Regalo di Natale ai russi: Grozny

Regalo di Natale ai russi: Grozny Regalo di Natale ai russi: Grozny Per i generali imminenti l'assalto e la resa MOSCA Grozny ti «adrà per Natale. I militari russi, impegnati in violentissimi combattimenti nella capitale cecena, vorrebbero scatenare l'assalto finale tra il 22 e il 24 dicembre prossimo, in modo da farla finita per Capodanno. Ormai è ufficiale: parola del generale Vladimir Shamanov, comandante delle truppe russe in Cecenia e secondo per popolarità nel Paese probabilmente soltanto al premier Putin. Non sarà però facile: i russi incontrano una resistenza accanita a Grozny, difesa da almeno 5 mila guerriglieri. Secondo giornalisti indipendenti che si trovano nella città assediata, il massacro di almeno 100 soldati russi una settimana fa è stato soltanto il primo di una serie, e i militari continuano a subire forti perdite. Ma la vittoria - almeno provvisoria - sui «terroristi» ceceni serve a Putin, e sempre nuove colonne russe vengono lanciate nella guerriglia urbana. Dunque, nonostante le continue smentite di un assalto a Grozny, l'offensiva per prendere la città è già in corso. I russi reclamano di aver preso ieri l'aeroporto civile Severnij (quello mibtare è già in mano loro da 10 giorni), e di aver consolidato 11 controllo sul quartiere di Cernoreeje. E ieri i combattimenti si sono estesi dall'Est della città anche verso Nord e Sud. Scontri anche nel resto della Repubblica, dove perfino i russi sono costretti ad ammettere perdite. La battaglia più aspra si è svolta nei pressi di SerzhenJurt, base dell'islamista di origine giornana Khattab, e sulla strada Sud che collega la Cecenia alla Georgia. I ribelli affermano di aver riconquistato il controllo su questa arteria chiave, strappandola ai paracadutisti russi. Un numero imprecisato di para sarebbe rimasto ucciso nella battaglia. Ma il comando di Mosca smentisce e dichiara di mantenere il controllo sulla strada verso la Georgia. L'aviazione russa nel frattempo a colpire incessantemente la;regioni del,Sud della Cecenia e ì quartieri non ancora conquistati di Grozny. Nella città rimangono ancora almeno trentamila civili: da quando, una settimana fa, sono stati aperti i corridoi per far uscire i profughi, soltanto quattrpmila abitanti della capitale hanno rischiato la corsa micidiale tra le bombe. Gli altri preferiscono aspettare la loro sorte nei rifugi improvvisati. Quanti profughi siano morti sotto i bombardamenti non si sa e forse non si saprà mai. Ieri si è diffusa la notizia di un nuovo massacro di civili: quarantino persone uccise dai soldati ad Alkhan-Jurt, un villaggio nei pressi di Grozny. Denuncia che ovviamente è subito stata smentita dal ministero della Difesa con l'accusa di «provocazione». Ma i militari negano anche la strage di soldati russi nel centro di Grozny, confermata da testimonianze indipendenti, e il lancio di missili terra-terra sulla capitale, documentato dalle riprese televisive, [a. z.l Conquistato anche1 l'aeroporto civile I ceceni denunciano il massacro di 41 persone, Mosca nega Un para russo bacia il figlio dopo due mesi di servizio in Cecenia

Persone citate: Khattab, Putin, Vladimir Shamanov