morti per asfissia. Erano quelli più vicini .alle fiamme, sono stati fulminati dalla tossicità dei materassi. Nel primo pomeriggio è arrivato il sottosegretario agli Interni Alberto Maritati che, dopo un sopralluogo nel centro di accogJfefSza", ha presieduto in Pre£e£t\ira il Comita- to provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Maritati ha detto di essere arrivato in Sicilia «per constatare se vi sia stata una violazione delle regole, ma tutti i parametri siano stati rispettati, la struttura è pienamente funzionale e le forze dell' ordine hanno agito con professionalità». Il sottosegretario ha aggiunto che «non si è in presenza di un problema di online pubblico. Se vi saranno responsabilità amministrative e penali saranno accertate. In ogni caso la struttimi sarà ripristinata in tempi brevi». Infine ha aggiunto: «Questa tragedia ci vede sconfitti come uomini e servirii per cercare di migliorare le condizioni dell' accoglienza con maggiore coinvolgimento degli enti locali e del volontariato». Degli 85 ospiti del «Serraino Vulpitta», 65 erano stati bloccati il 4 dicembre dopo essere sbarcati clandestinamente nell'isola di Pantelleria, senza documenti, inzuppati, scn u assiderati. Si D'atta di una coda dei flussi migratori che interessano Sicilia, Calabria e Puglia. Nessuno di questi disperati era stato ancora sottoposto alle procedure per il riconoscimento, indispensabili per il decreto di espulsione dall'Italia e necessario per il rimpatrio. Innumerevoli le reazioni, mentre il sindaco Antonino Laudicina parla di «dramma imprevedibile», lia ricordato che occorre forzare i tempi per il centro di accoglienza progettato in contrada Milo, non distante dall'aeroporto di Birgi. Un durissimo attacco al governo l'ha sferrato Giulia Adamo, la presidentessa forzista della Provincia trapanese, mentre si moltiplicano le richieste di chiusura dei centri per immigrati previsti dalla legge Napolitano-Turco. Il leader siciliano di Rifondazione Comunista Francesco Forgione ha defnito un lager il «Serraino Vulpitta» teatro della nuova sommossa: «Vogliamo conoscere tutte le responsabilità». LE REGOLE v 9 IN ATTESA DEL RIMPATRIO A OGNI IMMIGRATO VIENE NOTIFICATO IL PROVVEDIMENTO DI ESPULSIONE • E' RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI ESSERE ASSISTITI DA UN DIFENSORE DI FIDUCIA O D'UFFICIO E IN CASO DI ALLONTANAMENTO DAL CENTRO LA MISURA SARA' RIPRISTINATA CON L'AUSIUO DELLA FORZA PUBBLICA f»l TEMPI SONO QUELLI STABILITI DALLA LEGGE (20 GIORNI PROROGABIU DI 10) • DEVONO ESSERE GARANTITI LIBERTA' DI COLLOQUIO ALL'INTERNO E CON VISITATORI ESTERNI, DI CORRISPONDENZA, ANCHE TELEFONICA, E I DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA • POSSONO ACCEDERE AL CENTRO FAMILIARI. CONVIVENTI, DIFENSORI. MINISTRI DI CULTO. MEMBRI DI ASSOCIAZIONI AUTORIZZATE MEDIANTE CONVENZIONI I CENTRI DI PERMANENZA! PER 8 CLANDESTINI FRANCAVILILA FONTANA (I) LECCE (2) TRAPANI, ALTRE 4 RIVOLTE IN 15 MESI TRAPANI (I) • CATANIA FONTANAROSSA (I)1 TERMINI IMERESE (I) @ 11 AGOSTO '98 UN GRUPPO DI IMMIGRATI SIMULA UNA RISSA AGGREDENDO I POUZIOTTI E ARRAMPICANDOSI SUI TETTI. UN AGENTE RIMANE FERITO E UNDICI EXTRACOMUNITARI VENGONO ARRESTATI 922 GENNAIO *99 UNA ONQUANTINA DI CLANDESTINI DELLA SIERRA LEONE SI SCAGLIANO CONTRO POLIZIA E CARABINIERI PER IMPEDIRE IL TRASFERIMENTO DI 11 DONNE POI SI BARRICANO NELLE STANZE, APPICCANDO IL FUOCO A MATERASSI E SUrTELLETTlU. UNDKH I FERITI TRA AGENTI E RIVOLTOSI LAMEZIA TERME-CZ («) RAGUSA (I) 9 4 MARZO W UN GRUPPO DI IMMIGRATI, IN