D'Alema-radicali, attrazione fatale di Fabio Martini

D'Alema-radicali, attrazione fatale DOPO L'ANTICA DIFFIDENZA PROVE DI AVVICINAMENTO D'Alema-radicali, attrazione fatale E i quattro riformatori all'ora del voto si asterranno dietro le quinte Fabio Martini ROMA Ein pochi giorni la consumata diffidenza del mondo radicale verso Massimo D'Alema diventò «attrazione fatale». Tutto ha inizio sei giorni fa, quando il presidente del Consiglio, nel pieno di una crisi complicatissima, ha accettato di andare per un'ora a «Radio Radicale» ricevendo in cambio le parole gentili di Marco Pannella e di Emma Bonino; due giorni fa i Tg di Stato, all'unisono, hanno rilanciato tra le notizie di testa la dura dichiarazione anti-Berlusconi di Pannella, certo significativa ma come tantissime altre pronunciate dal «mattatore» radicale e ignorate dalla Rai per tanti anni. E finalmente ieri pomeriggio due ex radicali come Peppino Calderisi e Marco Taradash - diseredati da «papà» Marco ma rientrati nella stessa orbita politica - si sono presentati nello studio del presidente incaricato e quasi a freddo hanno detto a D'Alema: «Guarda che se noi dovessimo risultare determinanti, siamo pronti ad astenerci sul tuo governo. Per noi evitare le elezioni anticipate e celebrare il referendum è più importante di ogni altra cosa». Una dichiarazione ripetuta più tardi ai cronisti e diffusa in uno dei momenti più incerti dell'incarico a D'Alema, le ore in cui l'astensione del TrifogUo sembrava potesse volgere verso un voto negativo. E dunque, alle tre del pomeriggio del 21 dicembre, le quattro astensioni dei riformato- ri (oltre a Taradash e Calderisi ci sono anche Masi e Bicocchi) hanno avuto un effetto eclatante: per qualche ora i riformatori sono apparsi decisivi o quanto meno utilissimi a Massimo D'Alema. E non è detto che nelle pieghe di questa compbcata crisi, quelle quattro astensioni non tornino ad essere decisive. E finalmente, a chiudere la giornata arrivava una nuova «mitragliata» di Marco Pannella verso Berlusconi, che a metà pomeriggio era uscito allo scoperto con la sua vocazione proporzionab- sta: «Ora - diceva Pannella siamo alla provocazione anche nei confronti di Fini, Martino, Biondi e tantissimi altri del Polo impegnati nella campagna referendaria, per mostrare a tutti chi è il padrone. Questo modo di procedere è un pericolo per la vita civile del Paese. Gli ulivisti non sono capaci di niente ma Berlusconi è davvero capace di tutto!». Certo, il mondo radicale nel corso degli anni ha dato vita ad una complicata diaspora e il difficilissimo rapporto degU allie\n con il «padre padrone», ha aumentato dissapori personab e anatemi verso i dissenzienti. Ne sanno qualcosa Calderisi e Taradash che, dopo esserci avvicinati a Forza Italia sono stati «scomunicati» e considerati inavvicinabili: qualche mese fa quando partì la campagna per la Bonino al Quirinale, i due si dichiararono pronti ad incontrarla per dichiarare pubblicamente il proprio appoggio. La Bonino stava uscendo dalla sede del partito radicale, i due stavano aspettando nel proprio ufficio quando arrivò il contrordine di Pannella: «Emma non è il caso di andare...». Per non parlare delle complicate traiettorie seguite da alcuni personaggi, a cominciare proprio dal duo Taradash-Calderisi che da Pannella è passato con Berlusconi, da Berlusconi a Segni-Fini, da Segni-Fini all'astensione per D'Alema. Ma è pur vero che la diaspora radicale non ha mai smarrito l'antica passione del maestro: quella per il binomio referendum-maggioritario puro. Calderisi spiega così l'offerta di astensione: «A D'Alema abbiamo spiegato che il nostro appoggio lo daremo soltanto se sarà determinante. Noi siamo pronti ad allearci anche con il diavolo pur di far celebrare il referendum che aboUsce la quota proporzionale. Perché un dato crediamo sia incontrovertibile: se D'Alema ottiehe la fiducia del Senato ed è bocciato dalla Camera, a quel punto non resta che lo sciogUmento anticipato del Parlamento e il referendum va a farsi benedire...». Ma prima che i due ex allievi si «offrissero» a D'Alema, era stato Pannella a muovere diverse pedine sulla scacchiera. Come l'annuncio di una possibile candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione Lombardia, una mossa destinata a creare parecchi grattacapi al centro-destra e al suo leader regionale, il presidente uscente Roberto Formigoni. E dunque, il sospetto resta: quella di Taradash e Calderisi è una mossa concordata con il vecchio maestro? Taradash sorride: «No, questo no. Lo abbiamo informato preventivamente. E accanto ad alcune parole... irriferibUi pronunciate da Pannella, si può dire che dal punto strategico abbiamo recuperato una smtonia». Peppino Calderisi e Marco Taradash non si opporranno al nuovo governo Lo scopo è evitare lo scioglimento delle Camere ; Marco Pannella Peppino Calderisi

Luoghi citati: Lombardia, Roma