«Sono stato Cantante di Bush jr.» di Andrea Di Robilant

«Sono stato Cantante di Bush jr.» Come da copione, sesso e politica fanno titolo in vista delle presidenziali del 2000. Lo staff del candidato repubblicano: falsità «Sono stato Cantante di Bush jr.» La «confessione» di una spogliarellista Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON" Tutti negano e tutti ne parlano. Come da copione, sesso e politica tornano a «far titolo» sui tabloid americani in vista delle presidenziali del 2000. E a provocare piogge di sment ite. A farne le spese questa volta è George W. Bush, governatore del Texas, figlio dell'ex presidente e favoritissimo per la nomination repubblicana. Il National Enquirer, tabloid da supermercato con un indice di credibilità non proprio elevatissimo, sostiene che Tammy Phillips, spogliarellista ed ex modella di Playboy, giura di aver avuto una relazione con Bush. 1 due si sarebbero conosciuti due anni fa. «Portavo una minuscola minigonna e la combustione tra noi due fu istantanea», assicura la Phillips. In tutto, otto incontri con annessi bigliettini d'amore. Ma è vero? Questa volta non ci crede neppure il National Enquirer, il giornale che ha fatto 10 «scoop» (è l'ultima frontiera dell'informazione scandalistica?). «La storia è falsa», assicura 11 tabloid con la solennità del New York Times dopo aver fatto un paio di telefonate di controllo. Ma onnai la «sex story» è di dominio pubblico. Il New York Post, il tabloid di Rupert Murdoch, ieri ha rilanciato con questo titolo: «Chi c'è dietro la bufala su Bush?». E informa i suoi lettori che il candidato repubblicano «è il bersaglio di una insidiosa campagna di diffamazione». Chi c'è dietro la «campagna»? Sono stati gli uomini del vice presidente Al Gore, che molto verosimilmente sarà il rivale di Bush nella corsa verso la Casa Bianca l'anno prossimo, a mettere in giro la storia di Tammy Philipps? «E' ridicolo!», risponde indignato Peter Ragone, il portavoce di Gore. «Nessuno di noi ha mai sentito parlare di questa vicenda». Ma intanto la storia viene diffusa dalle agenzie di stampa americane e straniere. E presto spunta Larry Flynt, il più noto pornografo d'America, editore della rivista Hustler Magazine: «Stiamo indagando su questa vicenda. Per noi si tratta semplicemente di un nuovo capitolo nell'ambito di un'indagine che abbiamo avviato da tempo e che va ben oltre la vicenda della spogliarellista». Flynt non è nuovo a questo genere di «crociata contro l'ipocrisia». Durante il «Monicagate» offrì un milione di dollari per informazioni sessuali sui politici a Washington. E costrinse il deputato Bob Livingston, appe¬ na eletto presidente della Camera dei rappresentanti, a dimettersi ignomignosamente. Ma il diretto interessato cosa dice? «Non gli importa di sapere come è nata questa storia», dice Ali Fleischer, il portavoce di Bush junior. «Tutto questo fa parte dell'aspetto più insensato della politica. Svilisce il nostro sistema e ogni istituzione che tocca». Di recente Bush ha detto agli americani che «Gesù Cristo mi ha cambiato la vita, è stato la persona più importante nella mia vita». Avrà forse guadagnato simpatie nella destra religiosa. Ma per i cacciatori di scandali è stata a dir poco una provocazione. E si comincia a vederne i risultati. George W. Bush, governatore del Texas, figlio dell'ex presidente e favoritissimo per la nomination del partito repubblicano

Luoghi citati: America, Texas, Washington