Le lune di Grecia nascondono un destino nefasto

Le lune di Grecia nascondono un destino nefasto Le lune di Grecia nascondono un destino nefasto RECENSjONE Angelo Guglielmi M ELDINI con Lune ambisce riunire l'inesorabilità del racconto che possiamo leggere nei testi dei classici antichi (pensiamo ai greci), il cui sviluppo è governato da volontà estranee e superiori, rispetto alie quali l'eroe non ne è che il semplice esecutore, la vittima predestinata, e la debolezza, la fragilità tutta moderna del personaggio di oggi che oltre della mente non è padrone nemmeno del suo corpo (non ha l'autonomia dei fini ma nemmeno delle azioni). «Rimanemmo immobili l'uno di fronte all'altro, squadrandoci freddamente da nemici./Come vuoi tu, dissi. Ma tutto questo non ci porterà fortuna./Abbassai la voce./Guardati dagli uomini deboli./Non minacciarmi, reagì. E' una cosa che non sopporto./Non è una minaccia. E' un presentimento. La sensazione di un pericolo incombente. Per te. Per me. Per...». Questo scambio di battute si consuma tra il protagonista Andrea, un avvocato quarantenne in viaggio per la Grecia, spinto dalla crisi di affetti e di motivazioni (non solo famigliari) che lo ha colpito, e Dimitra, una bellissima donna greca, affascinante e misteriosa, che Andrea incontra sulla spiaggia di Nauplia. (Anzi la prima volta ne avverte la presenza dietro le spalle mentre in una sera deserta sta fissando il mare). Dimitra ha tre figlie (dai diciassette ai dodici anni) belle come lei (sembrano cloni della madre) e un marito sempre in viaggio per affari. Ora sono in vacanza nella villa di proprietà. Andrea cerca un rapporto più stretto con Dimitra che, mentre sembra corrispondergli, ostinatamente si sottrae o comunque puntualmente lo delude (come quando a fianco a lui, nuda in cambra da letto, gli chiede di non toccarla). Ma ogni rifiuto per Andrea, se lì per lì è proposito di rinuncia, subito dopo diventa motivo di nuovo accanimento. Riprende a cercarla, a starle vicino, a parlarle: e, infine, le propone un viaggio, di qualche giorno, all'interno del Paese; lei, dopo molte esitazioni acconsente; verranno con loro anche le tre figlie. E qui, quella minaccia che sentivamo incombente sul romanzo e i suoi protagonisti, quell'attesa del peggio cui non riusciamo a sottrarci finalmente esplode e si manifesta in esiti nefasti. I dinieghi di Dimitra, tanto più gravi in quanto il viaggio rappresentava l'occasione per superarli, persistono sempre più cocciuti e incomprensibili gettando Andrea in uno stato di frustrazione intollerabile. Svuotato di ogni volontà, si abbandona a scoppi di rabbia impotente e a crisi di pianto scivolando in una condizione di totale atonia. Ma sono le figlie di Dimitra, dalla più grande alla più piccola, e una dopo l'altra, non si sa se per loro iniziativa o per un losco progetto concepito da altri (ma da chi?) che intervengono a alleviare lo stato di prostrazione in cui Andrea si è perso e si trovano, contro ogni volontà, tra proteste e difese, come in una dolorosa offerta sacrificale, a subire l'orrenda violenza di lui. II romanzo è finito; segue l'informazione al lettore che Andrea, al ritorno dalla Grecia, è stato operato subendo l'asportazione per cancro di entrambi i testicoli. Che peccato! Il finale è del tutto insoddisfacente, giacché invece che l'ultimo atto di un destino tragico, della ineluttabilità della tragedia, appare come la giusta punizione di una colpa (grave) commessa. Così si cambia disegno al racconto, trasformandolo da una storia di uomini abitata dalla necessità del male, al resoconto (la cronaca) di un viaggio avventuroso in cui sorprese e incidenti si alternano e alla fine tutto torna o si paga. Ci dispiace perché è con altro animo che ci siamo accinti alla lettura e fino circa alla metà abbiamo creduto che stavamo leggendo un libro diverso (da quello che poi abbiamo letto). Un avvocato italiano sedotto e sacrificato da una madre e tre figlie' belle e misteriose: il romanzo di Meldini attrae il lettore, ma poi il finale non convince Piero Meldini Lune Adelphi, pp. 145, L. 23.000 ROMANZO

Persone citate: Angelo Guglielmi, Meldini, Piero Meldini

Luoghi citati: Grecia