PROCINTO DI ESSERE RIMPATRIATI, METTE A SOQQUADRO IL CENTRO @ I DICEMBRE I RIVOLTOSI INCENDIANO UN MATERASSO E TENTANO LA FUGA PRATICANDO UN FORO SU UNA PARETE Ecco il centro di accoglienza Serraino Vulpitta di Trapani, teatro della tentata fuga La tentata fuga dei clandestini finisce in tragedia Avevano appiccato il fuoco nel centro di accoglienza come diversivo, ma il piano si è rivelato una trappola La tentata fuga dei clandestini finisce in tragedia Trapani, in tre muoiono in mézzo lamme Antonio Ravicià TRAPANI Tre extracomunitari morti carbonizzati e quattro dei loro compa; gni gravissimi trasportati nel centro ustionati di Palermo: questo il bilancio dopo il tentativo di fuga in massa, in tre riprese, dal cèntro per l'accoglienza di mamigrati clandestini «Rosa Serraino Vulpitta» di Trapani II centro è a 100 metri dal mare, davanti alle tre isole Egadi. Il bilancio è ancora più allarmante, se si considerano altri sei nordafricani ricoverati per ustioni all'ospedale trapanese «Sant'Antonio Abate», più i nove poliziotti coni quattro carabinieri accompagnati d'urgenza con sintomi di asfissia. L'incendio doloso è stato appiccato verso le 3 della notte di ieri da un pugno di disperati, che volevano conquistare la libertà a tutti i costi, anche a prezzo della vita. Il fomentatore della sommossa - la quinta in un anno e mezzo nell'ala deH'edificio dell'opera pia che ospita anche un ospizio per vecchi e che è stata sernidistrutta dalle fiamme - è un tunisino di 32 anni, Fqih Lakhder fermato su ordine della procura della Repubblica. L'uomo è fra i quattro immigrati trasferiti a Palermo. «Soggetto turbolento», dicono gli investigatori dopo che la polizia scientifica è risalita a lui attraverso le impronte digitali acquisite in precedenti e sanguinosi soggiorni in Italia. Lakhder è approdato a Pantelleria il 4 dicembre e ora è formalmente accusato di omicidio colposo, lesioni colpose e incendio doloso. Trasferito in ospedale a Palermo (è uno dei nove feriti) su ordine del pubblico ministero Cristina Macchiusi sarà rinchiuso in carce- I re. Secondo la ricostruzione investigativa, suffragata dalle testimo- j manze di alcuni degli illegali in- li trappolati tra le fiamme, Fcrih ! Lakd" ( avrei Un primo allarme è scattato alle 18 e ben presto è rientrato. Ma una quarantina degli 85 ospiti, ritenuti i più a rischio, non demordono e tentano nuovamente di innescare una fuga. Divelta l'inferriata di un locale in disuso, sette o otto di loro si calano all' esterno OTn'Improvvisate corde ricavate da lenzuoli di fibra artificiale. Ven- gono quasi tutti riacciuffati, tranne due, ancora irreperibili. A questo punto il cordone di sicurezza diventa più incisivo. Alla quindicina di agenti e carabinieri m servizio ne vengono affiancati altri per chiudere in tre stanze i piùscalma- nati. _\ In uno di queste ?|Mjg|Hl& Lakdher, con altri 11 compagni, prova una prima volta a dare fuoco a un materasso per provocare un diversivo che consenta al gruppo di fuggire. Il focolaio è spento, ma il tunisino min :si da per vinto, ammassa altro magnale vicino alla porta e appicca ancora una volta il fuoco (sono già le 2 di nottèTOje1 forze dell' ordine accoiTono^ondan» e con estinto- ri neutralizzano l'incendio. Ma tre clandestini sono già morti per asfissia. Erano quelli più vicini .alle fiamme, sono stati fulminati dalla tossicità dei materassi. Nel primo pomeriggio è arrivato il sottosegretario agli Interni Alberto Maritati che, dopo un sopralluogo nel centro di accogJfefSza", ha