RINUNCIARE NONE' UNA SCONFITTA

RINUNCIARE NONE' UNA SCONFITTA RINUNCIARE NONE' UNA SCONFITTA Mario Rigoni Stero TEMPO bizzarro, si sente dire in questa fine d'anno: tre giorni fa un freddo polare e poi un rialzo di temperatura. Eppure il ghiaccio sulle strade stentava < a sciogliersi: era perché il freddo era penetrato nel profondo e conservava il suo effetto. Dopo la neve venne un po' di pioggia ma le gocce si solidificavano. Era appena 1° sopra lo zero ma la differenza con il giorno precedente era di -20°. Un bel freddo secco e i candelotti di ghiaccio pendevano dal tette e le grondaie stavano intasate. Domenica sera, Santo Stefano, i candelotti di ghiaccio si staccarono di loro posta frantumandosi sulle pietre e le grondaie espulsero i loro cilindri. Come si era rialzata la temperatura! Ma questo non era un fenomeno insolito: chi vive in montagna e tiene nota del clima sa che lo scirocco e il fóhn prima o poi arrivano, e con loro le valanghe. Non era nemmeno il caso di chiedere informazioni al Centro valanghe di Arabba, tanto era chiaro il pericolo. Con il rialzo della temperatura venne anche il vento; e si sa che il vento è una delle cause maggiori di valanghe. Dicono gli studi che il 90% de'la neve trasportata viaggia nei 50 centimetri della superficie del manto nevoso; ma qui viene levata, là si accumula. Insomma nevicate più rialzo di temperatura più vento uguale valanghe sicure. Ma perché allora quei cinque alpinisti sono partiti per l'escursione? Forse quando si erano messi in marcia il tempo era sicuro; ma poi arrivati ai piedi della vallata che intendevano salire era mutato o stava mutando rapidamente. Si sen rivano sicuri e forti della loro giovinezza? Certo erano convinti di farcela, se no sarebbero tornati indietro. È stato qui lo sbaglio : saper rinunciare non è sconfitta. Se prima di mettersi in strada avessero fatto una semplice telefonata al Servizio meteo e valanghe della Regione, forse sarebbero ancora qui.

Persone citate: Mario Rigoni, Stero