Festa del terzo millennio regina delle vedove con

Festa del terzo millennio regina delle vedove con CHAMPAGNE PARTY AL CASTELLO DI VERSAILLES Festa del terzo millennio regina delle vedove con ■ REPORTAGE Corby Kummer TE lo aspetti, che uno dei più fortunati produttori di champagne al mondo sappia organizzare una bella festa. E Veuve Clicquot ha mostrato di recente a cruasi seicento ospiti invitati da tutto il mondo al castello di Versailles che i francesi, in certe cose, sono inarrivabili. I vini magnifici erano scontati, dato il padrone di casa. Ma che dire del cibo sontuoso, ogni piatto impeccabile e assolutamente alla giusta temperatura, servito senza tempi d'attesa a due tavole lunghe e strette con trecento commensali ciascuna - un mix di grandi chef, distributori di vini e bel mondo - e senza che mai i bicchieri di acqua o di vino restassero vuoti? Questo sì che richiede un piccolo miracolo! L'obiettivo - pienamente raggiunto - di Veuve Clicquot Ponsardin, che fa parte del titano del lusso LVMH (insieme ad altri due champagne: MoetEr Chandon e Krug), era quello di iniziare le celebrazioni del nuovo millennio con una festa in onore dell'eponima vedova. Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot che, a giudicare dai ritratti, non sorrideva tanto quanto il suo prodotto avrebbe dovuto indurla a fare - è stata certamente una delle grandi donne d'affari del secolo scorso. Ebbe buon naso nell'acquisto dei vigneti giusti e spese molto denaro per creare e promuovere il business che aveva inaspettatamente ere¬ ditato alla morte del marito, nel 1805, quando aveva appena 27 anni. 9.9.99, il giorno scelto per la festa a Versailles, suona assai meglio di 12.31.99, quando tra l'altro la maggior parte degli Invitati sarebbero stati troppo impegnati altrove per essere Lì. La festa è così caduta una settimana dopo la rentrée, quando la città si risveglia dal torpore di agosto, e poco prima del momento in cui qualunque professionista del cibo avrebbe dovuto organizzare feste spettacolari per i suoi propri ospiti. Un'altra ragione del ricevimento, che si è tenuto nella orange- rie del castello (magnificamente restaurata dieci anni fa in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese), era chiara a tutti: fissare nelle menti di chef, ristoratori e importatori che il nome da mettere a fuoco in questo dicembre era Veuve Clicquot. E forse l'ambiente regale e gli abiti da sera servivano proprio a ricordare che le donne dovrebbero sempre venire prima degli uomini Nessuno degU addetti ai lavori ha insinuato che non ci sarà abbastanza champagne per tutte le feste. Sono stati gli stessi produttori a smentire l'allarme di una possibile penuria la scor- sa estate, ma non prima di averne approfittato per sei mesi. Forse hanno pensato che il continuo parlare di scarsezza avrebbe scoraggiato gli acquirenti che non avevano avuto la lungimiranza di fare provviste l'ultima cosa che avrebbero voluto. Quest'anno si aspettano di vendere 300 milioni di bottiglie di champagne, quasi un terzo più dei 220 milioni che si vendevano nei primi Anni 90, anni di recessione. All'inizio di quest'anno i grandi produttori di champagne avevano fatto un cartello, assegnando ai distributori un numero costante di bottiglie fino al picco di fine anno. La quantità non sarà comunque un problema. I produttori mettono da parte milioni di bottiglie per premunirsi contro le cattive annate, e hanno deciso tutti insieme di aggiungere una parte di quelle scorte alla produzione Ln vendita di quest'anno. Pensano che l'anno prossimo la domanda sarà inferiore, e così avranno tutto il tempo per ricreare le scorte. Dovrebbe essere facile, data la quantità e la qualità delle ultime annate. La vendemmia di quest'anno appare straordinaria ovunque in Francia, secondo Jacques Peters, il cantiniere di Veuve Clicquot. E' quasi certo che quello del '99 sarà un vino d'annata. Peter ha offerto a un gruppo di giornalisti un primo assaggio del vino '98, ancora nella fase di «assemblage», che potrebbe diventare un «Grande Dame», etichetta riservata soltanto alle annate eccezionab. La sua fresca acidità e la dolcezza sono giunte come una sorpresa, perché i francesi hanno insegnato al mondo ad aspettarsi quelle particolari sfumature che derivano da anni di invecchiamento in botti e bottiglie. Questo gusto è profondamente diverso, ovviamente, dal Moscato d'Asti, l'inarrivabile estratto fruttato dell'uva più profumata del mondo, che solo il Piemonte riesce a produrre. Anche quando lo spumante è fatto con il metodo champenois, il gusto è sempre più fresco del suo equivalente francese. Anche per la vendemmia in Piemonte e in Veneto, il cui Valdobbiadene è uno dei grandi spumanti, questo è stato un anno buono. Sui mercati stranieri le forniture di autentico Moscato d'Asti sono sempre limitate, ma forse i limiti imposti artificialmente allo champagne francese indurranno qualche festaiolo straniero ad apprezzare la divina alternativa piemontese. Fare champagne, va da sé, è un'industria di vecchia data. I chilometri di cantine collegate fra di loro sotto la città di Reims, nella Champagne, sono grandiosamente punteggiati da curiosi camini quadrati che ricordano gli sfiatatoi delle costruzione druidiche. Queste gallerie erano state scavate dai romani e dai loro successori che volevano estrarre gesso: il gesso, non lo champagne, finanziò la crescita della regione nei secoli, prima che i monaci benedettini perfezionassero le tecniche di produzione e imbottigliamento dello spumante in ima regione fredda che non prometteva nulla di buono. Ma a tavola, quella sera a Versailles, si è parlato poco di vini e molto di cibi. Lo champagne etichetta gialla (ebbene sì, sembra arancione, ma la Vedova si ispirò al rosso d'uovo e così il colore è ufficialmente «jaune») scorreva a fiumi mentre venivano sei-viti, tra le altre portate, anche i ravioli di aragosta e Sirio Maccioni tesseva l'elogio dell'inusuale farina di riso di cui era stata fatta la pasta. Meglio evitare i piatti a base di pasta quando ci sono seicento persone, avrebbe potuto dire. E, non fosse un uomo diplomatico, avrebbe potuto aggiungere che sarebbe meglio per i cuochi francesi lasciar perdere del tutto la pasta fresca. L'«evento» porta la data del 9.9.99. Il motivo? Suona assai meglio del 12.31.99. Ora i produttori si aspettano di distribuire 300 milioni di bottiglie, quasi un terzo più dei 220 milioni che si vendevano nei primi Anni 90 LA VEUVE CLICQUOT PONSARDIN HA DIMOSTRATO A QUASI SEICENTO OSPITI INVITATI DA TUTTO IL MONDO COME I FRANCESI, IN CERTE COSE, SIANO INARRIVABILI Il castello di Versailles: fu iniziato per ordine di Luigi XIII dall'architetto Le Roy e portato a termine sotto la direzione di Le Vau e Hardouin-Mansart, regnante Luigi XIV

Persone citate: Corby Kummer, Jacques Peters, Krug, Luigi Xiii, Luigi Xiv, Moscato, Nicole Ponsardin Clicquot, Sirio Maccioni

Luoghi citati: Asti, Francia, Piemonte, Siano, Valdobbiadene, Veneto, Versailles