Un miliardo e mezzo di spettatori in 59 Paesi di M. Tos.
Un miliardo e mezzo di spettatori in 59 Paesi La «tre giorni» del Pontefice Un miliardo e mezzo di spettatori in 59 Paesi CITTÀ DEL VATICANO Commosso e felice, alle 23,25 della Notte Santa Giovanni Paolo II ha compiuto il gesto che forse considera il più importante di tutto il suo regno, e il momento centrale di una serie di appuntamenti faticosi e continui. L'Anno Santo del Duemila, il Giubileo tanto atteso da Papa Wojtyla, era cominciato, e con esso un calendario che sin dal suo inizio appare notevolmente impegnativo, anche per un uomo più giovane e meno provato di Papa Wojtyla. Tutto, nel pontificato di Papa Wojtyla è nel segno del grandioso; e per la prima volta nella storia un pontefice aprirà tutte le Porte Sante delle quattro basiliche patriarcali romane: San Giovanni in Laterano (la cerimonia si è svolta nel pomerigio di Natale), Santa Maria Maggiore (il primo giorno del nuovo anno) e San Paolo fuori le Mura (il 18 gennaio). Ma già questi tre giorni sono stati segnati da un carico di lavoro straordinario. Giovanni Paolo ha iniziato questa sua «tre giorni» in Vaticano con l'appuntamento più straordinario, quello della vigilia. Un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo hanno assistito alla cerimonia di piazza San Pietro nella notte di Natale. Uno scenario straordinario, per gli spettatori televisivi di cin¬ quantanove Paesi; e altrettanto straordinario per gli oltre ottomila che avevano trovato posto all'interno della basilica fra cui il Presidente Ciampi e Donna Franca. Poco dopo le ventitré Giovanni Paolo II, avvolto nel piviale multicolore preparato dai maestri tessitori di Prato, una stoffa speciale, calda e leggera, è apparso nell'atrio della Basilica. Sul petto un grande medaglione, raffigurante l'Agnello. Al suo fianco monsignor Piero Marini, che l'ha sorretto con discrezione ma efficacia in varie occasioni; e in particolare quando, avvicinandosi alla Porta Santa, il Papa ha barcollato per un istante, e più tardi, per assisterlo, a inginocchiarsi e a rialzarsi, sulla soglia del portale. Quando la cerimonia finisce sono quasi le due di notte, il Papa è stanco, e naturalmente, come avviene ormai da qualche anno, non è lui a celebrare la messa della mattina di Natale in San Pietro. Deve risparmiare le energie. Appare a mezzogiorno alla Loggia della Basilica, per il tradizionale messaggio «Urbi et Orbi», alla città e al mondo. Parla ai «legislatori e ai governanti», agli «uomini e alle donne di buona volontà», perché si impegnino ad accogliere e rispettare la vita dell'uomo, mettendo al bando aborti, guerre, campi di sterminio, razzismi, false ideologie. Sembrava in forma discreta, nel momento in cui ringraziava Gesù, «Porta della nostra salvezza, Porta della vita, Porta della pace», per il bene compiuto «negli anni, nei secoli e nei millenni passati». «Dobbiamo però confessare - ha detto l'anziano pontefice - che talora l'umanità ha cercato altrove la Verità, si è fabbricata false certezze, ha rincorso fallaci ideologie. Talora l'uomo ha escluso dal proprio amore e rispetto fratelli di razze e fedi diverse, ha negato i fondamentali diritti alle persone e alle nazioni. Pellegrini nel tempo, rendiamo grazie ai tanti luoghi del dolore e della guerra, dove riposano le vittime di violenti conflitti e di crudeli stermini». Era la prima benedizione «Urbi et Orbi» del Grande Giubileo di fine millennio. Un altro impegno attendeva Giovanni Paolo II. Nel pomeriggio, il Papa apre la seconda porta santa, quella di San Giovanni in Laterano (che storicamente è anteriore alla porta di San Pietro). Un appuntamento quasi «familiare», in contrasto con la scenografia planetaria della vigilia. La Porta Santa della cattedrale di Roma è modesta, due battenti semplici in legno; che il Papa ha dovuto spingere con forza, tre volte. Un catenaccio era rimasto chiuso, e i due diaconi incaricati di assecondare il Papa dall'interno non se ne erano accorti, [m. tos.]
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