Paura e malori per centosettanta sciatori

Paura e malori per centosettanta sciatori Prigionieri della cabinovia Paura e malori per centosettanta sciatori Stelano Sergi inviato a PILA Intrappolati nelle piccole cabine appeso a un cavo d'acciaio a 15 metri da terra, con raffiche di vento gelido elio hanno raggiunto i 140 chilometri orari. E' stato un Santo Stefano di paura, quello trascorso ieri da 170 sciatori rimasti bloccati por quattro ore sulla telecabina che collega Aosta con Pila, località sciistica a 1800 metri di quota, frazione di Gressan. L'impianto si è fermato quando le fortissime raffiche di vento hanno fatto entrare in funzione i dispositivi di emergenza che bloccano i motori. La telecabina ha funzionato a intermittenza per oltre un'ora, sfruttando le rarissime tregue concesse dal maltempo. Ma alle 14,30 una raffica più forte delle altre ha attorcigliato il cavo delle comunicazioni alla morsa di una cabina, provocando la fermata definitiva dell'impianto, Settecento sciatori, già arrivati in mattinata a Pila, sono rimasti bloccati in fondo alle piste, mentre altre 170 persone sono rimaste intrappolate nelle cabine a 6 posti. La salvezza è arrivata da una guida alpina, che è riuscita a raggiungere con un verricello il cave attorcigliato, liberandolo. L'allarme è scattato pochi minuti dopo mezzogiorno, quando il vento ha cominciato a far scattare i sensori elettronici che regolano la telecabina Aosta-Pila. I tecnici dell'impianto hanno capito in fretta che quel Santo Stefano non sarebbe stato come gli altri. Hanno allertato la Protezione civile, sul posto sono arrivate in elicottero le guide alpine, polizia e carabinieri. Quando, alle 14,30, la situazione è degenerata a causa del cavo attorcigliato, la Pila spa ha attivato un servizio di 14 pullman per trasferire alle loro auto, parcheggiate ad Aosta, i 700 sciatori bloccati sulle piste. E intanto, a 15 metri d'altezza, le piccole cabine a 6 posti venivano sbattute come fuscelli da un vento furioso, che impediva l'intervento degli elicotteri. C'erano bambini e anziani, lassù. Un cardiopatico è stato recuperato e soccorso dai medici, stessa sorte per un bimbo che ha avuto un malore a causa del gelo. Quando i vigili del fuoco stavano già arrivando a Pila con i riflettori, pronti a una lunga operazione di soccorso, una guida alpina della Protezione civile, Patrick Raspo, è riuscita a liberare quei 170 dannati costretti a viaggiare per 4 ore su un ottovolante non richiesto. Con le corde e i verricelli, intorno alle 16, la guida è riuscita a salire sulle funi della telecabina, fino a raggiungere il punto in cui il cavo delle comunicazioni si era agganciato a una morsa. Lo ha legato a una corda, che ha poi lanciato a terra a un gruppo di tecnici. L'operazione ha avuto successo, il cavo è tornato nella posizione normale. A quel punto, è cominciato il lento ritorno a terra dei 170 prigionieri del vento. La telecabina Aosta-Pila è di proprietà della Regione Valle d'Aosta. E' un impianto tra i più lunghi d'Europa (4934 metri), dove i problemi tecnici non sono mai mancati e i miliardi spesi per le manutenzioni straordinarie si avvicina¬ no sempre più a quelli spesi per la sua realizzazione, datata 1988. La prima tratta, AostaLes Fleurs, è lunga 3314 metri con un dislivello di 800 metri. La seconda, da Les Fleurs a Pian Praz, è lunga 620 metri e ha un dislivello di 170 metri e la terza, da Pian Praz a Pila, è lunga 1000 metri con un dislivello di circa 300 metri. La linea completa è percorribile in 17 minuti. Tra i 170 prigionieri della telecabina, ieri pomeriggio, c'era anche un medico del pronto soccorso e della Protezione civile di Aosta, Massimo Vigano. Era salito a Pila in mattinata con la moglie e i 4 figli, tutti di età compresa tra i 5 e i 10 anni. Speravano in una giornata di festa sulla neve, hanno trascorso un pomeriggio che non dimenticheranno più. «Alle 12,30 siamo saliti a Pila, dopo aver sciato. Avevamo giacche e pantaloni bagnati a causa della neve e della piog già. Il vento era fortissimo e la preoccupazione maggiore era per i bambini, faceva molto freddo e c'era il serio rischio di ipotermia. Abbiamo scherzato con i nostri figli per distrarli, mentre io li massaggiavo di continuo per contrastare il freddo e l'umidità. E una volta scesi a terra, cibiamo chiesti tutti quanti se saremmo torna ti lassù, su quella telecabina». Un cavo si è attorcigliato sull'impianto che collega Aosta a Pila. Contro la cabina raffiche divento a 140 chilometri l'ora

Persone citate: Patrick Raspo, Pila