I terroristi

I terroristi I terroristi La brigata del Kashmir Maurizio Mulinati ROMA L'organizzazione terroristica a cui appartengono i sequestratori dell'Airbus dell'Air India è la «Brigata Internazionale» della guerriglia che si batte per ottenere la separazione della regione montagnosa del Kashmir dall'India, «Harkat-ul-Mojaheddin» - questo il nome - nasce dalla fusione a metà degli anni Novanta fra due gruppi irredentisti, che in comune avevano il fatto di essere composti soprattutto da «volontari stranieri», cioè non nati in Kashmir. Fonti dell'intelligence di Sua Maestà - da sempre a loro agio nel sub-continente indiano - assicurano che questi «stranieri» sono in maggoranza «afghani, pakistani ed arabi» che hanno imparato l'arte della guerra con l'aiuto di istruttori occidentali durante il lungo conflitto combattuto in Afghanistan contro l'Armata Rossa. Non a caso «Harkat-ul-Mojaheddin» (il cui nome originale che molti guerriglieri ancora usano è però «Harkat-ul-Ansar») ha ancora i propri principali campi militari in Afghanistan, più precisamente nella regione orientale di Khost. Il legame fra la «Brigala Intemazionale» del Kashmir ed il super-terrorista Osama bin Laden viene proprio dall'Afghanistan. Alcuni di questi «centri» di Khost vennero colpiti «per errore» dai missili Cruise lanciati dagli americani nell'agosto del 1998 perchè «troppo vicini» alle basi dei fedelissimi di Osama bin Laden. Il curriculum della «Brigata Internazionale» - con il quartier generale a Rawalpindi, Pakistan - è la sua migliore presentazione: in Kashmir ha meno di mille guerriglieri, ma sono i pjù indomiti; nel 1993 introduce i missili antiaerei' nella' guèrra contro l'India; nel 1995 fuma il devastante incendio che distrugge il grande santuario interreligioso di Nooruddin Wali e l'adiacente mosche^ pochi mesi dopo rapisce sei occidentali (due solo torneranno) per ottenere la liberazione del suo leader imprigionato Maluana Massod Azhar (lo stesso di cui chiede ora il rilascio); le nuove leve arrivano da una rete di settanta seminari religiosi in Pakistan; i «feddayn» sono stati segnalati da metà degli anni Novanta in azioni spericolate dalle Filippine alla Bosnia, dal Medio Oriente al Taiikistan. Questa l'autodefinizione del gruppo nelle parole di uno dei suoi uomini incaricati di curarne l'immagine, il pakistano Klialid Awan: «Siamo una vera organizzazione internazionale di santi e puri combattenti musuhnani, crediamo in un Islam non diviso dalle frontiere, siamo una nazione e tali rimarremo». L'obiettivo dichiarato è separare il Kashmir dall'India e unirlo al Pakistan musulmano, ponendo fine alla «lacerazione» iniziata con la spartizione territoriale del 1947 che segui la fine del periodo coloniale britannico. Ma per gli esperti di terrorismo Washington e Londra c'è dell'altro: la «Brigata» è solo un tassello di una rete fondamentalista che si estende lungo l'antica Via della Seta, da Kabul fino al Xinjiang cinese passando per l'Asia ex sovietica, con l'obiettivo di contagiare con la «Jiliad» i più remoti centri musulmani dell'Estremo Oriente. Il vero obiettivo sarebbe dunque portare anche ad Oriente la guerra santa che negli ultimi venti anni ha insaguinato l'Occidente. In Kashmir a fianco della «Brigata Intemazionale» contro gli «occupanti indiani» si batte una galassia di altre cellule. Per gli indiani dispongono in totale di 3200 uomini (900 «stranieri»), 49 basi in Kashmir, 37 in Pakistan e 22 in Afghanistan. Oltre alla «Brigata» i gruppi più organizzati sono i fondamentalisti sunniti del «Lashkar-e-Toyeba» e l'«Hizbul Mujahideen», composte masi esclusivamente di nati in Kashmir. Per Nuova Delhi dietro a tutti ci sono i servizi segreti del Pakistan ma Islamabad ha sempre drasticamente negato ogni sostégno militare, ammettendo solo «aiuti polìtici e sostegno morale».

Persone citate: Awan, Cruise, Massod, Nooruddin Wali, Osama Bin Laden