PARTITA A SCACCHI COL CASO

PARTITA A SCACCHI COL CASO PARTITA A SCACCHI COL CASO Luigi La Spina SI è appena chiusa, con l'epilogo un po' penoso della scelta dei sottosegretari, la formazione del secondo governo D'Alema ed è cominciata subito la campagna elettorale del presidente del Consiglio. Nella tradizionale conferenza stampa, il D'Alema di fine millennio ha recitato, con la solita grande sicurezza, il copione d'obbligo in questi casi: l'elenco dei risultati governativi, qualche promessa per il futuro, l'ottimismo che, soprattutto a fine anno, non si può negare a nessuno, nemmeno a un premier reduce da dodici mesi così travagliati. Eppure, anche dietro l'abituale sarcasmo di qualche risposta, è sembrata trasparire la consapevolezza dell'avvicinarsi, per lui, di una partita diversa, inedita anche per la sua navigata esperienza di professionista della politica. Le elezioni regionali di primavera, un vero referendum sulla candidatura di D'Alema a leader del centrosinistra nella sfida a Berlusconi per la prossima legislatura, non si giocheranno più, infatti, nell'arena parlamentare. In questo campo, il presidente del Consiglio ha confermato nella trattativa per ottenere l'astensione del Trifoglio, se mai ce ne fosse stato bisogno, la sua maestria tattica, condita da quel cinismo che i «professionisti», appunto, chiamano realismo. A primavera, però, saranno altre le qualità richieste al premier per convincere i cittadini italiani. Dovrà scaldare i cuori della sinistra italiana, un po' raffreddati, negli ultimi tempi, anche con il gelo della commissione su Tangentopoli. Dovrà convincere i cervefli dei moderati, rassicurandoli sulle sue capacità di garantire la loro sicurezza e il loro futuro economico. Sarà una prova insolita, per D'Alema, quella del consenso popolare. Una prova comunque ineludibile c decisiva. Il presidente del Consiglio lo sa e sa anche che, questa volta, non basterà sfoderare la sua lucidità intellettuale e la robustezza del suo stomaco. Ecco perché D'Alema è sembrato avviarsi al Duemila non solo con la -■msueta freddezza, ma anche con un insolito fatalismo. D'altra parte, i veri giocatori sanno che non tutto dipende da loro. PARTITA A SCACCHI COL CASO PARTITA A SCACCHI COL CASO Luigi La Spina SI è appena chiusa, con l'epilogo un po' penoso della scelta dei sottosegretari, la formazione del secondo governo D'Alema ed è cominciata subito la campagna elettorale del presidente del Consiglio. Nella tradizionale conferenza stampa, il D'Alema di fine millennio ha recitato, con la solita grande sicurezza, il copione d'obbligo in questi casi: l'elenco dei risultati governativi, qualche promessa per il futuro, l'ottimismo che, soprattutto a fine anno, non si può negare a nessuno, nemmeno a un premier reduce da dodici mesi così travagliati. Eppure, anche dietro l'abituale sarcasmo di qualche risposta, è sembrata trasparire la consapevolezza dell'avvicinarsi, per lui, di una partita diversa, inedita anche per la sua navigata esperienza di professionista della politica. Le elezioni regionali di primavera, un vero referendum sulla candidatura di D'Alema a leader del centrosinistra nella sfida a Berlusconi per la prossima legislatura, non si giocheranno più, infatti, nell'arena parlamentare. In questo campo, il presidente del Consiglio ha confermato nella trattativa per ottenere l'astensione del Trifoglio, se mai ce ne fosse stato bisogno, la sua maestria tattica, condita da quel cinismo che i «professionisti», appunto, chiamano realismo. A primavera, però, saranno altre le qualità richieste al premier per convincere i cittadini italiani. Dovrà scaldare i cuori della sinistra italiana, un po' raffreddati, negli ultimi tempi, anche con il gelo della commissione su Tangentopoli. Dovrà convincere i cervefli dei moderati, rassicurandoli sulle sue capacità di garantire la loro sicurezza e il loro futuro economico. Sarà una prova insolita, per D'Alema, quella del consenso popolare. Una prova comunque ineludibile c decisiva. Il presidente del Consiglio lo sa e sa anche che, questa volta, non basterà sfoderare la sua lucidità intellettuale e la robustezza del suo stomaco. Ecco perché D'Alema è sembrato avviarsi al Duemila non solo con la -■msueta freddezza, ma anche con un insolito fatalismo. D'altra parte, i veri giocatori sanno che non tutto dipende da loro.

Persone citate: Berlusconi, D'alema, Luigi La Spina, Scacchi