«Nel prossimo secolo sarà sempre peggio»

«Nel prossimo secolo sarà sempre peggio» «Nel prossimo secolo sarà sempre peggio» corrispondente da PARIGI Europa temperata, addio: noi Duemila, il tempo impazzirà. Per ora, è solo un presagio. Ma l'atipica «bufera del secolo» in Francia accresco le inquietudini fra i meteorologi, che già da qualche anno riscontrerebbero una progressiva tendenza Eill'estremismo climatico. Se ne fa portavoce Vincenzo Ferrara. «Alluvioni, uragani, maltempo eccezionale sono eventi con i quali dovremo misurarci sempre più spesso» osserva il climatologo dell'Enea. Tenderebbero anzi a «divenire più violenti». Impossibile scongiurarli. Tra le istruzioni per l'uso del prossimo millennio figura quindi anche «vivere con i cataclismi». Il colpevole sarebbe l'effetto serra. «Surriscaldandosi il clima, la Terra assorbe più calore, dunque energia. Quella in eccesso scatenerà fenomeni estremi». «Non lo dico io, ma l'Ipcc, il più attendibile "panel" sui cambiamenti climatici» precisa Ferrara. Ma da Parigi Robert Rendei, che per il Centro nazionale delle ricerche studia la «meteorologia dinamica» eccepisce. «Non credo sia in gioco il riscaldamento planetario». E nega, comunque, un'intensificazione sistematica di catastrofi climatiche. «Uragani e bufere aumenteranno forse in alcune zone, ma per diminuire altrove». Ritiene, tuttavia, che oggi l'Europa costituisca un eccezionale laboratorio meteorologico, bisognoso di nuovi schemi analitici. Ipotizza, fra l'altro, un «El Nino» boreale. L'oscillazione oceanica, che ogni decennio - in mèdia - determina il ritmo ciclonico nell'emisfero Sud, troverebbe sem- fire maggiori analogie sul'Atlantico. Se così fosse, dovremmo rassegnarci. L'Europa entrerebbe nell'occhio del ciclone. Sott'accusa da giorni per mancata previsione del tornado - un termine improprio, benché le conseguenze ambientali possano suggerire la similitudine - la climatologia transalpina non cerca alibi, ammettendo le proprie colpe. Patrick Bénichou, che a «Mèteo France» dirige la sezione «Emergenze», riconosce che la sera di Natale poteva dare l'allarme. Non l'ha fatto, aspettando le 5 antelucane. Quando, cioè, la turbolenza già sfiorava la Normandia dirigendosi verso Parigi. Due ore più tardi, l'inferno avrebbe sorpreso la capitale nel sonno. Perché tardare?- «I nostri modelli elettronici lasciavano sì' presagire un'evoluzione drammatica, ma il riscontro di numerose anomalie consigliava prudenza. Morale, abbiamo atteso i riscontri prima di allarmare il Paese. Oggi agirei diversamente». A onor del vero, bisogna comunque sottolineare che sin da Natale «Mèteo France» ipotizzava raffiche da 140 km orari sul litorale normanno. «Avrebbero tuttavia dovuto rallentare abbandonando l'oceano». E invece no,. Increduli, Bénichou e i suoi colleghi hanno visto , formarsi «un'autostrada ventosa larga qualche deci-, na di chilometri». Ma era"* troppo tardi per intervenire. E solo il giorno festivo, nonché l'ora mattutina, ha permesso a Parigi di limitare - se non i danni materiali - le vittime. Riassumendo, il computer aveva ragione. E l'uomo torto. Philippe Bougeault, che dirige a Tolosa il centro ricerche di «Mèteo France» conferma. «Arpège», il nostro modello numerico, l'aveva azzeccata. Controprova: la previsione di un fenomeno similare - benché in forma più lieve - lunedì sera sulle Charentes, il Bordolese, le Landes e il Paese basco. «Al bis, gli abbiamo prestato fede lanciando in tempo utile il preallarme». Nondimeno, la cautela s'impone. Occorrono lunghi studi prima di generalizzare le tipologie. Siamo nella fase indiziaria, ne riparleremo più in là. Gli specialisti rilevano peraltro che malgrado la loro avanzatissima tecnica la «scienza esatta» è pura illusione per il meteorologo. La «ciclogenesi esplosiva» permane una creatura misteriosa. Un ricercatore parla addirittura, su «Le Monde», di «lotteria climatica». «A fine '99 l'Europa ha estratto, per così dire, il v primo premio» conclude. Aspettando il prossimo sorteggio favorevole, (e. bn.] Ferrara, climatologo dell'Enea? «Alluvioni, uragani e ondate eccezionali di maltempo sono eventi con i quali dovremo misurarci sempre più spesso» I meteorologi francesi: non abbiamo creduto ai computer La mareggiata che ha sconvolto ieri il porto di La Rochelle, in Bretagna

Persone citate: Landes, Morale, Patrick Bénichou, Philippe Bougeault, Robert Rendei, Rochelle, Vincenzo Ferrara