Cinque posti ai Democratici di Antonella Rampino

Cinque posti ai Democratici LE TRATTATIVE PER LA NUOVA SQUADRA NESI SI TIRA FUQf Cinque posti ai Democratici Mattar ella eBiancofra Difesa e Interni totoministri Antonella Rampino ROMA AVEVA un bel dire l'eminenza grigia di Palazzo Chigi, Claudio Velardi, in Transatlantico quel sabato pomeriggio in cui D'Alema s'è dimesso, che «la lista dei ministri è già pronta, è la cosa più semplice». Ieri, l'altro ieri, e soprattutto oggi, a girare con i foglietti del totoministri in tasca è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Marco Minniti. E la formazione del nuovo governo, con l'aria che tira, non sarà facile: la lista con la quale D'Alema si presenterà in Parlamento non sarà mai quella circolata nei giorni precedenti. Perché questo hanno di strano i governi che fanno il bis: le nomine, alla fine, vengono fuori per effetto-trascinamento, pure detto gioco del domino. Per ora, comunque, gli unici nomi fermi che stanno scritti sui foglietti di Marco Minniti, sono di due ministri uscenti, a meno che Francesco Cossiga non cambi idea su D'Alema e sull'Ulivo: Carlo Scognamiglio, ministro della Difesa, e Gianguido Folloni, Rapporti con il Parlamento. Altro dato che pare attendibile, in queste ore ih cui nei vari palazzi si terranno riunioni di fumo, politica e poltrone, è che i Democratici entreranno ufficialmente al governo, sia pure «tenendo un profilo basso»: il che vale a dire che non scenderà in campo Arturo Parisi, Invece Nerio Nesi, il cui nome circolava come potenziale titolare dei Lavori pubblici per conto dei cossuttiani, ha ieri ufficialmente smentito, precisando di avere comunicato la propria «indisponibilità» già due mesi fa, con una lettera a Cossutta: si parlava, allora, di un'uscita di Katia Belillo dal governo, in quanto potenziale candidata a presiedere la Regione Umbria. Belillo, invece, resta al suo posto. O forse no, ma in quel caso di tratterebbe comunque di un cosiddetto . ministero senza portafoglio. Mentre, . nonostante la smentita ufficiale dell'interessato, data ieri pomeriggio alle 15 anche via Internet, Sergio D'Antoni è dato come «poltro- nabile». Il potente segretario della Cisl era anzi ieri al primo piano di piazza del Gesù, casa dei Popolari, per verificare la solidità di cui potrà godere il nascente D'Alema-bis. E sarebbe indisponibile al dicastero che pareva a lui destinato nei giorni scorsi, i Trasporti, ma non rifiuterebbe l'Industria. Le danze del totoministri, come è logico, in queste ore le conducono i partiti di maggior peso nella coalizione, e cioè Democratici di sinistra e Popolari. Questi ultimi, ieri hanno tenuto la loro direzione nazionale, nel corso della quale il segretario Castagnetti ha dovuto prendere atto che, in alcuni interventi, gli si chiedeva il «rinnovo di tutta la squadra di governo»,-richiesta che è stata il refrain dell'ultimo, recente congresso del partito. Ma, naturalmente, poiché è Castagnetti cha decide, pare certo che la Jervolino verrà «sacrificata» in quanto potenziale, forte candidata a presidente della Regione Campania, facendo posto a Sergio Mattarella. Punto fermo per i Popolari è anche Ortensio Zecchino (Università e ricerca scientifi- ca), perché in quel congresso era stato candidato alla segreteria. Botteghe Oscure, invece, chiederà a Livia Turco di rendere disponibile il proprio ruolo, anche prima dell'eventuale elezione alla Regione Piemonte, e così pure a Enrico Micheli. Certa viene data anche l'uscita di Tiziano Treu. E a Giovanna Melandri potrebbe venir chiesto di lasciare i Beni culturali, prendendo la Solidarietà sociale, in modo da lasciar libera una poltrona. Per chi? Per Bianco, per Bor^ don. O forse per Pivetti A conti fatti, ci saranno 5 ministeri liberi, per far spazio ai Democratici. Ai quali, i diesse che puntano a piazzare Piero Fassino alla Difesa, faranno il seguente ragionamento: con 1 ingresso di Enzo Bianco e di «Tex».Willèr Bordon (come lo chiamano a Botteghe) i vostri ministeri sono già 4, considerando Antonio Maccanico (Riforme) e Paolo De Castro (Agricoltura). Già, ma De Castro ha fatto sapere di non essere dell'Asinelio: è un indipendente d'area. E così, i foglietti di Minniti continuano a girare. A sinistra Enzo Bianco Qui sopra Rosa Ruvo lervolino

Luoghi citati: Botteghe, Campania, Piemonte, Roma, Umbria