Israele in tilt per il Giubileo di Fiamma Nirenstein

Israele in tilt per il Giubileo E i gruppi terroristi cercheranno di approfittare del flusso dei turisti e della visita del Pontefice Israele in tilt per il Giubileo «Troppi pellegrini, non siamo preparati» Fiamma Nirenstein GERUSALEMME Non aspetta il permesso degli uomini, il tempo: così in Terra Santa fra due giorni si aprono le celebrazioni del Giubileo, e nessuno, tuttavia, si sente veramente pronto. Questa zona del mondo, non è mai veramente pronta, mai tranquilla e sicura di sé: conflitti, ritardi istituzionali, disguidi casuali o voluti, offese e scontri fra le tre religioni o semplicemente l'ignoranza l'ima dell'altra, oppure la tensione per la molto chiacchierata visita del Papa, insieme a semplici problemi di bilancio, fanno sì che Israele e i palestinesi attendano ambedue i pellegrini cristiani grattandosi la testa, con l'aria di dire «vediamo un po' come va a finire». Però ieri mattina, monsignor Sabbah, il patriarca latino, ha indossato lo zucchetto rosso su una rara espressione lieta per raccontare la specialità di questo Natale a Betlemme, dove si festeggia l'autentico, carnale duemillesimo compleanno di Gesù: «Ringraziamo Dio di questo dono», ha detto naturalmente Sabbah, e non ha rinunciato nella sua tradizione e nel suo stile, a chiedere a chiare lettere che il prossimo anno sia quello dello Stato palestinese, cosicché si ponga fine al conflitto. Sabbah, nel suo stile sempre militante, ha chiesto anche il ritorno degli esuli e la liberazione dai problemi, oltre all'internazionalizznzione di Gerusalemme. Il 2000 dovrebbe portargli doni non da poco. Però ha assunto un volto mite e possibilista sul conflitto di Nazareth, l'ombra più grande sia sulla visita di marzo che il Papa compirà finalmente in Terra Santa, e su un possibile quieto numeroso flusso di p el 1 egri ni -1 uri s t i. «Invece di costruire una moschea di fronte alla Chiesa della Natività - ha detto Sabbah - si potrebbe sullo stesso spazio costruire un centro interreligioso». E gli israeliani, finora come immobil i zza t i e spaventati dalla guerra di religione che non sono riusciti a sedare, hanno preso sul serio la propo sta e si stanno dando da fare. Sabbah è stato gentile anche nel mettere in secondo piano la gaffe israeliana nel rivelare senza il permesso del Vaticano la data del viaggio del Papa: «Ciascuno ha tuttavia fatto molto lavoro per preparare bene quest'anno così speciale», Sabbah ha ripetuto. E invece i giornali israeliani, titolano: «Duemila, un flop colossale?». In realtà, oltre alla paura politica che ha preso talvolta i pellegrini e ha creato cancellazioni a catena soprattutto a Nazareth e in genere nei tour di pellegrinaggio, si sono verificati ritardi strutturali che riguardano vari aspetti della popolazione, l'illuminrzione e la pulizia di Gerusalemme, alcuni grandi piani edilizi, come quello per un facile imbarcadero destinato a coloro che volessero provare l'emozione di imbarcarsi a Cafarnao sul mare di Galilea come faceva Gesù: semplicemente, presentato e strombazzato, non è stato realizzato. D venerdì sera, inoltre, serata del Natale e fra una settimana anche di Capodanno, poiché è l'inizio del sabato in cui il mondo ebraico non dà luogo ad attività pubbliche di alcun tipo, impicci, e intralcia lo svolgersi delle feste religiose e civili dei cristiani. TI Rabbinato ha disapprovato che gli alberghi allestiscano alberi di Natale e festeggino il Capodanno cristiano; in generale, la grande occasione di incontro fra Cristianità e Stato degli ebrei, che avrebbe potuto compiersi in questa occasione, non ha goduto di un marketing degno. Tuttavia sono stati raggiunti 55 mila posti letto per gli attesi tre milioni di ospiti, e l'aeroporto Ben Gurion è stato rafforzato e sveltito. Le operazioni però sono assai complicate dai problemi di sicurezza che riguardano sia i pazzi millenaristi, sia gli estremisti che potrebbero voler approfittare della situazione affollata per la loro scellerata politica. La radio, la tv, i giornali israeliani in questi ultimi giorni cercano di rimediare alla miope indifferenza e persino all'ostilità dei mesi passati, e di spiegare alla popolazione locale l'importanza delle feste cristiane: come una recentissima indagine Gallup dimostra per il 30 per cento gli israliani ignorano cosa sia il Natale e per il 33 per cento giudicano irrilevante la visita del Papa. La maggioranza resta sempre amichevole e favorevole, ma ce n'è del lavoro da fare. Una manifestazione di integralisti islamici a Nazareth contro la visita del Papa in Terra Santa

Luoghi citati: Betlemme, Gerusalemme, Israele