Gli occhi del mondo sullo Porto Santa di Marco Tosatti

Gli occhi del mondo sullo Porto Santa Il Capo dello Stato e un senzatetto a fianco del Pontefice. A luglio Wojtyla chiederà l'amnistia per i carcerati Gli occhi del mondo sullo Porto Santa Stasera il Papa inaugura il Giubileo del2000 Marco Tosatti CITTÀ DEL VATICANO Il Presidente, il Senzatetto e il Papa: sembra il titolo di un film, è quello che accadrà questa sera a San Pietro, dove Giovanni Paolo U ultimo pontefice del Millennio, aprirà la Porta Santa della più grande basilica della cristianità sul Duemila, avendo come testimoni diretti, fra gli altri, il Capo dello Stato italiano, Carlo Azelio Ciampi, e Sergio De Giorgio, 34 anni, napoletano, che «abita» sotto la galleria Colonna. De Giorgio ha parlato con un sacerdote della Prefettura della Casa Pontificia, e ha ottenuto un biglietto. Sarà presente a un avvenimento storico, non a caso verrà trasmesso in diretta in almeno cinquantotto paesi diversi; un momento di grandissima emozione per l'anziano pontefice malato, che vedrà compiersi, lì sulla soglia di quella porta bronzea, la profezia e la consegna che gli affidò subito dopo l'elezione un grande cardinale suo conterraneo, Wyszinski: «tu dovrai portare la Chiesa nel Terzo Millennio». Ciò detto, Papa Wojtyla si sta preparando alla cerimonia lavorando come di consueto: ha preparato i suoi prossimi interventi, ha letto i documenti della Segreteria di Stato, ha rivisto i dettagli della cerimonia e inoltre ha ricevuto ài udienza privata un ospite straordinario, il 'patri arca armeno aFCoitantinopoli, Mesrop II. Ma ha declinato l'invito di presiedere oggi pomeriggio all'inaugurazione del parche^gioael Gianicolo. «Se mi domandate - ha detto ieri il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Valls - a che cosa penserà il Papa mentre aprirà la Porta Santa di San Pietro, posso rispondervi: penserà al mistero dell'incarnazione di Dio». Navarro ha raccontato di aver chiesto in questi giorni a Giovanni Paolo n come potrebbe sintetizzare in una parola, in una sola parola, il significato del Grande Giubileo, e lui ha risposto in greco: «Metanoia (conversione)». Si sta inoltre definendo il progetto della Santa Sede per la richiesta di un'amnistia generale per i reati minori e politici. «E nello spirito del Giubileo - ha spiegato monsignor Diarmud Martin, segretario del Pontificio consiglio di Giustizia e Pace - ma un'eventuale amnistia dipenderà dagli Stati e dalle situazioni esistenti nei diversi paesi» Ieri pomeriggio hanno avuto luogo a San Pietro e a San Giovanni in Laterano le «prove generali» della cerimonia di apertura; ed è stato controllato ancora una volta se la Porta Santa della basilica vaticana, chiusa dal 1983, è in grado di funzionare. Non è chiaro se sia stata aperta (le fonti ufficiali danno dichiarazioni sfumate sull'argomento), ma di sicuro sono stati oliati i cardini, per rendere più agevole l'opera del Pontefice, che appoggerà le mani sui battenti, e dei due «sanpietrini» che, nascosti all'interno, la spalancheranno. Come per ogni altro rito del Papa che esca dalla routine, è stata fatta una vera e propria «prova generale». Il fatto non presenta alcun carattere di straordinarietà: i cerimonieri provano in anticipo percorsi e modalità della celebrazione. In San Pietro la prova è avvenuta a porte chiuse. Un gruppo di asiatici ha decorato di fiori gli stipiti della Porta e ha sparso profumi, mentre venivano suonate musiche di tipo orientale. Fedeli africani hanno suonato i comi in segno di gioia. Oltre a cardinali, vescovi e al Presidente della Repubblica, farà parte della processione anche il patriarca armeno Mesrop II. In 62.000 hanno chiesto un posto in basilica: ci entreranno in 8.000, mentre per altri 40.000 saranno allestiti posti a sedere in Piazza San Pietro. Con maxischermi e monitor, sia dentro che fuori. Per il primo giubileo che segna la fine di un Millennio.