Il «gastrologo» prevede mm l'accoppiata Cracco-Peck

Il «gastrologo» prevede mm l'accoppiata Cracco-Peck Il «gastrologo» prevede mm l'accoppiata Cracco-Peck Decaduti gli ex santuari di Fauchon e La Madeleine, la casa milanese diventerà la più bella e prestigiosa impresa gastronomica d'Europa Carlo Petrini DA più parti mi chiedono di pronosticare come si mangerà nel nuovo secolo, quali bevande andranno per la maggiore; più s'avvicina il Capodanno e più si compilano liste di «saranno famosi», insomma è nato ufficialmente il gastrologo. In un paese dove è difficile ipotizzare cosa succederà nella prossima settimana e dove la caduta di un governo e la sua ricostituzione sono assolutamente imprevedibili, indovinare cosa mangeranno gli italiani nel prossimo futuro è impresa ardua ovvero impossibile. All'inizio degli Anni 60 regnava nelle cucine italiane la margarina, si passò poi all'olio di semi, più leggero e facile da digerire. Negli Anni 70-80 sull'onda della nouvelle cuisine ritornò il burro e fece il suo ingresso nei piatti degli italiani la panna. Per finire ad oggi dove si esalta l'uso dell'olio extravergine d'oliva per le sue proprietà nutrizionali. In ogni periodo l'uso dei prodotti sopracitati era promosso non solo da campagne pubblicita¬ rie ma anche dal sostegno di fior di medici e nutrizionisti. Come vedete, una simile evoluzione era assolutamente imprevedibile e in quale percentuale sia stata determinante la pubblicità o i mutamenti del gusto non ci è dato sapere. Ma all'ennesima domanda su quale sarà il ristorante leader in Italia e quale chef farà parlare si sé nei prossimi anni, non ho resistito alla mia vocazione di gastrologo e ho sentenziato: Carlo Cracco da Peck in Milano. L'accoppiata Cracco-Peck farà parlare molto nei prossimi mesi, non solo per la bravura del giovane chef, ma anche per le enormi potenzialità organizzative e finanziarie di Peck. Infatti, con buona pace dei nostri cugini d'Oltralpe, dopo la lenta decadenza di Fauchon e la Madeleine, un tempo santuario della gastronomia mondiale, la casa milanese può con diritto reputarsi la più bella e prestigiosa impresa gastronomica d'Europa e, quindi, del mondo. Avviata nel 1883 da Francesco Peck la maison è divenuta anno dopo anno un simbolo di milanesità, di passione per le cose buone, di scrigno prezioso delle più raffinate ed esclusive prelibatezze. Dopo varie gestioni nel 1970 la proprietà di Peck è passata nelle mani della famiglia Stoppani di origine bresciana che l'ha portata alle attuali fortune. Quattro fratelli (Angelo, Mario, Remo e Lino) coadiuvati dalle giovani leve hanno realizzato un capolavoro di azienda che impiega 150/160 dipendenti e produce un fatturato di 40 miliardi. Da anni Peck possiede un ristorante prima stellato e poi no, ed è di oggi la decisione di investire per realizzare un grande ristorante per Milano: obiettivo tre maccaroni della Guida Michelin. La scelta dello chef è caduta su Carlo Cracco allievo prima di Marchesi e poi di Ducasse, gestore in proprio di una parentesi ristorantizia nell'Arnese con ottimi risultati di pubblico e di critica. Il nostro sa conciliare una buona creatività con eccellenti capacità organizzative e di coordinamento in cucina; tutto ciò unito alle doti gestionali e manageriali degli Stoppani è motivo per credere che questa sarà una bella novità del prossimo decennio. SOSTIENE CARLIN OSTERIE D'ITALIA

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