E Rizzi porto il nastro al Giurì

E Rizzi porto il nastro al Giurì LA REGISTRAZIONE AVVENUTA NELL'I. DI TO E Rizzi porto il nastro al Giurì «L'oattoperimostrareceaLegapuita» personaggio ROMA Un commesso che alle tre e mezzo del pomeriggio si avvia verso l'ufficio ai Luciano Violante portando un grosso registratore che deve aver visto tempi migliori. Cesare Rizzi, leghista nei pensieri e nell'aspetto, che esce dall'«interrogatorio» con il ripiglio spavaldo e la sigaretta accesa. La squadra dei vicepresidenti della Camera che sfila con l'aria fiera davanti alla sala della Lupa. Lorenzo Acquarone, che quasi si indigna a sentirai chiedere se il Giurì avesse ascoltato l'ormai celebre «nastro» di Rizzi: «A me, giurista e professo¬ re di diritto chiedete di violare un segreto? - sbotta -. Avete fatto la domanda sbagliata alla persona sbagliata...». E poi via versoVascens o re che porta ài gruppo dei popolari, senza sapere che Carlo Giovanardi, a identica domanda, aveva risposto con un candido «sì». Il giallo della bobina che forse c'è e forse non esiste finisce lì: con l'ammissione di Giovanardi e con la faccia imbarazzata del commesso che cammina con il registra torone sotto il braccio. A sera, Rizzi si lascia andare: «Siamo precisi, per favore: io non gli ho "dato" la mia cassetta. Gliel'ho fatta sentire con il registratorino che mi ero portato da casa. Violante non sentiva bene, così si è fatto portare quell'affare. Lo ha fatto per amplificare. Sa, c'erano dei passaggi delicati...». Fino a quel momento, l'onorevo¬ le Rizzi Cesare da Erba, con i capelli appena stirati e la borsa ben stretta nella mano destra, si era barcamenato a lungo tra la voglia di raccontare tutto e il timore di dire troppo. «Ho portato delle prove concrete», ha ripetuto un milione di volte sotto il tiro di microfoni e telecamere: oggetti insoliti e seducenti per uno che si era fatto notare solo per aver battuto nel collegio di Como un vecchio campione come Alberto Cova e per aver dato del «portasfiga» in aula a un ministro giovane come Claudio Burlando. Un'esibizione verbale straordinaria, la sua: scandita con gli stessi toni e lo stesso accento di Umberto Bossi: «Son venuto a 'sto giurì d'onore, ma so bene che è solo un teatro...». Poi la raffica delle domande, e le risposte ribadite allo sfinimento. Ha consegnato il nastro? «Ho portato delle prove concrete». Quali prove, onorevole? «Prove che non si possono smentire». Quindi il nastro lo ha portato? «Chiedetelo a Violante, lui sa che cosa gli ho portato». Onorevole, per favore, risponda con un sì o un no... «Mah». fc In serata, Rizzi può finalmente raccontare la sua verità fino in fondo, «lo volevo essere corretto, ma visto che hanno parlato prima loro posso stare tranquillo», confida. E riecco che salta fuori il nastro, quattro-niinuti-quattro di telefonata scottante registrati nell'uf- ficio di Bossi. «Prima di oggi non l'avevo fatto sentire a nessuno, solo al Bossi - racconta-.Ma armai quello che c'è dentro lo sapete tutti. Non ci sono mica segreti...». E che cosa c'è, nel nastro, onorevole? «Il Bagliani che mi dice: "Che ci stai a fare ancora nella Lega? Senti me, se vuoi davvero fare qualcosa per la Padania devi venire nella maggioranza...". Io che fingo di stare al gioco. Lui che butta lì la sua proposta oscena: "Guarda che se vuoi dei soldi non ci sono problemi". Io che rilancio: "Si, ma quanti soldi? Non posso mica vendermi per due lire...". Bagliani tranquillo: "Quanto ti serve? Quattrocento milioni? Cinquecento? Qui non ci sono proble¬ mi". No il nome di Mastella non l'ha fatto mai. Ma delle due l'una: o è davvero matto, oppure qualche pilota ce l'ha pure il Bagliani...». . Nell'ufficio di Violante, davanti ai cinque membri del Giurì, la cassetta di Rizzi ha girato più volte. «L'hanno voluta risentire spesso continua Rizzi -. Se l'hanno duplicata? Che ne so, di registratore sul tavolo ce n'era uno solo, ma non posso escludere che ci fosse qualche microfono in giro. Se l'hanno messa a verbale? Beh, scrivere scrivevano, tutti e quattro. Ma che m'importa a me: io non ho niente da nascondere. Volevo dimostrare che la Lega è pulita, e ci sono riuscito. Me l'ha detto pure Violante: "Voi, non c'entrate niente". L'ho raccontato al Bossi - c'ha la febbre a 39 -. Era contento: m'ha fatto pure icomplimenti...!). Ig. tib.l Un commesso col registratore nell'ufficio di Violante E il testo finisce a verbale H|H| Wm Il deputato leghista Cesare Rizzi

Luoghi citati: Como, Erba, Roma