Nacque in convento la polvere da sparo
Nacque in convento la polvere da sparo A MAGONZA NEL XIV SECOLO Nacque in convento la polvere da sparo UN orologio sulla Tour Eiffel a Parigi scandisce il tempo che ci separa dal Duemila: tra le invenzioni del millennio al tramonto un posto a parte spetta alla polvere da sparo. In Europa questa invenzione è attribuita a Bertholt Schwarz (1310-1384), un frate benedettino poi passato all'Ordine dei francescani. In realtà la temibile miscela era già nota ai Cinesi al tempo della dinastia Sung (960-1279 a.C.) ma veniva usata esclusivamente per allietare le feste con spettacolari giochi pirotecnici. Schwarz, nato in Germania da una famiglia ricca e potente, entrò giovanissimo nel convento di Magonza per diventare bibliotecario e amanuense. Tra i numerosi libri del monastero, si imbatté negli scritti del filosofo inglese Ruggero Bacone, dai quali apprese anche che esisteva la possibilità di fabbricare sostanze tanto potenti da mandare in pezzi intere città. In realtà Bacone aveva intuito che era possibile creare composti chimici esplosivi, ma non era riuscito a mettere in pratica le sue teorie. Egli credeva, inoltre, che sarebbe stato possibile ricavare oro miscelando tra loro sostanze meno nobili, così come pensavano gli alchimisti. E fu probabilmente confondendo gli appunti sulla polvere nera con quelli relativi alla fabbricazione dell'oro che Berthold Schwarz potè approdare alla sua straorainaria invenzione. Per una serie di casi fortuiti, il frate si trovò a possedere e a maneggiare una sostanza bianca, il salnitro, e una gialla, lo zolfo, che tritate assieme formavano una polvere finissima. Pensava di aver trovato l'oro ma, constatato il fallimento, gettò via il composto, parte del quale si depositò sui carboni ardenti del camino. Al contatto con il carbone (ecco il terzo elemento indispensabile), la miscela di salnitro e zolfo provocò una fiammata altissima, che accese anche la sua fantasia di ricercatore. Il giorno seguente, frate Berthold depositò in due bacinelle di ferro poste l'una sopra all'altra una considerevole quantità di quella misteriosa polvere e lasciò il tutto accanto a una candela accesa. Questa, esaurendosi, venne a contatto con una sorta di miccia costituita dalla polvere caduta sul tavolo che, incendiandosi, arrivò sino ai due recipienti. La "bomba" causò un'esplosione talmente violenta da radere al suolo mezzo convento. Il povero frate, per sfuggire alle ire dei poco caritatevoli confratelli, si rifugiò presso i francescani di Friburgo, dove perfezionò il dosaggio di carbone, zolfo e salnitro. E dalla città svizzera la notizia della scoperta della polvere da sparo giunse sino alle orecchie degli Arabi, che pensarono allora eli utilizzarne la misteriosa forza per lanciare proiettili in lontananza. Sopra alla misce¬ la esplosiva collocata nei loro mortai posero delle pietre. Poi, con un bastoncino infuocato, ne provocarono lo scoppio. Il risultato confermò appieno le loro aspettative: i ciottoli ricaddero a terra dopo aver compiuto una traiettoria di qualche metro. Tali mortai, utilizzati dagli alchimisti orientali per i propri esperimenti, non possono esse re considerati vere e proprie armi da fuoco, ma furono tutta via le prime, deprecabili applicazioni della polvere da sparo In Europa, invece, i primi a servirsene per scopi militari furono gli inglesi nella battaglia di Crecy del 1336, conclusasi con la rovinosa disfatta delle truppe francesi. [m. se
Persone citate: Bacone, Berthold, Berthold Schwarz, Eiffel, Ruggero Bacone, Schwarz
Luoghi citati: Bertholt Schwarz, Europa, Germania, Magonza, Parigi
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