Com'era aristocratico l'orto di Assunta di Paolo Pejrone

Com'era aristocratico l'orto di Assunta FIORI E GIARDINI Com'era aristocratico l'orto di Assunta ASSUNTA Rostagno, giardi- • niera ortolana, è scomparsa da tre settimane. Era nata novantaquattro anni fa a Riva di Pinerolo, decima figlia di un giardiniere ortolano. Assunta, silenziosa, piccola, caparbia e infaticabile fu in qualche modo l'erede di suo padre. Dalla più tenera'età, sarchiava, puliva e irrigava l'orto. Tutto quello che erano semine, trapianti, diradamenti, raccolti, lungo le quattro stagioni, costituiva per Assunta la tranquilla routine di una vita. Le sue mani parlavano da sole: erano forti, usate e vive. Erano delle balie affettuose, delle madri coraggiose per tutto quello che nasceva e cresceva. Erano invece il più accanito nemico per tutto quello che invadeva o che intralciava i coltivi. La vanga, la pala, la zappa, il rastrello e il tridente venivano manovrati con tale leggera maestria, da sembrare da lontano il gentile e cadenzato ripetersi dell'archetto sul contrabbasso: la terra dopo essere stata lavorata da Assunta era partedi una sinfonia, un capo1, > ro.I piccoli solchi erano uguali e pertetti, i letti compatti, ricchi e rigogliosi. L'aristocratica bellezza dell'orto veni" n con semplicità ripetuta e riproposta, di stagione in stagione, di anno in anno, con intelligente varietà: mai uguale, sempre simile. Quanta scuola, quanta umiltà, quanta qualità e... quali risultati! La naturalezza di questo com¬ plesso e fantasioso processo di produzione era tale da meravigliare le persone che avevano avuto il privilegio di avvicinarla. L'ordine e la pulizia erano giudicati da Assunta parte integrante della gioia della produzione. Perché Assunta era là, a lavorare dalla mattina (prestissimo d'estate), a innaffiare anche due volte al giorno: «Tutto è molto più tenero e più buono s£ viene bagnato molto e profondo» diceva sottovoce Assunta. E... sorpresa, per chi vive di manuali, Assunta dava l'acqua ai semi giovani (sempre d'estate) nel bel mezzo della canicola. «Crescono più in fretta e meglio; è soltanto alle verdure mature che va data l'acqua alla sera e, meglio, anche alla mattina...». Assunta però non amava parlare: era silenziosa. Il chiacchiericcio delle persone l'infastidiva. Era una perdita di tempo, era forse un modo volgare, a suo sentire, d'interrómpere quel sottile e fortissimo filo che l'univa al suo mondo amato, vicino ed antico. Con il tempo anche la sua schiena si era adattata al lavoro e si era piegata. Si era avvicinata al suo grande ed unico amore: la terra. Quella terra che sostituendosi alla famiglia e agli affetti con generosità aveva prodotto per la perizia e il lavoro di Assunta più di tutte le altre. Assunta si è spenta, serena e silenziosa, per riunirsi a lei, felice, l'undici di dicembre. Per sempre. Il ritorno alla terra dell'antica giardiniera: le sue mani, forti, usate, vive, èrano balie affettuose Paolo Pejrone

Persone citate: Riva, Rostagno

Luoghi citati: Pinerolo