Sangue per il Kashmir di Claudio Gallo
Sangue per il Kashmir Chi è il leader islamico di cui si chiede la scarcerazione Sangue per il Kashmir Claudio Gallo TUTTO ciò che di tragico accade nel subcontinente indiano al di là delle devastazioni naturali e dei fatti rinchiusi nei confini locali della cronaca, nasce da un trauma fondamentale, coinciso, quasi, con la metà del secolo: la partizione. Delle tante ferite ancora aperte provocate da un colpo di righello tracciato su una mappa nel 1947 per dividere l'India in ci-T" stati, uno musulmano e l'altro a maggioranza hindu (ma con 150 milioni di genti del Corano), la più truculenta è quella del Kashmir. Accodatosi all'ultimo minuto per decreto di un maharaja hindu, sovrano di un popolo in maggioranza musulmano, alla grande democrazia di Delhi, il Kashmir è stato a sua volta spartito con le armi e ha visto da allora tre sanguinose guerre (l'ultima, strisciante, la scorsa primavera sulle alture di Kargille uno stato cronico di guerriglia e terrorismo. Le tesi politiche sul tormentato stato himalayano sono all'inarca tre: quella indiana, che prorogando indefinitamente il referendum per l'autodeterminazione approvato anche dall' Onu, considera la sua parte di Kashmir inalienabile territorio nazionale: quella di alcuni gruppi separatisti che vorrebero un indipendenza piena e quella che meno spiace ad Islamabad, cioè un sostanziale assorbimento del Kashmir nel Pakistan. In questa cornice, il dirottamento dell'Airbus indiano è solo l'ultimo episodio di una serie continua di violenze: dagli attentati nei villaggi, agli scambi di cannonate al confine, alla guerra aperta. I dirottatori di Kandahar, arrivati in Nepal con un aereo di linea della compagnia di bandiera pachistana (Islamabad sino tisce, Khatmandu conferma) chiedo¬ no la liberazione di un leader islamico pachistano arrestato in Kashmir il 10 febbraio del 1994. Maulana Masood Azhar. I servizi segreti indiani sostengono che Azhar sia legato al terrorista dei terroristi di fino millennio, Osama Bin Lader, arcinemico dell'America, degli ebrei e di tutti quanti non si inchinano a recitare la professione di fede monoteista dell'Islam. Il sunnita Azhar è un giovane tarchiato di 31 anni, dalla lunga barba nera. La sua oratoria araba, tagliente e mesmerica, ha ispirato i più sanguinari separatisti. Faceva il professore al Jamia Uloom-i-Islami, la più prestigiosa istituzione religiosa di Karachi. La sua liberazione era già stata tentata più volte da un gruppo terrorista kashrniro, lo Harkat-ul-Ansar. In uno di questi tentativi, nel 1995, furono rapiti sei turisti occidentali: uno fu decapitato, uno fuggì e degli altri quattro non si seppe più nulla. Lo Harkat-ul-Ansar è una delle tante sigle sotto l'ombrello di Bin Laden: durante l'attacco missilistico di quest'anno alla base afghana del terrorista saudita, morirono 26 uomini del gruppo kashrniro che erano lì per esercitarsi. Sunnita, professore nella più celebre scuola religiosa di Karachi, ha ispirato i più sanguinari gruppi separatisti
Persone citate: Bin Laden, Masood, Osama Bin Lader
Luoghi citati: America, India, Islamabad, Kandahar, Nepal, Pakistan
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