Spiagge come la pece, migliaia gli uccelli morti
Spiagge come la pece, migliaia gli uccelli morti t'ondo nero sbarca in Bretagna Spiagge come la pece, migliaia gli uccelli morti conispondenteda PARIGI Spiagge nere come la pece, una puzza nauseabonda che fa vacillare gli oltre cinquemila volontari all'opera con pale e mezzi di fortuna, uccelli marini stecchiti, villaggi e cittadine in cui catastrofe ambientale rima con tracollo economico. E un'implacabile bufera - onde < gigantesche, raffiche furiose - drammatizza ancor più un bilancio già tragico. Per Bretagna e Vandea, Natale rima con inferno. Era dal 12 dicembre che attendevano quelle diecimila tonnellate di nafta. La petroliera maltese «Erika» le aveva perse in un naufragio dai contorni tuttora misteriosi. Incriminati capitano ed equipaggio, la Total sott'accusa. Ma dopo quasi due settimane trascorse nell'incertezza, scrutando al cardiopalma i bollettini meteo e le sarabande capricciose delle correnti, qualcuno s'illudeva che la Marea Nera risparmiasse alla Francia il terribile remake dell' Arnoco Cadiz nel 1978. Invece no. Le prime chiazze «sbarcano» proprio la Notte di Natale. Non è un fronte unico. Segnalazioni vaghe, contraddittorie, imprecise, vanificano la compattezza del dispositivo antimarea. Ventun anni fa, avanzava come una «armée» implacabi- le «asfaltando» l'oceano, il bagnasciuga, la terra. Oggi, si direbbe un'operazione commando. Tra Lorient, Noirmoutier, Le Croisic, Belle-Ile, la riva è punteggiata da macchie brune. I Comuni litoranei, decine, sperano in un miracolo che riversi sui vicini la sozzura. Per gli allevatori d'ostriche è l'incubo. Ma ieri pomeriggio, neppure i miracolati esultavano. Parigi annulla le commesse. La sola provenienza dalla Bretagna meridionale bollerebbe come un marchio d'infamia mitili & C, richiestissimi per il cenone Duemila. E poi, dinanzi a chi vorrebbe minimizzare - come il ministro Dominique Voynet, rientrata in extremis dalle vacanze tropicali per vedersela con l'emergenza gli ornitologi brandiscono una cifra: 10 mila uccelli soccorsi contro i 5000 per l'Ainoco Cadiz. All'epoca, il petrolio in mare sfiorava lè 230mila tonnellate. E tuttavia oggi, vedendo le conseguenze sull'avifauna, gli esperti ammoniscono: malgrado la differenza quantitativa, il pericolo è grande. I serbatoi dell'Erika, ancora pieni al 65%, fanno temere il peggio. Nuove fughe sarebbero esiziali. Ma pur ammettendo che la situazione rimanga inalterata sui fondali, le prossime 48 ore aggraveranno il quadro. Stasera la nafta dovrebbe presentarsi all'estuario della Loira, ove la Francia celebra la sua grandeur fluviale. E l'allarme scivola progressivamente, verso il Sud. I tremila uomini di rinforzo concessi dal governo si troveranno cioè a presidiare una .costa indifendibile. Eccessivo chilometraggio, risorse umane ancora troppo lontane dai reali bisogni, e mezzi tecnici non idonei. Nessuno sa - in definitiva - come «trattare» la nafta, idrocarburo che nella mappa delle sciagure ambientali brillava finora per discrezione. Impossibile neutralizzarla con navi ad hoc: ne testimoniano i fallimentari test alternatisi finora. E la Total? «Non dovrebbe pagare un centesimo» annuncia «Le Monde». L'«Erika» era ben assicurata: l'indennizzo plurimiliardario spetterà al pool di compagnie in gioco. Ma la Francia insorge. Che il più grande trust petrolchimico transalpino, reduce da un'opa vittoriosa sulla rivale Elf, possa dribblare l'autocritica e in generale l'impatto ecologico sorprende gli stessi politici. L'immagine della compagnia è in frantumi. Fioccano i primi appelli al boicottaggio. Perlomeno, l'Amoco non era «made in Franco». E non si prestava a dubbi calembours, quali «catastrophe total». te. b.l Le diecimila tonnellate di nafta perse dalla petroliera hanno invaso le coste E l'allarme si sposta: stasera l'inquinamento dovrebbe toccare l'estuario della Loira Cinquemila volontari all'opera I forti venti provenienti dall'Atlantico, con raffiche che superano i 150 chilometri l'ora, stanno spingendo sulle coste della Bretagna meridionale la «marea nera» fuoriuscita dalla petroliera «Erika* lo scorso 12 dicembre. Nella foto in alto a sinistra, un uccello ricoperto d'olio combustibile, salvato da un volontario; nella foto sopra, volontari al lavoro per ripulire la spiaggia di Belle Ile en Mer invasa dal greggio.
Persone citate: Dominique Voynet
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