Che pazzie per un'insalata di trippa con fagioli borlotti

Che pazzie per un'insalata di trippa con fagioli borlotti Che pazzie per un'insalata di trippa con fagioli borlotti RISTORANTE Fermata UN altro anno perso, un altro anno senza che se ne siano accorti. E non sono gli unici, sapete, i sette ispettori sette della Guida Michelin: forse perché debbono fare ogni anno (in 7) 4050 alberghi e 3229 ristoranti, forse perché devono mangiare, ogni giorno, in quattro ristoranti e dormire contemporaneamente i 3 hotel, forse perché, partendo tutti da Milano, non è facile arrivare ad Alessandria, sta di fatto che anche quest'anno non ci sono riconoscimenti particolari per questa Fermata piemontese dall'eccellente cucina. La «mia» Guida dell'Espresso le assegna 15/20, la Guida Critica e Golosa del Piemonte le dà il massimo con il «faccino radioso», perfino i gamberoni rossi si prodigano in complimenti e voti alti, ma la Michelin nulla, cieca sórda e muta. Insomma, una volta in più, tra promozioni incomprensibili ed astruse bocciature, la guida dell'omino di gomme appare degna della storica frase: «E' la guida degli alberghi dove andare e dei ristoranti da evitare» (tra parentesi: l'hotel Oriente, di Bari, che trovate qua a fianco, sulla Michelin non c'è). Ed allora ve lo racconto io questo ristorante interessante, questo ambiente freddino ma di tono, questa cucina schietta ma invitante, questi piatti che sono saldamente legati al territorio ma che vengono sviluppati con armonica fantasia, tutto nel solco della professionalità. Per prima cosa arrabbiatevi con la città, perché se non sapete dov'è la Fermata, girerete in tondo come delle trottole (e come ho fatto io), prima di arrivare in questo angolo tra la circonvallazione ed il cuore del centro, poche decine di metri dopo aver oltrepassato il principale ponte sul Tanaro. Quando vedrete (illuminazione scarsa, pennettendo) il cartello di corso Casale, piegate verso il cuore di Alessandria e parcheggiate subito lì; fermatevi davanti a quell'altro buon ristorante della città che è il Grappolo e cacciatevi sotto i portici di fascino, pochi metri più in là. Suonerete al campanello e vi verranno ad aprire la porta o il papà o la moglie dello chef (giovane come il marito), che troverete poi in sala a darsi da fare con cortesia, professionalità, attenzio¬ ne, cordialità e senso della misura. L'ambiente, lo vedrete già dal singolare ingresso che, attraverso uno stretto corridoio, sbuca nell'unica sala: un posto moderno, elegante, con qualche tocco qua e là che cerca di limitare l'indubbia freddezza degli arredi. Con la limitazione che qui ci sia solo un menu a voce (e guidato), che manchi il pre-antipasto e che la piccola pasticceria sia costituita solo da biscottini, i piatti, del resto, sono una bontà: con il pane straordinario gusterete il buon salame della casa, poi la tacchinella ripiena di castagne, la corroborante insalata di trippa con passata di fagioli borlotti e un velo di tartufo bianco, i discreti agnolotti verdi di borragine al formaggio di capra. Squisiti i secondi, con il galletto disossato servito su una stuzzicante purea di finocchio e con il classico «capunet», la foglia di cavolo farcita di carne secondo la tradizione. Buoni, anche, i dolci: la crema bruciata e il semifreddo al torrone. Prevedete 80-90.000 lire speso senza rimpianti. ultima prova: 29-11-1999 RISTORANTE FERMATA Alessandria, via Vochieri 120 Telefono0131-251350 Chiusura chiuso sabato a mezzogiorno e domenica. Carte di credito Bankamericard Visa, Cartasì, Eurocard Mastercard Voto 15/20 Un «posticino» che è una garanzia, visto che è ignorato ancora una volta dalla disattenta Guida Michelin liti u.mii ina

Luoghi citati: Alessandria, Bari, Milano, Piemonte