Tutti in piazza, benvenuto al Duemila di Gabriele Beccaria

Tutti in piazza, benvenuto al Duemila Flop nelle prenotazioni dei viaggi e uno su cinque ha deciso che non festeggerà l'arrivo del XXI secolo Tutti in piazza, benvenuto al Duemila Spettacoli e maxischermi per nove milioni di italiani Gabriele Beccaria ROMA «Si esorcizzeranno paure e ansie legate a un anno di guerre e catastrofi naturali che non lasciano presagire niente di buono per il Duemila»: quando le strade si intaseranno e botti e grida riempiranno la notte, anche oltre la soglia del tollerabile, sarà il momento della verità e vedremo se aveva ragione l'Osservatorio di Milano, che annuncia la grande corsa alle feste di piazza per Capodanno: nove milioni di italiani prevede - si infileranno pastrani e sciarpe e si scateneranno, ballando e stappando all'aperto, come in una liberatoria estasi tribale. Se altrove a cominciare dagli Usa - le manie da Duemila spingono tanti a rinchiudersi in casa o in lugubri bunker artigia¬ nali, da noi sarà un San Silvestro di sfrenati claustrofobici. Ovunque, purché fuori; in gruppo, tra la folla per scrollarsi di dosso millenarismi mal digeriti e confuse paranoie. Anche chi si è testardamente rifiutato di pensarci e di fare programmi adesso deve affrontare l'ingombrante appuntamento del 31. Paure ed esorcismi a parte, è a seconda dei punti vista un fastidio o un'occasione. Così, uno su cinque - dicono i dati - non prevede di variare la routine e scanserà l'obbligo di divertirsi a tutti i costi, mentre altri 25 milioni approfitteranno del trapasso di secolo per stare in famiglia o con gli amici del cuore. Solo una minoranza si impegnerà in cene al ristorante o brindisi in discoteca (il 20%) e in vacanza (mene dell'8%). Quindi, se sarà un Capodanno davvero indimenticabi¬ le, sarà per i tantissimi show nelle città, programmati e improvvisati. I fortunati andranno o stanno partendo per Parigi, Londra, Praga e New York (le uniche mete inossidabili per le quali è difficile trovare ancora posti, anche «last minute») e un altro drappello si spingerà ai Caraibi e sul Mar Rosso. Ma è noto che il luogo più esclusivo resta Auck¬ land, la capitale neozelandese diventata luogo di culto - e di esibizionismi - grazie alla Coppa America e ai successi di «Luna Rossa»: sui moli vagherà mezzo migliaio di italiani. I vacanzieri nostrani, invece, preferiscono Valle d'Aosta, Lombardia e Trentino Alto Adige, oltre alle solite «città d'arte» (scelte da uno su cinque, secondo un'inchiesta di Telefo¬ no Blu). Comunque, che sia l'originale-trasgressiva Auckland o la prevedibile-giubilare Roma, il boom dei pazzi viaggi di fine millennio non c'è stato. Piangono agenzie e tour opera tor: i prezzi gonfiati hanno fatto da deterrente e, quando hanno cominciato a scendere e poi a precipitare, era troppo tardi. Mai come in queste ore «last minute» è sinonimo di svendite da urlo. In viaggio o in piazza le chances per mvertirsi sono senza fine. E sarà saggio non farsi prendere da ansie e paure, visto che perfino i profeti di sventura - gli americani Tim LaHaye, Jerry Jenkins, Jerry Falwell, Grant Jeffrey - hanno appena fatto le scuse a milioni di fanatici: sorry, ma il mondo continua.

Persone citate: Grant Jeffrey, Jerry Falwell, Jerry Jenkins, Luna Rossa, Tim Lahaye