presieduto in Pre£e£t\ira il Comita- to provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Maritati ha detto di essere arrivato in Sicilia «per constatare se vi sia stata una violazione delle regole, ma tutti i parametri siano stati rispettati, la struttura è pienamente funzionale e le forze dell' ordine hanno agito con professionalità». Il sottosegretario ha aggiunto che «non si è in presenza di un problema di online pubblico. Se vi saranno responsabilità amministrative e penali saranno accertate. In ogni caso la struttimi sarà ripristinata in tempi brevi». Infine ha aggiunto: «Questa tragedia ci vede sconfitti come uomini e servirii per cercare di migliorare le condizioni dell' accoglienza con maggiore coinvolgimento degli enti locali e del volontariato». Degli 85 ospiti del «Serraino Vulpitta», 65 erano stati bloccati il 4 dicembre dopo essere sbarcati clandestinamente nell'isola di Pantelleria, senza documenti, inzuppati, scn u assiderati. Si D'atta di una coda dei flussi migratori che interessano Sicilia, Calabria e Puglia. Nessuno di questi disperati era stato ancora sottoposto alle procedure per il riconoscimento, indispensabili per il decreto di espulsione dall'Italia e necessario per il rimpatrio. Innumerevoli le reazioni, mentre il sindaco Antonino Laudicina parla di «dramma imprevedibile», lia ricordato che occorre forzare i tempi per il centro di accoglienza progettato in contrada Milo, non distante dall'aeroporto di Birgi. Un durissimo attacco al governo l'ha sferrato Giulia Adamo, la presidentessa forzista della Provincia trapanese, mentre si moltiplicano le richieste di chiusura dei centri per immigrati previsti dalla legge Napolitano-Turco. Il leader siciliano di Rifondazione Comunista Francesco Forgione ha defnito un lager il «Serraino Vulpitta» teatro della nuova sommossa: «Vogliamo conoscere tutte le responsabilità». LE REGOLE v 9 IN ATTESA DEL RIMPATRIO A OGNI IMMIGRATO VIENE NOTIFICATO IL PROVVEDIMENTO DI ESPULSIONE • E' RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI ESSERE ASSISTITI DA UN DIFENSORE DI FIDUCIA O D'UFFICIO E IN CASO DI ALLONTANAMENTO DAL CENTRO LA MISURA SARA' RIPRISTINATA CON L'AUSIUO DELLA FORZA PUBBLICA f»l TEMPI SONO QUELLI STABILITI DALLA LEGGE (20 GIORNI PROROGABIU DI 10) • DEVONO ESSERE GARANTITI LIBERTA' DI COLLOQUIO ALL'INTERNO E CON VISITATORI ESTERNI, DI CORRISPONDENZA, ANCHE TELEFONICA, E I DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA • POSSONO ACCEDERE AL CENTRO FAMILIARI. CONVIVENTI, DIFENSORI. MINISTRI DI CULTO. MEMBRI DI ASSOCIAZIONI AUTORIZZATE MEDIANTE CONVENZIONI I CENTRI DI PERMANENZA! PER 8 CLANDESTINI FRANCAVILILA FONTANA (I) LECCE (2) TRAPANI, ALTRE 4 RIVOLTE IN 15 MESI TRAPANI (I) • CATANIA FONTANAROSSA (I)1 TERMINI IMERESE (I) @ 11 AGOSTO '98 UN GRUPPO DI IMMIGRATI SIMULA UNA RISSA AGGREDENDO I POUZIOTTI E ARRAMPICANDOSI SUI TETTI. UN AGENTE RIMANE FERITO E UNDICI EXTRACOMUNITARI VENGONO ARRESTATI 922 GENNAIO *99 UNA ONQUANTINA DI CLANDESTINI DELLA SIERRA LEONE SI SCAGLIANO CONTRO POLIZIA E CARABINIERI PER IMPEDIRE IL TRASFERIMENTO DI 11 DONNE POI SI BARRICANO NELLE STANZE, APPICCANDO IL FUOCO A MATERASSI E SUrTELLETTlU. UNDKH I FERITI TRA AGENTI E RIVOLTOSI LAMEZIA TERME-CZ («) RAGUSA (I) 9 4 MARZO W UN GRUPPO DI IMMIGRATI, IN PROCINTO DI ESSERE RIMPATRIATI, METTE A SOQQUADRO IL CENTRO @ I DICEMBRE I RIVOLTOSI INCENDIANO UN MATERASSO E TENTANO LA FUGA PRATICANDO UN FORO SU UNA PARETE Ecco il centro di accoglienza Serraino Vulpitta di Trapani, teatro della tentata fuga