VERSETTI CELESTI di Enzo Bianchi
VERSETTI CELESTI VERSETTI CELESTI Poeti e profeti in cerca di Dio: le meditazioni di Enzo Bianchi ANTOLOGIA Giorgio Calcagno SONO pochi oggi i poeti che parlano di Dio. Sono tanti quelli che credono di non parlarne. Eppure la poesia contemporanea, sostiene Enzo Bianchi, è essenzialmente religiosa: anche quando ignora di esserlo. Non a caso la parola poetica si è fatta così simile a quella profetica. Perché «il poeta è testimone di conoscenze profonde, che suonano arcane al mero esercizio della ragione»; esattamente come il profeta, che «riceve tra le mani e sulle labbra un messaggio sconvolgente». Bianchi non dice che le cinque lettere della parola «poeta» sono tutte comprese nelle sette di «profeta». Deve essere una sovrapposizione che lo imbarazza, perché il profeta è il personaggio Ln cui tutti - salvo lui - lo identificano. E come profeta egli ci consegna, alla vigilia di Natale, «Le parole della spiritualità» (Rizzoli, pp. 208, L. 28.000): una serie di meditazioni sulla ascesi - Ln senso etimologico, «allenamento» - per conquistare, anche fisicamente, «l'esperienza di Dio». Cammino impegnativo, anche se appagante, per chi riesce a percorrerlo, allenandosi nella palestra del monaco, protetta dal silenzio. Ma Bianchi sa che, con la parole del poeta, quella esperienza può coinvolgere tutti. E sceglie, nella letteratura italiana del Novecento «Le poesie di Dio» (pp. 200, L. 16.000): una antologia tanto più convincente quanto meno confessionale, dove il senso religioso affiora più dall'ombra che dalla luce, nelle pieghe del non detto, se non addirittura nella sfida del negato. Bianchi non si scandalizza per il «Dio è morto» di Nietzsche. Sotto certi aspetti lo condivide. Perché «morto è veramente quel Dio Immobile, da cercare nell'alto dei cieli». Il monaco che si è appartato dal mondo, ma non dalla storia, non ama «un'immagine di Dio forse troppo simile a un idolo», dalla quale l'uomo ha preso congedo. La ricerca del divino ha mutato prospettiva, ha lasciato l'alto per l'abisso, di cui si è toccato ù fondo. «E' lì che Dio ha preso dimora, anche nella testimonianza della poesia». In questa ottica non c'è da stupirsi se nell'antologia troviamo testi e autori che sembrano dissonare dal titolo: come 11 famoso «Non chiederci la parola» di Montale; o la «Fermata facoltativa» di Solmi, conclusa da una domanda senza speranza: «sarà solo / l'Immenso fiore di fumo di questa / nostra storia incendiata a sollevarsi / tremando contro un abolito cielo?». Nonostante l'abolito cielo, la richiesta di un «dio non pregato», come si intitola una poesia di Renzo Barsacchi, echeggia in tanti scrittori non credenti: da Bufalino («più sei lontano e più ti porto addosso») allo stesso Rebora, lontanissimo da ogni chiesa, prima della conversione. Ed e un peccato che non appaia in questa scelta Giorgio Caproni, instancabile inseguitore dell'Assente, nella sua provocatoria a-teologia: «deo amisso / che altro può restare in terra / a far da coperchio all'abisso?». In altri la religiosità è scoperta, spesso dichiarata: e qui naturalmente ci sono tutti, da Ungaretti a Betocchi, da Testori a Elio Fiore. In nessuno la f?de è facile. Non lo è nemmeno in Mario Luzi, forse il più profondo scrittore cristiano del nostro Novecento; che non cess<\, anche negli ultimi testi, di porre il suo radicale interrogativo sul Dio nascosto, speculare a quello di Caproni: «Nella mente umana? o nell'universo? / o in un più alto non distinto ibi? / E' lui, là, o il suo mancamento?». Non sarà casuale se sono tanto frequenti, nell'antologia, le voci femminili, le più attirate dal mistero. Voci alte, come la inquieta Margherita Guidacci, che si pone In rapporto dialettico con Dio («dal nostro mare in te fuggire, nel nostro mare fuggirti»); o la tormentata Alda Merini («è a te che io tendo dalla vita / prima che conoscessi questi inferni»). Al sommo della scala, la tragica Antonia Pozzi, suicida a 26 anni («Signore tu lo vedi/ ch'io non ho occhi più / per i tuoi cieli») e la scarnificata Cristina Campo, morta di 46, che esprime il suo credo con un appassionata protesta: «O quanto sei duro / Maestro e Signore! Con quanti denti il tuo amore / ci morde! ». Un cammino spirituale che coinvolge tutti, il senso religioso negli abissi della Storia VERSETTI CELESTPoeti e profeti in cerca di Dio: le meditazioni di Eringraziamo l'artista perii suo regalo di Natale ai lettori di UL. Un grazie perla collaborazione anche alla galleria il Vicolo di Genova ringraziamo l'artista perii suo regalo di Natale ai lettori di UL. Un grazie perla collaborazione anche alla galleria il Vicolo di Genova
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