Millennio controverso con baco il 29 febbraio

Millennio controverso con baco il 29 febbraio LE TRAPPOLE DEL CALENDARIO Millennio controverso con baco il 29 febbraio S UL passaggio dal secondo al terzo millennio si sono 'già pronunciati tutti, a proposito e non: resta poco da aggiungere. Un'altra perplessità riguarda l'esistenza o meno del 29 febbraio 2000. Sulla data di transizione dal nostro millennio al successivo esistono due scuole di pensiero: secondo una l'ultimo anno del secondo millennio è il 1999 mentre secondo l'altra spetta al 2000 questo privilegio. Il problema è artificioso; in effetti esistono poche argomentazioni per associare a un tale evento significati particolari, al di là di semplici considerazioni sul numero che indica le migliaia di anni e che il 31 chcernbre prossimo passerà da 1 a 2, ma questo deriva solo dal)'utilizzare un sistema di numerazione a base decimale. Se ad esempio, come fanno i calcolatori, contassimo in un sistema binario, il 1999 verrebbe indicato con "0111 1100 1111" ed il 2000 con "0111 1101 0000"; se si utilizzasse un sistema ottale o esadecimale invece, i due numeri sarebbero rappresentati rispettivamente con "3717" e "3720" oppure con "7CF" è "7D0". In questi casi non verrebbero evocate particolari sensazioni come invece accade utilizzando il sistema decimale, pur essendo gli anni in oggetto sempre gli stessi. Volendo comunque fornire qualche argomentazione si po- trebbe segnalare che, contrariamente a quanto viene accettato dalla maggioranza dell'opinione pubblica, il termine del secondo millennio dovrebbe coincidere con il 31 dicembre del 2000 e non con la stessa data dell'anno precedente. Ciò si deve al fatto che il primo secolo dell'Era Cristiana, in seguito al riordino delle date operato nel sesto secolo dal monaco Dionigi il Piccolo, iniziò con l'anno 1 ( I" Anno Domini) - il sistema di numerazione romana in vigore allora non contemplava lo zero terminando di conseguenza con l'anno 100. Di qui si ricavano inizio e fine dei secoli successivi, e quindi anche il criterio del millennio indicato prima. Esistono innumerevoli siti Internet che dibattono l'ar¬ gomento. Utilizzando un motore di ricerca, alla voce "new millennium" corrispondono più di centomila pagine web. Due indirizzi consentono di trovare indicazioni circostanziate su questo argomento e fornire altri "link": "http://tycho.usno.navy.mil/' e "http://greenwich2000.conV". E ora il dubbio sull'esistenza del 29 febbraio del 2000. Tale incognita, che sembrerebbe essere di modesta portata, a ben riflettere è abbastanza importante: si pensi ad esempio alla possibilità di commettere errori nel compilare calendari, agende o programmare eventi. La sensazione che l'interesse sull'argomento sia vivo e che le idee risultino talvolta confuse, perché da qualche parte si è percepito che gli anni bisestili, i quali si avvicendano ogni quattro anni, presentano qualche eccezione in corrispondenza degli anni secolari, può essere de¬ dotta anche dalle richieste di chiarimenti che giungono al Galileo Ferraris di Tonno. Alcune di queste inoltre segnalano errori riportati da periodici o quotidiani, oppure agende e calendari non compilati correttamente. Volendo chiarire la questione, oltre a ricorrere alle solite pagine Internet che ad una ricerca alla voce "leap years" (anni bise.stili) indicano più di ottomila pagine web, ci si può rifare direttamente alle regole stabilite dalla riforma gregoriana del calendario, attualmente in vigore, operata da Papa Gregorio XIII nel 1582. Mentre in generale non esistono problemi nel ricordare che gli anni bisestili sono quelli multipli di quattro, poiché è un evento incontrato più volte nella nostra vita, le eccezioni che riguardano invece gli anni secolari sono sperimentate molto raramente. Questi anni, pur essendo multipli di quat¬ tro, di regola non sono bisestili a meno che non siano anche multipli di 400. La semplice eccezione consente un buon accordo tra la durata dell'anno tropico (o anno delle stagioni), pari a 365,2425 giorni, ed un conteggio basato su numeri interi dei giorni dell'anno, mantenendo una sostanziale corrispondenza tra l'indicazione del calendario e lo svolgersi delle stagioni; il disaccordo infatti è solamente di circa 1 giorno ogni 3300 anni. L'eccezione che stabilisce se un anno secolare è o non è bisestile è quella in generale meno nota, oppure, come avviene in diversi casi, nota con un significato esattamente opposto che considera bisestili gli anni secolari non multipli di 400 e viceversa. In conclusione comunque, l'eventuale lacuna sull'esistenza del 29 febbraio del 2000 è piuttosto giustificabile. Infatti, dalla riforma gregoriana, gli anni secolari interessati dalla regola indicata prima sono stati solamente quattro ed il quinto è imminente. Tra questi il 1700, il 1800 ed il 1900 non furono bisestili, lo fu il 1600 e lo sarà il 2000. I prossimi anni secolari non saranno bisestili fino al 2400, e questo penso sia sufficiente per programmare correttamente i nostri futuri impegni. Valerio Pettiti IEN Galileo Ferraris, Torino Per la riforma gregoriana il 2000 è bisestile in quanto multiplo di 400 Il 1° gennaio 1901 «La Stampa» ritornava sulla questione del passaggio dall'Ottocento al Novecento ribadendo la tesi corretta («Dunque coiranno 1901 siamo entrati nel secolo ventesimo») e portando a sostegno anche il pronunciamento del Vaticano c del Bureau des Longitudes, «del quale fa parte Poincaré, il più grande fra i matematici viventi» 1901 Borni Mtttow» MN tea» «Bkatt tal B' Incorni notato o no Il Mcofo XX7 tei» fai Ultimai timi M§ k lEffifffcM ^kèumU ttWftli* flllMill-* -J—A.^^ v r4» W^rtStSTa^^'g «|k| fWÌMl ttaWa^kfcAo mmX ■■■■affi Il tormentone sul vero inizio del secolo non è nuovo: nel 1900, il 3 gennaio, «La Stampa» pubblicò in prima pagina un articolo che dibatteva la questione e chiariva come fosse semplicemente iniziato l'ultimo anno dell'Ottocento.

Persone citate: Galileo Ferraris, Papa Gregorio, Poincaré, Valerio Pettiti

Luoghi citati: Torino