Cieli infuocati in tutto il mondo

Cieli infuocati in tutto il mondo PIROTECNIA PER IL 2000 Cieli infuocati in tutto il mondo PER i tre zeri del 2000 avremo quest'anno un trionfo di spettacoli pirotecnici eccezionale. Ma come funzionano i fuochi d'artificio? E qual è la loro origine? I Cinesi sono i padri di questa tecnologia che è anche un'arte. Facevano esplosivi fin dal VI secolo, e varie cronache parlano dell'uso di razzi da guerra contro gli invasori mongoli nel 1279. La maggior parte dei fuochi d'artificio è costituita da composti chimici capaci di liberare ossigeno, quali ad esempio il nitrato di potassio (o salnitro), e da sostanze che reagiscono con questo elemento sviluppando calore e luce, come il carbone e lo zolfo. Poco dopo il 1800, il nitrato di potassio venne sostituito dal clorato di potassio, un composto che tuttora viene impiegato nella fabbricazione di giochi pirotecnici. Molte sostanze infiammabili come l'amido, la gomma, lo zucchero e la resina, sono usate nelle miscele esplosive al posto del carbone e dello zolfo. Gli effetti sonori e luminosi multicolori sono ottenuti con l'aggiunta di alcuni particolari composti come polveri metalliche (bianco), sali di sodio (giallo), di bario (verde), di stronzio (rosso), di ramo (blu). Inoltre, nella maggior parte dei casi la miscela esplosiva - o carica - è posta all'interno di contenitori di carta generalmente incendiati per mezzo di una miccia o di uno stoppino. Tra gli artifici più comuni troviamo i petardi, usati principalmente per produrre rumore, e le candele romano, contenitori cilindrici alloggiati nel terreno, capaci di produrre lapilli luminosi multicolori a intervalli di tempo regolari. Senza dimenticare le ruote o girandole, gruppi di piccoli fuochi posizionati attorno a una ruota che, una volta accesi, provocano una rapidissima e appariscente rotazione di quest'ultima. Simile a esso è il sole, ma con i fuochi mantenuti in posizione fissa i modo da provocare solamente "raggi" di scintille. O, ancora, le spirali, tubi arrotolati che ruotano velocemente dopo essere stati accesi. I più spettacolari ed elaborati sono però i fuochi artificiali propriamente detti e impiegati in particolari manifestazioni ricreative: si tratta di razzi che esplodono alti nel cielo, producendo spettacolari effetti scenografici di vario tipo. In India sono largamente usati da tempi antichissimi nelle feste Divali ("festa delle luci"), una manifestazione di cinque giorni che si svolge nel mese di karthika (ottobre-novembre) per celebrare con luci e giochi pirotecnici tanto una luna nuova quanto l'anno nuovo. Vengono considerati fuochi artificiali anche i razzi di segnalazione e i fumogeni impiegati a scopo militare come metodo di segnalazione particolarmente utile in condizioni di scarsa visibilità. La pistola Very, inventata dall'ufficiale navale statunitense Edward Wilson Very nel 1877, ha aspetto simile a quello di una normale pistola con canna corta e di grosso calibro: essa spara piccole sfere colorate, che somigliano a quelle prodotte da alcuni petardi. I proiettili rossi rappresentano universalmente un segnale di pericolo, e le varie combinazioni di rosso, verde e bianco assumono diversi significati a seconda dei codici standard. Così, fuochi che vengono lanciati in aria per poi scendere nel vuoto con un piccolo paracadute sono impiegati per fornire l'adeguata illuminazione durante le operazioni militari. Tuttavia, i più importanti fuochi usati dagli eserciti sono i fumogeni. Nel periodo tra le due guerre, si svilupparono sistemi per produrre fumo molto denso (generalmente per proteggere le piante dal freddo), ma anche prodotti chimici, come l'acido clorosolfonico o il tetracloruro di titanio, che potevano generare nuvole opache molto spesse. Nel 1940 numerosi scienziati statunitensi (fra cui Irving Langmuir, premio Nobel per la chimica nel 1932) cominciarono ad analizzare le sospensioni dal punto di vista teorico, deducendo che l'efficacia del fumo dipendeva in modo sostanziale dalla dimensione delle particel-. le che lo costituiscono: fumi composti da particelle di raggio pressoché uguale risultano molto densi e opachi. Essi mostrarono inoltre che, mentre i fumi neri o colorati assorbono la radiazione luminosa, quelli bianchi la disperdono, risultando più efficaci dal punto di vista militare poiché la luce dispersa può infatti confondere l'osservatore. Maurizio Scandurra La chimica al servizio dei fuochi d'artifìcio: sodio per il giallo, bario per il verde, rame per il blu. E poi resine, gomma e un po' di zucchero A destra spettacolo di fuochi artificiali sopra la città di Dublino in Irlanda

Persone citate: Edward Wilson, Irving Langmuir, Maurizio Scandurra

Luoghi citati: Dublino, India, Irlanda