A bordo l'inferno degli ostaggi

A bordo l'inferno degli ostaggi A bordo l'inferno degli ostaggi Brutalità e gentilezza, un'arma atroce Domenico Onirico Un inferno, angusto, semibuio, maleodorante di vomito e di escrementi, dove si odono solo i pianti dei bambini e gli ordini secchi dei dirottatori: dall'Airbus dell'air india, disperatamente immobile nell'aria tersa di Kandahar, filtrano schegge di tragedia, frammenti di centocinquantacinque storie umane portate ai limiti della angoscia e del terrore. Brutalità e gentilezze, minacce e atti distensivi. I cinque dirottatori si rivelano sempre più dei professionisti ben addestrati e giocano con consumata abilità la complessa partita di ricatti che da cento ore mette nelle loro mani la vita dei passeggeri. Sanno che questa atroce alternanza è la loro arma fondamentale: perchè impedisce ai negoziatori di mtuirne le intenzioni e di preparare una adeguata strategia di trattativa. E soprattutto cancella negli ostaggi ogni volontà di resistenza, h lascia disperati e esausti. Perfino il comandante dell'aereo è crollato, vicino ormai al collasso nervoso ha implorato il governo indiane. cedere. Ieri, ad esempio, dopo ventisei ore di digiuno, hanno fatto distribuire tra i passeggeri del cibo: riso, uova, frutta e lenticchie bollite, hanno chiesto ai taleban che conducono il negoziato, per non violare le regole alimentari degli hindu che non possono mangiare carne. Non sembravano davvero le stesse persone che, il giorno del sequestro, hanno ordinato, armi in pugno, di oscurare gli oblò e di tenere la testa tra le gambe. Applicando un piano preciso hanno subito selezionato tra le file delle poltrone gli uomini più giovani e robusti. Tra loro c'erano anche i responsabili della sicurezza che viaggiano sempre mescolati ai passeggeri. Dopo averli legati mani e piedi li hanno fatti sdraiare nella parte centrale dell'aereo. Rupen Kaytal tornava dalla luna di miele; ha pagato con la vita un gesto automatico di curiosità, l'aver alzato la testa cercando di spiare le mosse e il volto dei dirottatori. Sua moglie, sotto choc, è stata costretta a osservare il cadavere del marito mentre veniva portato fuori dell'Airbus durante la sosta a Dubai. Era in fondo alla cabina, che mescolava le sue grida disperate alle urla dei bambini che invano le madri cercavano di calmare. Gita Baisla è stato più fortunato: è svenuto dopo essere stato ripetutamente colpito al collo. Adesso cerca di guarire in un ospedale di New Delhi. Poi, improvviso, il cambio di umore: i dirottatori, ha raccontato una delle donne liberate, «quando la mia bimba ha cominciato a piangere, uno di loro si è avvicinato, l'ha accarezzata, le ha dato delle caramelle e ha ordinato alle hostess di distribuire frutta a tutti i bambini». Secco no dei pirati dell'aria al rilascio di donne e bambini I taleban: «Se faranno del male anche a una sola persona, non esiteremo ad attaccare il jet» I cinque terroristi si rivelano sempre più dei professionisti ben addestrati Da un lato spiazzano i negoziatori dall'altro cancellano qualsiasi volontà degli ostaggi L'angoscia della sorella di un ostaggio

Luoghi citati: Kandahar