Usura, un posso indietro nell'inchiesta sul cardinale

Usura, un posso indietro nell'inchiesta sul cardinale Potenza, s'allungano i tempi del procedimento Usura, un posso indietro nell'inchiesta sul cardinale Vizi formali nelle notifiche agli avvocati del fratello di Giordano e di altri indagati Mariella Cirillo NAPOLI Tempi più lunghi per la decisione sul futuro del cardinale di Napoli Michele Giordano, per il quale la procura di Lagonegro ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sul giro d'usura scoperto in Val d'Agri. Il giudice dell'udienza preliminare del tribunale lucano, Rosaria Maria Aufieri, ha infatti rinviato gli atti ai pm dopo aver rilevato vizi formali nelle indagini riguardanti alcuni indagati. Tra questi non c'è Giordano, ma l'intoppo comporterà per tutti uno slittamento dell'udienza preliminare. Un forzato rinvio che - lasciano capire a largo Donna Regina, dove ha sede la Curia napoletana - non sarebbe gradito al Cardinale, il quale ha affidato le sue speranze al responso di giudici diversi dalla pubblica accusa contro cui si è più volte scagliato. Le nullità impongono uno stop al procedimento dopo la conclusione delle indagini preliminari e le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura il 18 novembre per il cardinale Michele Giordano e per altre 24 persone. Nei confronti del prelato, i magistrati hanno formulato imputazioni per partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata all'usura, usura continuata e appropriazione indebita. Vizi formali sono stati ravvi¬ sati per alcuni indagati, tra i quali il fratello del cardinale, Mario Lucio Giordano, e l'ex direttore dell'agenzia del Banco di Napoli di Sant'Arcangelo di Potenza, Filippo Lemma. Per loro la richiesta di rinvio a giudizio sarebbe nulla per la mancata notifica di inviti a comparire ai difensori, avvocati regolarmente nominati e il cui incarico non era mai stato revocato. Un incidente di percorso, insomma, non raro in procedimenti giudiziari con più persone coinvolte. Le posizioni risultate non formalmente corrette possono ora essere sanate dagli stessi pm, cui sono stati rinviati gli atti dal giudice. I magistrati dovranno fissare i nuovi interrogatori per gli indagati per i quali la richiesta di rinvio a giudizio è stata ritenuta nulla: questa volta, ovviamente, gli inviti a comparire dovranno essere notificati anche ai legali. I nuovi atti non porteranno la firma di Manuela Comodi, che ha condotto l'inchiesta in tandem con il procuratore di Lagonegro Michelangelo Russo e che nel frattempo è stata trasferita in Umbria, a Spoleto. Completato l'iter procedurale, sarà possibile fissare la data dell'udienza preliminare e arrivare quindi al responso su tutte le persone coinvolte nell'inchiesta durata due anni e in cui è finito, con strascico di violente polemiche, anche il cardinale di Napoli.

Persone citate: Filippo Lemma, Manuela Comodi, Mariella Cirillo, Mario Lucio Giordano, Michelangelo Russo, Michele Giordano, Rosaria Maria

Luoghi citati: Lagonegro, Napoli, Potenza, Sant'arcangelo, Spoleto, Umbria