Referendum, il Polo rinvia di Maria Grazia Bruzzone

Referendum, il Polo rinvia Referendum, il Polo rinvia La linea dopo il responso della Consulta Maria Grazia Bruzzone ROMA «Se il mio matrimonio dovesse andare in crisi tutte le volte che mia moglie vuole venire a Roma in auto anziché in aereo...». In fondo è Natale. E alla fine della giornata della fiducia, ormai placato dopo la sfuriata anti D'Alema di un'ora prima, Silvio Berlusconi incrocia Gianfranco Fini nel Transatlantico e sfodera il suo miglior sorriso di buon augurio. Prima delle feste, vuole a tutti i costi consegnare ai cronis$irun'immagine-di pace che smentisca i contrasti insanabili con l'alleato sulla legge elettorale. 1 Così tira fuori la metafora coniugale, come dire che non ci si lascia per così poco. Poi spiega: «Abbiamo deciso di ragionare: può darsi che io convinca lui o che lui convinca me. Certo, lui si è esposto perché ha raccolto le firme, e poi ha molti sostenitori al nostro interno. Ne parleremo fra noi e anche con la maggioranza. Intanto aspettiamo le slLr decisioni della Consulta. Ma come potete pensare che questo possa provocare anche solo il solletico a un'alleanza granitica come la nostra?». Fini sorride e tace. Il punto è che Berlusconi si è convertito al sistema eletto¬ rale tedesco, il cancellierato col proporzionale e lo sbarramento al 5%. Mentre Fini è rimasto fedele al maggioritario ed è stato tra i principali sponsor del referendum antiproporzionale che oggi il Cavaliere tenderebbe ad avversare. Una contraddizione che ha finito per esplodere, spaccando in due anche Forza Italia. La pattuglia dei riformatori azzurri, ex radicali e ultrareferendari, che si aspettavano un appoggio immediato e pieno al referendum, sono stati i primi a risentirsi, e a preoccuparsi. E hanno minacciato di astenersi nel voto di fiducia al D'Alema bis. Berlusconi l'altra notte ha provato a convincerli a desistere da quell'insano proposito, rivolgendo loro un appello. Con scarso risultato. «Gli ho risposto "discutiamo pure, vediamo chi convince chi". Convincere per vincere», scherza Marco Taradash. E Peppino Calderisi gira per il Transatlantico con la copia del programma del Polo, «quello del '96, il più recente», aperto sulla frase in cui si esplicita l'impegno pex*una leggiteli tipo maggioritario. I quattro riformatori ribadiscono la loro decisione di astenersi, o &3jsc^d,aj^ E così fanno. La seconda, più concreta, azione di recupero di Berlusconi è un vertice lampo con gli alleati a via del Plebiscito. L'accordo trovato è più che altro un rinvio: il Polo chiarirà quale atteggiamento prendere nei confronti del referendum dopo le elezioni regionali, che saranno per il Polo un'occasione di duro scontro col centro sinistra. E' lo stesso Fini ad annunciarlo, commentando che «la riunione è andata bene». E anche Pierferdinando Casini sottolinea la ritrovata unitarietà del centro destra: «Questa è un'alleanza che negli anni si è consolidata e davanti agli spettacoli indecenti degli altri non possiamo che rafforzare la nostra unità». Tutto bene, insomma, almeno fino a marzo.Poi si vedrà. Ma che siano tutti felici e contenti è un eufemismo al quale solo Berlusconi mostra di credere. L'An Paolo Armaroli vedei'azzurro Giuliano Urbani con un piede ingessato e lo prende in giro: «E' scivolato sul proporzionale»; «In realtà è l'uninominale che porta male» ribatte lui. E lo stesso Fini, fuori dalla scenetta natalizia sorride molto meno, «lo imbarazzato se Berlusconi deciderà di non appoggiare il referendum? Caso mai lo sarà lui. Aspettiamo solo che passino le regionali. Tanto il referendum è Ti. La Consulta che ha già ammesso l'altro quesito identico, non può non ammetterlo». Divisi sulla legge elettorale & Fini e Berlusconi ~ «ssa» prendono tenipoj ma ,11 nostro è un matrimonio li presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

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