La notte più lunga di D'Alema
La notte più lunga di D'Alema Oggi la lista e il governo al Senato. Compravendita di voti, il Giurì condanna solo l'ex leghista La notte più lunga di D'Alema Sì alla commissione su Tangentopoli, ma il Trifoglio resta fuori ROMA. E' stata la notte più lunga di D'Alema, dopo una giornata convulsa. Fino all'ultimo è rimasta aperta una trattativa con il Trifoglio che a tratti è parsa preludere ad un accordo e al relativo ingresso dei «tre partiti minori» nel governo. L'ultima offerta del premier: una commissione d'inchiesta su Tangentopoli con poteri d'indagine giudiziari. Il no di D'Alema è venuto invece alle richieste relative alla riforma elettorale. A meno di sorprese dell'ultimo istante, dunque, quest'oggi il premier incaricato presenterà al Presidente della Repubblica la usta dei ministri per poter poi andare al Senato (probabilmente nel primo pomeriggio) per chiedere il primo voto di fiducia al nuovo governo, nel quale non ci sarà alcun nome del Trifoglio. Il clima, comunque, sembra essere meno teso: il confronto cioè potrà continuare. Intanto Silvio Berlusconi ha annunciato che farà la campagna elettorale contro il referendum elettorale, mentre Fini insiste appoggiandoli. Il risultato: quattro deputati referendari del Polo non voteranno contro D'Alema. Per quanto riguarda la compravendita dei voti, ieri il giurì ha assolto l'Udeur e ha «censurato» l'ex leghista Bagliani. Violante ha detto: è certo che le offerte in denaro ci sono state. Resta aperta l'inchiesta della magistratura. Lo stesso Violante ha raccomandato alle Camere di «assumere le necessarie misure regolamentari atte a rendere stabile il quadro parlamentare uscito dal voto». Perché, dice il presidente, «non può esserci stabilità dei governi senza stabilità degli equilibri parlamentari». Mt«rì, Martini, Mali, Rampino e Tiberga ALLE PAGINE 2-6
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