Il padre: è una ragazza forte, spero stia calma

Il padre: è una ragazza forte, spero stia calma «Salvate Cristina da quell'inclita» Il padre: è una ragazza forte, spero stia calma Fabio Paletti MILANO Quando mercoledì scorso Cristina Calabresi è passata a trovare suo padre, per gli auguri di Natale e per lasciare il suo barboncino bianco, quel viaggio tra il Nepal e l'India sembrava una bella vacanza. Chi ne sapeva qualcosa del leader islamico in carcere a Nuova Delhi, o dei guerriglieri che hanno chiesto la sua liberazione e si dichiarano pronti a fare una strage? Chi ne sapeva qualcosa dei taleban, dell'Afghanistan dove adesso si trova l'Airbus 300 dell'Air India, dalla vigilia di Natale in mano ai dirottatori? Chi ne sapeva qualcosa, in questo angolo di San Siro con la nebbia che nasconde 10 stadio, un quartiere residenziale di case basse dove abitano il calciatore Ronaldo, Salvatore Ligresti e l'ex calciatore Beppe Bergomi? E chi poteva immaginare, che 11 Natale di Camillo Calabresi sarebbe passato accanto al televisore acceso sul Televideo e a un telefono, a parlare con il ministro degli Esteri Lamberto Dini, con l'unità di crisi della Farnesina, con i troppi giornalisti che cercano di sapere dettagli sulla vita di sua figlia? Dall'appartamento al primo piano di questa palazzina verde, il padre di Cristina si aggrappa a quello che può: «Cristina è una ragazza molto forte, ma chissà come può aver reagito dentro quell'aereo, sotto la minaccia di quei pazzi... A lei piaceva molto viaggiare, non solo per lavoro... Ma adeso possiamo solo sperare con lei, che finisca questo Inferno». Il ritratto di Cristina che arriva dai vicini è quello di una ragazza molto carina, capelli corti biondi, occhi verdi, un metro e settantacinque, una laurea in Giurisprudenza, un'altra in Psicologia in cantiere. Si sa che ha iniziato a lavorare come venditrice dallo stilista Versace e che adesso è segretaria del presidente di una multinazionale. E tutti confermano che si tratta di una ragazza molto riservata, buongiorno e buona sera e poco più. Un ragazzo giovane, esce dal cancello di questa palazzina verde con gli sci in mano: «Non sapevo nemmeno... Poveretta... Speriamo...». Frasi di circostanza, le stesse di una signora anziana in pelliccia: «Alla mia età, posso solo pregare...». Dietro alle tapparelle si vede il modellino di una barca a vela, un'altra passione di Cristina che aveva organizzato questo viaggio in Oriente insieme ad un gruppo di amici svizzeri, meta finale un'isola in mezzo all'Oceano. Il custode dello stabile, Giorgio, conferma che Cristi¬ na era molto riservata, come suo padre: «Lui è un professionista, Cristina la si vedeva poco da quando era andata a vivere da sola fuori Milano. Sempre gentile, mai una confidenza di troppo». Anche al bar poco distanto se la ricordano bene: «Molto bella, con i capelli biondi corti, sempre in minigonna, veniva qui ogni tanto...». Una ragazza riservata come suo padre, che trova anche la forza di lamentarsi che il nome sia stato reso noto prima via Internet sul sito di «Air India», poi in tutti i telegiornali: «Da quando è uscito il nome non viviamo più, ci sono giornalisti che citofonano, altri che telefonano... Mentre il telefono deve rimanere sempre libero, potrebbe arrivare la chiamata...». Una chiamata attesa dall'unità di crisi della Farnesina. Magari dallo stesso ministro Dini, che la sera di Natale ha voluto rincuorare il padre di Cristina. Poche parole di circostanza, le uniche a cui ci si può aggrappare quando non arrivano notizie certe da quell'angolo di mondo dove non è mai Natale. Come di poche parole è il padre di Cristina: «E' un momento drammatico, mia figlia ha avuto solo la sfortuna di essere su quell'aereo. Ma adesso la prego, lasci libero il telefono...».

Persone citate: Beppe Bergomi, Camillo Calabresi, Cristi, Cristina Calabresi, Dini, Fabio Paletti, Lamberto Dini, Salvatore Ligresti, Versace

Luoghi citati: Afghanistan, India, Milano, Nepal, Nuova Delhi