«Pietà per la mamma assassina»

«Pietà per la mamma assassina» La donna è stata trasferita dal carcere nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Brescia «Pietà per la mamma assassina» L'appello del sacerdote ai funerali delpiccolo Giorgio Paolo Colonnello invialo a Calcinato (BRESCIA) «Grazie Giorgio per essere stato con noi, anche se per così poco tempo. Grazio per la gioia, la tenerezza, l'allegria che ci hai dato...», Alla giovane maestra d'asilo trema la voce mentre, nella grande chiesa gremita di Calcinato, legge il suo messaggio d'addio al piccolo Giorgio, ricordandone i sorrisi e la voglia di vivere, anziché quel presunto handicap che la madre ha voluto cancellare togliendogli la vita. Sono di questa ragazza le ultime parole di un funerale tristissimo che si svolge in un pomeriggio freddo e splendente, quasi a voler cancellare il ricordo plumbeo o nebbioso di quel venerdì sera, quando Giorgio, tre anni appena, fu gettato dalla madre nel fiume, laggiù, vicino alla chiusa. l'anno ala alla giovane maestra i piccoli amichetti d'asilo del bimbo, che, come angeli di questo triste Natale, dall'altare cercano con gli occhi i loro genitori, accorsi con l'intero paese per stringersi attorno al dolore di una famiglia distrutta. Nel banco dei parenti, Hoberto Panizzolo, il padre di Giorgio, sentendo queste parole abbraccia forte le due figlie Rossana e Paola, 11 e 13 anni, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Rossana impugna un bouquet di rose bianche mentre Paola ha gli occhi fìssi sulla piccola bara bianca del fratellino che tutti, ma proprio tutti, sono venuti a salutare: compresi gli zingari del campo nomadi di Calcinatcllo, perquisiti quella notte terribile di venerdì, quando ancora si credeva che Giorgio fosse stato rapito; compresi i ragazzi handicappati della piccola comunità d'assistenza di Calcinato, testimoni viventi di una diversità accettata. Quella diversità che Marisa Pasini non poteva sopportare. Loro hanno aspettato in chiesa, mentre amici e parenti nel primo pomeriggio andavano a casa dei Panizzolo per recitare il rosario e partecipare al corteo funebre. «La messa è finita, andate in pace», dice il parroco don Lino. Ma la pace, qui a Calcinato, arriverà solo quando Marisa, la mamma di Giorgio, farà capire qualcosa di più di questa tragedia che, negli atti della procura di Brescia, si ascrive per ora nei casi delle mente sconvolte. Lei adesso, mentre si svolge il funerale del suo bambino, è agli arresti in una stanza del vecchio reparto di psichiatria dell'ospedale di Brescia. Il gip, dopo averla interrogata e aver letto la relazione del perito psichiatrico, il dottor Giacomo Filippini, ha stabi- lito che la donna ha bisogno di cure immediate, e dev'essere guardata a vista nei timore che possa togliersi la vita: il carcere non è il luogo più adatto per lei. Ma forse, per questa donna che non smette di piangere tormentando la foto del figlio ucciso, non esiste più alcun luogo. Ed è a lei che il vecchio parroco, nell'omelia, e il vescovo di Brescia, Giulio Sanguineti, in una lettera, rivolgo¬ no il pensiero nelle loro preghiere. «Giorgio - scrive il vescovo - è adesso un angelo in più nel nostro Presepio che prega per noi, per le sue sorelline, per il papà e per la sua mamma. E' lei infatti che ha più bisogno delle nostre preghiere». Don Lino invece ricorda le parole del Manzoni: «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per procurarne loro una più gran¬ de: la resurrezióne». Ed esórta alla pietà e alla compassione, chiede che il paese stia vicino a questa famiglia: «Una croce pesante può diventare più leggera se sono in molti a portarla». Poi conclude parlando di Marisa: «Un logorio lento l'ha portata a non essere più sè stessa. Marisa quando ha compiuto quel gesto non era più presente a sè stessa». Piegano la testa i famigliari nella chiesa, si asciuga gli occhi Roberto Panizzolo. Non ci sono parole, non ha altro da aggiungere. Una bambina legge una preghiera: «0 Maria, tu che conosci la maternità, sostieni e conforta la mamma di Giorgio e ridalle fiducia in sè stessa». E pregano tutti, anche il marito. Il perdono, forse, è già arrivato. «Un logorio lento l'ha portata a non essere più se stessa quando ha compiuto quel gesto Ora aiutiamola a ritrovare la fiducia»

Persone citate: Giacomo Filippini, Giorgio Paolo Colonnello, Giulio Sanguineti, Manzoni, Marisa Pasini, Panizzolo, Roberto Panizzolo

Luoghi citati: Brescia, Calcinato