«Sogno ogni notte il terrore di allora»

«Sogno ogni notte il terrore di allora» «Sogno ogni notte il terrore di allora» // ricordo dei passeggeri del volo Lufthansa nel 77 Emanuele Novazlo ^_ corrispondente da BERLINO Ventidue anni dopo, continuano a sognare quei momenti d'incubo a bordo del jet Lufthansa dirottato da un commando di palestinesi mentre da Palma de Maflorca faceva rotta su Francoforte, il 13 ottobre del '77: continuano a vedersi «appesi a un filo», «sotto la minaccia di un'arma che assomiglia a una pistola e ad un cannone», affidati «alla supplicai o alla «ricerca della benevolenza dei terroristi», all'«implorazione dei singhiozzi». Ventidue anni dopo, i 5 giorni a zigzag nei cieli d'Europa, Medioriente e Africa, continuano ad essere i compagni maledetti degli 82 passeggeri del «Boeing 737» che le foto d'epoca ritraggono parcheggiato sulla pista di Mogadiscio, in Somalia, poco prima dell'irruzione delle teste di cuoio inviate dal Cancelliere Sci un i dt.Da quel giorno di felicità bru¬ ciante ma rapida a svanire, molti lamentano disturbi del sonno che i calmanti non riescono a placare, molti si sentono «braccati», «in balia di qualcuno che ci rincorre e ci fa accucciare», «inseguiti da un volto sudato e da un urlo». Da quel giorno nessuno di loro è tornato a volare: l'aereo compare soltanto in sogno, è il palcoscenico dell'incubo. Su un quotidiano tedesco, una vittima allora ventenne del dirottamento, Beate Keller, ha evocato di recente «il terrore psicologico, le violenze, la fame, la sete e il gran caldo» patiti mentre il commando chiedeva la liberazione di Andreas Baader e Gudrun Ensslin, i fondatori della «Rote Armee Fraktion» rinchiusi nel carcere di Sta mmulicim e prossimi a un suicidio rimasto negli anni un rompicapo, l'occasione di polemiche mai domate, accuse. «Il quinto giorno ordinarono alle hostess di versarci addosso tutto l'alcol disponibile: per renderci infiammabili, dissero. Pensai che volevo soltanto farla finita e morire in fretta». Beate Keller era ritornata libera da poco, quando la parte sinistra del viso le è diventata insensibile e «come sorda». Da allora non riesce a liberarsi da un'immagine notturna. Ritorna a cadenze regolari: «Uomini dall'aspetto arabo mi rincorrono finché io grido e mi sveglio». Sono in tanti, ad associare a forza le sofferenze e le paure di quei giorni all'aspetto fisico dei terroristi: «Mi è capitato alla stazione. Ero appena montato in treno quando ho visto tre stranieri entra¬ re in uno scompartimento. Turchi o arabi, forse. Ho dovuto scendere e aspettare il treno successivo», ha raccontato un altro ostaggio del jet Lufthansa. «Quando vedo un uomo d'aspetto arabo comincio a tremare e di un tremito convulso. Dovunque mi trovo me ne devo andare», confessa una donna oggi sulla sessantina, per anni in psicoterapia «ma senza risultati». «Se mi capita di incontrare un uomo dal volto scuro scappo», ammette un'altra vittima del dirottamento vissuta da allora «e per anni» in sohtudine: «Senza uscire di casa se non per far la spesa». Anche Dorothea Seiter se lo ricorderà per sempre, il dirotta¬ mento del Boeing Lufthansa, e non soltanto perchè da allora fa ricorrenti «sogni di paura». Quel volo che la riportava a casa dalla vacanza nel Mediterraneo l'ha costretta a mia scoperta sconvolgente: l'uomo al quale era sposata da anni e al quale sedeva vicina in volo si è rivelato come non era mei stato e non aveva mai lasciato intendere di essere. Cattivo, prepotente, egoista al punto da negarle l'acqua e da rifiutare di prenderle la mano nei momenti di maggiore angoscia. Attento soltanto alla propria paura, concentrato soltanto sulla propria sopravvivenza. Dorothea Setter, appena tornata a casa, ha divorziato. Un gruppo di ostaggi lascia l'aereo della Lufthansa dopo il blitz che il 13 ottobre 1977 ha permesso alle teste di cuoio tedesche di liberare tutti i prigionieri protagonisti di un'odissea durata cinque giorni

Persone citate: Andreas Baader, Beate Keller, Dorothea Seiter, Dorothea Setter, Gudrun Ensslin, Turchi

Luoghi citati: Africa, Berlino, Europa, Francoforte, Medioriente, Mogadiscio, Somalia