Rispedita dagli Usa In Italia per qualche rossetto rubato

Rispedita dagli Usa In Italia per qualche rossetto rubato Il N.Y Times difende la causa di un'italoamerìcana cleptomane che subirà i rigori di una legge nata per i mafiosi Rispedita dagli Usa In Italia per qualche rossetto rubato Franco Paniarelli NEWYORK Quando Maria Gaglianese lasciò ITtaliaper trasferirsi con i genitori negli Stati Uniti aveva cinque anni. Ora ne ha 36 ed ha un marito americano (ora il suo nome è Wingent), due figli americani, una minima conoscenza della lingua italiana e nessun legame con il suo luogo di origine: Albi, in provincia di Catanzaro. Ma il prossimo 13 gennaio, se nel frattempo non succederà nulla, sarà costretta a tornarvi, accompagnata dal divieto assoluto di mettere di nuovo piede in America e quindi senza poter più vedere il marito e i figli. La ragione? Maria è una cleptomane. E' stata sorpresa varie volte a rubare cosine di poco conto (un pacchetto di sigarette, un deodorante, un dentifricio) nei negozi di Rochester, la cittadina nei pressi di New York dove ha vissuto i suoi ultimi 31 anni. Nella gran parte dei casi aveva ammesso la sua colpa, si era scusata e se l'era cavata con una multa. Ma l'anno scorso, mal consigliata da un difensore d'ufficio (un avvocato «vero» non poteva permetterselo perché è povera), si è dichiarata colpevole non solo di aver rubato la cosina di turno ma di avere violato le norme della «probation», la libertà vigilata, e si è presa una condanna a due anni di prigione che ora sta scontando. Il punto però è che quella condanna ha fatto rientrare il suo reato fra quelli «aggravati» (una categoria che comprende l'omicidio e la rapina a mano armata), il che ora la rende passibile di deportazione. Nel 1966, in pieno furore-paura, è stata infatti approvata una legge che estende appunto il «raggio» dei passibili di deportazione: non più solo gli assassini, gli spacciatori di droga, i membri del crimine organizzato, ma tutti i colpevoli di un reato «aggrava- to», e per di più con un valore retroattivo, nel senso che anche chi ha già scontato la pena decenni fa può essere cacciato dagli Stati Uniti. Da quando quella legge è stata approvata il numero dei deportati e aumentato del 72 per cento e soltanto quest'anno sono state oltre 62.000 le persone rispedite al proprio Paese di origine. E' decisamente troppo, dicono tutti, e perfino molti parlamentari che a suo tempo sostennero con energia la nuova norma (in genere repubblicani «duri») ora si dicono pentiti e stanno lavoran¬ do ad alcuni emendamenti tesi ad attenuarne i rigori. Ma se mai arriveranno, quegli emendamenti, il loro iter impiegherà sicuramente più delle tre settimane che separano Maria Winger dal fatidico 13 gennaio. «Non sono un signore della droga», dice lei intervistata in prigione, «non sono un terrorista. Sono solo una casalinga che ha commesso alcuni sbagli». La sua «causa» è stata fatta propria dal «New York Times» e a Rochester sono stati raccolti soldi per un avvocato «vero». Chissà se basterà. L'iialoamoricana Maria Gaglianese sarà rispedita in Italia

Persone citate: Franco Paniarelli, Maria Gaglianese, Maria Winger