«Aiutateci, la nostra gente è allo stremo» di Maurizio Molinari

«Aiutateci, la nostra gente è allo stremo» «Aiutateci, la nostra gente è allo stremo» Quattro sindaci jugoslavi a Roma per un ponte umanitario Maurizio Molinari ROMA «Sosteneteci, la Serbia è un grande lager e il presidente Slobodan Milosevic è il nostro carceriere»: si è aperto con questo grido di aiuto del vicesindaco di Belgrado, Milan Bozic, l'incontro alla Farnesina fra i primi cittadini delle città jugoslave governate dall'opposizione e numerosi colleghi italiani. L'arrivo a Roma dei sindaci di Belgrado, Kragujevac, Nis, Novi Sad e Pancevo dovrebbe servire a favorire, nonostante le sanzioni dell'Onu, la distribuzione di aiuti umanitari alle città dell'opposizione distrutte dai 78 giorni di bombardamenti della Nato e alle prese con carenza di beni di prima necessità. L'Italia è il primo Paese a prendere un'iniziativa concreta di questo tipo, destinata a ritagliare per l'Europa un ruolo autonomo nella politica di aiuti nei Balcani rispetto agli Stati Uniti. «Vogliamo distinguere fra le misure contro il regime di Milosevic e quelle che arrecano sofferenze indiscriminate ai civili», ha spiegato il ministro degli Esteri, Lamberto Dini. L'operazione «CittàCittà» è un ponte umanitario fra l'Italia e la Federazione Jugoslavia, garantito da uno stanziamento di 12,5 miliardi dei fondi della cooperazione, con l'obiettivo di consentire a Comuni e Regioni di intervenire a sostegno di specifici progetti. (ili ostacoli però non mancano: dalla decisione se includere o meno nel programma anche beni «strategici», ad esempio il petrolio per riscaldamento, al «come» assicurarsi che gli aiuti una volta inviati non finiscano nelle mani di Belgrado. «Dovete essere audaci negli aiuti - ha detto ai colleghi italiani il sindaco di Belgrado, Voj isla v IVI ih a j lo vie - questo rafforzerà la battaglia per la democrazia». Mihajlovic ha usato in pubblico toni moderati verso Milosevic, assicurando poi, a porte chiuse, che in primavera riprenderanno le manifestazioni dell'opposizione. Dura la denuncia del sindaco di Nis, Zoran Zivkovic: «Il muro caduto a Berlino ora è.da noi, abbatteremo Milosevic anche da soli ma se ci aiutate faremo prima». Non tutti sono d'accordo su che cosa chiedere all'Europa: il sindaco di Belgrado vorrebbe che gli aiuti andassero «a tutte le città» e non solo a quelle dell'opposizione ma quello di Nis ribatte «è un errore dividersi, l'importante è che iniziate a ciarli subito». Poi una battuta amara sull'Italia : «Dare i soldi alla Telecom serba è stato un errore, sono finiti nelle tasche di Milosevic, non fatelo più». Nessuno nega di aver paura. Il Sindaco di Kragujevac parla per tutti: «Ci sono stati omicidi e attentati, come quello contro Vuk Draskovic, siamo coscienti del pericolo, ma i nostri cittadini rischiano più di noi». Belgrado non era stata informata dell'incontro fra i sindaci, ieri si è astenuta dal reagire ma ha fatto trapelare ufficiosamente delusione per il «tradimento morale» di «coloro che vanno a chiedere aiuto a chi ci ha bombardato».

Persone citate: Lamberto Dini, Mihajlovic, Milan Bozic, Milosevic, Slobodan Milosevic, Vuk Draskovic, Zoran Zivkovic